Il Thorne di Beautiful: come entrò nella soap, cosa fa oggi e il suo rapporto con la Toscana
La nostra intervista Clayton Norcross travolto da fama e successo dopo gli anni di Beautiful: «All’inizio fa piacere, poi sei schiavo del personaggio e devi ritrovarti»
«Quando è esploso Beautiful ero fidanzato da sei anni con una donna che ho amato molto, ma che non ha retto: la feriva vedermi tutti i giorni baciare Carolyn in tv, era impaurita dalle tentazioni della notorietà, dalla distanza, e l’ho persa. Il successo ha remato contro di noi. È stato un dolore profondo e per anni non ho avuto relazioni».
Conversiamo di mattina presto per le vie di Monte Sacro, il suo quartiere romano, con Clayton Norcross, l’attore statunitense famoso nel mondo per aver interpretato Thorne Forrester nella soap più vista di sempre a livello internazionale, Beautiful.
L’altra faccia del successo cosa altro le ha tolto?
«Ricordo che terminarono le riprese della prima serie di Beautiful e andai in Grecia a fare un film. Quando ripassai per Roma (la prima puntata della soap americana fu trasmessa in Italia nel 1990, ndr) già all’aeroporto scoprii che non potevo più girare da solo per strada. La gente voleva baciarti, abbracciarti, in continuazione».
Un cambiamento pesante da un giorno all’altro…
«All’inizio la fisicità fa piacere, è quasi rassicurante, ma poi crea isolamento perché pensi che nessuno conosce niente di te se non l’immagine scritta nel copione, il personaggio. Sei tremendamente solo. Rientrato a casa a Los Angeles dal tour in Europa ho provato un vuoto enorme; ero triste, immerso nel cambiamento dopo cinque anni di un viaggio folle, ma non ho voluto perdere il controllo della mia vita spirituale e così sono arrivato a lui».
Intende all’incontro che le ha cambiato la vita.
«Una sera a una festa incontro una donna. Mi vede talmente giù che mi invita ad andare da Michael Beckwith, che è diventato il mio insegnante, l’uomo che con il suo abbraccio mi ha cambiato la vita (Michael Bernard Beckwith è un oratore, leader spirituale e autore, noto per i suoi insegnamenti sulla crescita personale e sulla trasformazione spirituale, ndr).
Frequenta la comunità spirituale dell’Agape International Spiritual Center fondata da Beckwith?
«Sì sono entrato nel 1992 nel suo centro spirituale a Los Angeles, dove tutti sono benvenuti a celebrare l’esistenza di Dio. Vivo molto la comunità quando sono negli Stati Uniti offrendo servizi per la chiesa. Agape significa amore disinteressato, immenso, smisurato. Viene utilizzato nella teologia cristiana per indicare l’amore di Dio nei confronti dell’umanità, ma non si tratta di una dottrina religiosa, è l’insegnamento di come si debba entrare in connessione con l’universo adottando uno spirito positivo ed accogliente. Per poter vivere e non soltanto sopravvivere».
Se non avesse incontrato Michael?
«Poteva essere un macello».
Perché?
«Il successo è una scala pericolosa, piena di distrazioni. Guardi George Michael, Whitney Houston, Michael Jackson, tutti morti molto prima del loro tempo vittime di un successo allucinante. Il pericolo è distrarsi e perdere di vista il cuore della vita, che è il grande viaggio spirituale per capire chi siamo. Intrappolare la gente nel modello sex, drugs and rock’n roll non paga».
Michael Beckwith ha cambiato la vita di molte persone?
«Sì, invito tutti a cercarlo su Youtube. Ogni domenica 1.500 persone si stringono in chiesa, non rimane uno spazio per sedersi. C’è grande fame dei suoi insegnamenti».
Nel quotidiano come abbraccia la lezione di Beckwith?
«Vivo con passione, amore per gli altri, cerco di essere luce. Ho a cuore la comunità. Se mi tagliano la strada mi fermo un attimo, penso che quella persona non ha consapevolezza, lascio andare».
Rispetto ai sentimenti cosa è cambiato?
«Oggi non mi interessa abbracciare una donna bella ma con un cuore di ghiaccio».
Ha dichiarato che la sta cercando?
«Well, diciamo che sono aperto. Lei non deve essere la più bella ma il cuore più grande».
Non aver avuto figli è un rammarico?
«Sì è un dispiacere, in compenso curo il ragazzo che è in me come un figlio»
Il provino per Beautiful come arrivò?
«Veramente non arrivava, desideravo fare il provino ma il mio agente dell’epoca non riusciva a procurarmelo. Poi un mio amico fotomodello, all’epoca facevo anch’io il modello, parlò con il casting e ottenne un appuntamento per me. Scelsero un altro; più grande, sempre biondo ma più simile a Ridge (interpretato da Ronn Moss, ndr)».
E allora?
«A due settimane dall’inizio delle riprese, la moglie di Phillip Bell, il produttore di Beautiful e di Sentieri, vide in video il cast e disse che i due fratelli Forrester erano troppo simili. Perché non prendiamo Clayton? Suggerì, è più sensibile, meno piacione di Ridge, non gioca come lui con le donne. E all’ultimo minuto cambiarono e mi offrirono il ruolo».
Che ha interpretato per quante puntate?
«628 puntate, ho lasciato dopo 3 anni la serie».
Avrei detto molto di più!
«È la percezione di molti e per me è un complimento. La gente mi ha voluto bene, non tutti hanno accettato il cambio di personaggio».
Progetti?
«In primavera uscirà un film action in Europa dove sono un cattivo. A breve devo andare a Bologna per entrare in connessione con la mia famiglia di yoga. Dopo il successo di Mamma Mia! sono stato in India due mesi con la mia insegnante».
Si è divertito ad interpretare Thorne in versione Gialappa’s?
«Mi sono divertito come un pazzo, mai prendersi sul serio! ».
Conosce la Toscana?
«Certamente, è bellissima. Amo la pace di Santo Stefano, le camminate sul mare».
Ce l’ha avuta la “crisi di mezza età” (chiede di spiegargli cos’è, poi ride, ndr) o è una fissa italiana?
«Vale anche per le donne! Se imposti tutta la tua vita sulla bellezza e la perfezione prima o poi la crisi arriva. Chi è davvero onesto a se stesso non incontra crisi di identità».