Calcio, ora gli arabi fanno shopping anche tra gli arbitri: Orsato “tentato” con un milione
È stato l’anno dei sauditi che ora vogliono anche l’arbitro Orsato. Pronti 80 milioni per Calhanoglu, ma gli ascolti tv non decollano
Se è vero che per qualcuno siamo solo all’inizio e che presto una Champions League/Superleague gli arabi se la faranno per conto loro, comprando tutto quello che serve, anche squadre e confederazioni intere al limite, lo shopping del calcio arabo per il momento prevederebbe anche Hakan Calhanoglu e perfino un arbitro, “accessorio” indispensabile al calcio in attesa che l’Intelligenza Artificiale e il Var possano un giorno sostituirli del tutto – chissà… –, come Daniele Orsato. 70/80 milioni all’Inter, 18/20 al centrocampista, mezzo o forse anche un milione di euro al miglior arbitro italiano, ormai arrivato però al limite di età (48 anni) e dunque pensionabile a fine stagione. Ma ancora validissimo semplicemente modificando latitudine, fuso orario e ovviamente le coordinate bancarie. Detto per inciso alcune partite della Saudi League Orsato le ha già dirette l’anno scorso, e il suo conto in banca ne ha già beneficiato.
Facciamo fatica, come unici depositari della religione laica del football, ad accettare che l’altare del calcio si stia ormai spostando a Riad e nella penisola araba in genere. Prima di Natale a Gedda si è celebrata l’incoronazione del Manchester City come squadra campione del mondo, ultima volta nell’attuale formula conosciuta. Dal giugno 2025 avremo addirittura un Mondiale per Club a 32 squadre ogni 4 anni (il primo negli Stati Uniti), e un altro facsimile di vecchia Coppa Intercontinentale annuale sempre da giocarsi nel quadrante del petrodollaro.
Nell’occasione sono tornate le voci circa il sogno di trasferire sulla nuova frontiera addirittura la grande intelligenza globale di Pep Guardiola, miglior allenatore al mondo e catalizzatore unico dei più grandi fenomeni. Quanto possa valere, possa fare o guadagnare Guardiola nel calcio arabo è soltanto un limite della fantasia e non certo del portafoglio.
Del resto Pep con quella realtà ha già fatto i conti, essendo il City proprietà della famiglia reale di Abu Dhabi. In questo caso entrerebbero in gioco gelosie, rivalità e geopolitica, certo, ma è del tutto evidente che comunque il calcio si stia spostando e allontanando dalla vecchia Europa, per il solo fatto che laggiù il potere economico è assolutamente smisurato e divoratore di qualunque gol. Del resto con Roberto Mancini abbiamo fornito loro anche un ct per la nazionale.
Le ultime notizie dal calcio con l’ “Al” davanti a tutto ci dicono che in testa alla Saudi League c’è l’Al Hilal, club di Riad, capitale dell’Arabia Saudita, che per inciso in “Serie A” ha pure altre tre squadre: Al-Nassr, Al Riyadh e Al-Shabab. Ronaldo, che gioca nell’Al-Nassr e che è già arrivato a 29 gol in meno di mezza stagione, sta sette punti più sotto. L’Al-Hilal, allenata da Jorge Jesus, è la squadra di Neymar e Milinkovic Savic.
Ma Neymar si è rotto il crociato quasi subito e per ora ha fatto più notizia il business della crociera – “Ney em alto mar” – in cui si è spudoratamente lanciato. I 4.500 turisti saliti a bordo della nave che va da Rio a Santos hanno pagato minimo un migliaio di euro solo cabina e gita. Con la possibilità però di incontrare Neymar in stampelle che gira con uno stuolo di amiche e una compagnia assai poco presentabile.
L’idea è guadagnare un paio di milioni sulle sue stravaganze, come se non bastassero i circa 400 che comunque ricaverà dall’avventura in Arabia.
Lo sport è stato oggetto in Arabia Saudita di investimenti recenti per quasi 50 miliardi di dollari, di questi un centinaio di progetti riservati al football e curati dal famigerato fondo statale Pif, la mano lunga che si tende sull’intero calcio mondiale. Non solo controlla i 4 maggiori club del campionato, ma ormai possiede anche il Newcastle e altri sta cercando di rilevarne in Europa.
Non tutto è oro luccicante, ovviamente. Molti acquisti sono stati un flop ad esempio, Benzema un fantasma con l’Al-Ittihad, molti stadi sono vuoti e alcune gare non hanno raggiunto i 100 tifosi in tribuna, la Saudi League in tv anche in Italia un oggetto sconosciuto, La7 la trasmette sul suo secondo canale e spesso fa meno di 150.000 telespettatori e non raggiunge nemmeno il 2% dell’audience. Ma a Riad si dicono sicuri che il futuro sia loro.
Non è detto che Calhanoglu accetti l’offerta essendo in corsa per lo scudetto e avendo ambizioni di Champions League, e nemmeno Daniele Orsato che però vorrà avere garanzie certe per il suo futuro da dirigente arbitrale ma comunque ormai la strada è tracciata e presto molti – magari Mbappé, Osimhen, Lukaku, Immobile, l’ultimo sarebbe Politano… – seguiranno la strada ormai già aperta da altri.
Il primo gennaio 2023 Cristiano Ronaldo sbarcava trionfalmente nel calcio arabo, tra dieci anni e cioè quando in Arabia Saudita si giocheranno probabilmente i Mondiali 2034 (manca ancora l’assegnazione ufficiale, ma tutti i concorrenti si sono già ritirati) la rivoluzione geopolitica del football internazionale potrebbe ormai essere compiuta. Altro che Superlega…