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Ambasciatore di signorilità: Claudio Ranieri, un “sir” sotto tutti i punti di vista

di Francesca Bandinelli
Ambasciatore di signorilità: Claudio Ranieri, un “sir” sotto tutti i punti di vista

Dall’Ussi arriva un premio per il gesto di grande fair play in occasione della finale per la A contro il Bari

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Di quella notte, quando il fischio finale ha sancito la promozione in Serie A del Cagliari, sono rimaste scolpite le sue lacrime e le sue parole. Claudio Ranieri, il “sir” capace di portare sul tetto d’Inghilterra il piccolo Leicester, trasformandolo da “brutto anatroccolo” a imponente cigno, le emozioni vive, capaci di lasciare un segno, non le ha mai nascoste. Così come non ha mai trattenuto parole e gesti, a qualunque costo. Tanto da far rumore, nella sua normalità, e da meritare pure un premio, alla gentilezza.

Quanto detto e fatto, pochi istanti dopo essersi visto spalancare il paradiso della promozione, con gli occhi ancora gonfi, andando a zittire i suoi tifosi, è diventato manifesto di sportività. Stavano gridando “Serie B” a quelli del Bari, sconfitti sul campo dal gol di Pavoletti in extremis: a premere stop fu lui. «Non ho capito perché si debba tifare contro – disse a caldo –. Si deve fare il tifo per la propria squadra. Il Bari è stato un degno rivale, dobbiamo stringere loro la mano. L’avevo detti ai ragazzi prima della partita, faccio i complimenti a Mignani perché fa giocare benissimo la sua squadra». Intervennero tutti dopo aver sentito queste parole, a cominciare dal capo della Federcalcio Gravina: «È stata una lezione di signorilità. I comportamenti positivi di personaggi di grande sensibilità possono dare un contributo nella lotta per emarginare questi soggetti dal mondo del calcio».

L’eco di quanto accaduto ormai diverse settimane fa non è si è fermata: se n’è riparlato pure ieri, nella piazza di Saint Vincent che ospita il ritiro della squadra sarda. Sì, perché nella serata di festa insieme alla tifoseria arrivata in Valle d’Aosta per seguire gli allenamenti dei rossoblù, al tecnico romano è stato consegnato il premio “Costruiamo gentilezza nello sport”, ideato da Ussi Toscana, Associazione Stampa Toscana e dall’associazione “Cor et Amor”. Quel gesto rivolto ai propri tifosi di “tifo per” e non “tifo contro”, invitandoli ad applaudire gli avversari tributando loro il giusto merito, non è passato inosservato. A consegnargli il riconoscimento, una maglia con i colori dei bambini, investendolo in qualche modo dell’onore di essere nuovo “ambasciatore” di gentilezza è stato Luca Nardi, coordinatore nazionale di “Costruiamo gentilezza”. Lo stesso riconoscimento, in passato, è stato riservato pure a Guglielmo Vicario, oggi al Tottenham: l’aver accolto, con la sua famiglia, una mamma e suo figlio ucraini scappati dalla guerra, non è passato sotto silenzio.

Quella frase di Nelson Mandela stampata sopra, “Lo sport ha il potere di cambiare il mondo” Ranieri l’ha fatta sua da sempre, in ogni piazza in cui si è trovato a lavorare, regalando titoli e trofei (con la Fiorentina, col Valencia, col Leicester e pure col Monaco, riportato in Ligue 1), ma soprattutto dispensando umanità. Pure ieri ha sorriso, forse anche un po’ arrossendo, ma poi ha lanciato la sfida alla stagione alle porte. «Siamo l’ultima arrivata, il calendario non è stato benevolo – ha ripetuto anche nei giorni scorsi –, c’è da stare compatti, noi, tifosi perché vogliamo mantenere questa squadra in Serie A. Nessuna paura per la nuova stagione. Volevo portare il Cagliari in A, ci tenevo, ci sono riuscito e ora inizia la lotta per restarci».

I sogni non gli mancano, ne ha tanti, va ripetendo Ranieri, anche se a due colori, rosso e blu. «Al primo anno il traguardo sarà la salvezza – ha confessato nei giorni scorsi – ma io ho ancora due anni di contratto, e poi se ci riusciremo facendo le cose fatte bene senza sbagliare gli acquisti potremo guardare più avanti, in futuro. Vorrei allenare nel nuovo stadio Gigi Riva dopo averlo fatto all’Amsicora, al Sant’Elia e alla Unipol Domus. So che c’è una mozione per farmi cittadino onorario di Cagliari, ma pure se non me la danno già mi sento parte integrante di questa splendida città».

Intanto, Ranieri, che in occasione dell’amichevole contro la Roma si è visto consegnare una maglia giallorossa numero 2 indossata all’esordio da calciatore per un “in bocca al lupo speciale” in vista della stagione alle porte, pensa al campo. È l’allenatore più “esperto” a presentarsi ai nastri di partenza della Serie A, ma in questa preparazione non ha trascurato nulla, affidandosi anche alle registrazioni dei droni per rodare alla perfezione i meccanismi di gioco. Tra meno di due settimane, il 12 agosto, si comincerà a fare sul serio, intanto in Coppa Italia, contro il Palermo, poi il primo ostacolo da saltare sarà il Torino di Juric, in trasferta. Sir Claudio, campione di gentilezza e ordine tattico, ora ha un solo obiettivo: salvare il Cagliari, con nuove emozioni e, perché no, altre lacrime. Dal sapore di felicità.


 

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