Il Tirreno

Prato

La campagna

Un’assemblea del Pd a Prato perché gli stranieri non siano più trattati da cittadini di serie B


	L'assemblea al circolo Arci di Grignano
L'assemblea al circolo Arci di Grignano

Oltre 400 persone all’incontro nel circolo Arci di Grignano: «In città 50.000 persone che dipendono da pratiche burocratiche labirintiche»

4 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Sono state oltre 400 le persone che domenica pomeriggio, 13 aprile, hanno partecipato all’assemblea aperta sul tema immigrazione organizzata dal Partito democratico al Circolo Cherubini di Grignano. Una partecipazione che ha superato qualsiasi aspettativa, tanto che in molti hanno dovuto seguire i lavori in piedi, sulle scale o all’esterno della sala. L’assemblea era stata convocata per discutere delle difficoltà che vivono le 50.000 persone che, a Prato, non hanno la cittadinanza e la cui regolarità sul territorio è legata a pratiche burocratiche secondo il Pd troppo spesso labirintiche. Un percorso ad ostacoli che ha conseguenze dirette nella possibilità di accedere ad un affitto, a un lavoro stabile, alla sanità. Una situazione che dipende, su un piano normativo, dai canali di regolarizzazione, dal superamento della Bossi-Fini e dall’aggiornamento del Testo Unico.

“Parlare solamente di immigrazione nella nostra città sarebbe riduttivo”, dice l’assessora Maria Logli, dirigente dem pratese. “Prato dimostra che dietro alla parola straniero c’è molto di più. Abbiamo cinquantamila pratesi senza cittadinanza, con 129 origini diverse. Questo ci rende la città più multietnica d’Italia e la prima per tasso di persone nate e cresciute qua, trattate come straniere quando l’immigrazione non l’hanno nemmeno mai vista. Sono 13.000 ad oggi i giovani pratesi che nascono, studiano e lavorano qua, ma che sono considerati diversi dai loro coetanei italiani. È necessario cambiare approccio, perché è proprio in queste contraddizioni che si annidano fenomeni di marginalizzazione che possono portare a sfruttamento e discriminazione”.

Ad aprire i lavori è stato Aksel Fazio, coordinatore della segreteria Pd, che ha subito ricordato come “non si possa parlare di immigrazione senza affrontare i temi della precarietà abitativa, del diritto alla casa e delle condizioni di lavoro”. “A Prato –  sottolinea Fazio – queste questioni sono profondamente intrecciate e richiedono risposte che guardino alla dignità di tutte le persone che abitano il nostro territorio, a cominciare dai permessi di soggiorno che dipendono dal contratto di lavoro e spesso rendono vulnerabili e ricattabili le persone”. Poi è intervenuta Arjana Salimusaj, responsabile diritti dei Giovani democratici, che ha posto l'accento sulla questione dei giovani e della cittadinanza: "In Italia centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi crescono nelle nostre scuole, abitano i nostri quartieri e condividono i nostri spazi, ma vengono privati della cittadinanza. Il referendum rappresenta un'occasione storica per sanare questa ingiustizia, rivolta non solo a chi è nato nel nostro Paese, ma anche a chi viene da altre parti del mondo e decide di investire il proprio futuro qui".

L'assemblea ha visto una partecipazione trasversale e inclusiva. Numerosi gli interventi dalle associazioni delle comunità migranti, tra cui quelle pachistana, cinese, bengalese, maliana, senegalese, nigeriana, ivoriana, albanese e marocchina. Significativa la disponibilità espressa a lavorare insieme contro lo sfruttamento lavorativo, problema che attraversa trasversalmente tutte le comunità. All’iniziativa di Grignano hanno inoltre partecipato il Coordinamento Nazionale Nuove Generazioni Italiane che riunisce le associazioni delle seconde generazioni, l'Arci, la Cgil, i Sudd Cobas,  Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle. E ad ascoltare le istanze delle comunità erano presenti molti rappresentanti delle istituzioni: oltre a Logli, gli assessori Malucchi, Blasi e Sapia per il Comune di Prato, il consigliere comunale Mangani, il consigliere regionale Marco Martini, oltre all’ex sindaco di Prato Matteo Biffoni. Collegata da Roma anche Ouidad Bakkali, deputata del Partito democratico.

E proprio l’onorevole Bakkali, insieme al deputato Marco Furfaro, si sono presi l’impegno di lavorare con Maria Logli per riconoscere a Prato, città che più di tutte risente della gestione nazionale, il ruolo di capofila e laboratorio per sperimentazioni e buone pratiche, a partire dal passaggio di competenze dei rinnovi dei permessi da Questura a Comuni, fino al tema della residenza, della discriminazione abitativa, del contrasto alla precarietà lavorativa.

“La Questura – sottolinea Logli – ha rafforzato il proprio organico per superare le file notturne e accorciare i tempi di attesa dei permessi di soggiorno. La nostra proposta di affidare la competenza sull’aggiornamento dei permessi ai Comuni non è un modo per mettere in discussione l’operato della polizia di Stato, ma è la volontà di superare l’approccio securitario e legare il tema dell’immigrazione alla cittadinanza”.

L’assemblea si è conclusa con l’impegno di elaborare entro pochi giorni un documento che raccolga tutte le proposte emerse, traducendole in azioni concrete su più livelli. Prato, come ricordato in molti interventi, può e deve fare la sua parte, senza dimenticare che sono necessarie riforme strutturali a livello nazionale, a partire da quelle che potranno essere sostenute attraverso il referendum sulla cittadinanza.


 

Primo piano
La tragedia

Morto a 16 anni a Barberino Val d’Elsa: il corpo trovato in camera dalla madre, disposta l’autopsia per lo studente del Meucci

Sani e Belli