Il caso
Crac della Popolare di Vicenza, diventa definitiva la condanna all’ex presidente Zonin
La Corte di Cassazione ha confermato i tre anni e cinque mesi di reclusione
PRATO. La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a tre anni e cinque mesi di reclusione nei confronti di Gianni Zonin, ex presidente della Banca popolare di Vicenza, l’istituto di credito che anni fa aveva rilevato la Cassa di risparmio di Prato prima di fare crac.
«In esito alla udienza di ieri, 8 aprile, in relazione al procedimento penale a carico di Zonin Giovanni, Giustini Emanuele, Marin Paolo, Pellegrini Massimiliano e Piazzetta Andrea – rende noto l’avvocato Francesco Querci che assiste alcuni correntisti – la V Sezione della Corte di Cassazione, rigettando parzialmente i ricorsi proposti, anche nell'interesse degli imputati, ha confermato le condanne agli ex vertici di BPVi, ad eccezione di Massimiliano Pellegrini, irrogando la pena definitiva di 3 anni e 5 mesi al presidente Giovanni Zonin, così come anche all'ex vice direttore generale Andrea Piazzetta. Sono state ridotte le pene anche per Emanuele Giustini e per Paolo Marin. E' stata invece annullata con rinvio alla Corte di Appello di Venezia la posizione del coimputato Massimiliano Pellegrini, dirigente preposto al bilancio di BPVi. Per il resto, è stata confermata la sentenza della Corte di Appello di Venezia che aveva comunque riconosciuto alle parti civili costituite il risarcimento dei danni subiti nonché la provvisionale, provvisoriamente esecutiva, disposta in loro favore nella misura del 5% dell'importo nominale del valore delle obbligazioni o azioni acquistate».
«L'udienza di ieri mattina – riferisce l’avvocato Querci – è stata aperta poco dopo le 10 con l'intervento del procuratore generale, il quale ha richiesto l'annullamento di vari capi della sentenza impugnata (a vario titolo i reati di aggiotaggio, ostacolo agli organismi di vigilanza e falso in prospetto). Dopo l'intervento del Pg è stata la volta degli avvocati delle parti civili costituite. Anche gli avvocati Francesca Meucci e Francesco Querci, legali e procuratori speciali di oltre un centinaio di ex azionisti pratesi, hanno depositato le loro ulteriori conclusioni e nota spese nell'interesse di questi ultimi. Hanno poi discusso e richiesto l'accoglimento dei rispettivi ricorsi i legali degli imputati. Alle 16.30 il collegio giudicante ha iniziato la Camera di consiglio da cui è uscito solo dopo le 23.30, chiudendo così, almeno in parte, una vicenda giudiziaria particolarmente complessa ed articolata, perdurata oltre sette anni e mezzo, in cui è intervenuta anche la Corte Costituzionale (dichiarando parzialmente incostituzionale l'art. 2641 co 1 e 2 del Codice civile, laddove viene prevista la confisca obbligatoria, anche per equivalente, di tutti i beni utilizzati per commettere un reato societario e venga violato il principio di proporzionalità delle pene). Gli avvocati Meucci e Querci si apprestano, pertanto, ad effettuare il conteggio di quanto loro dovuto e valuteranno, dopo il deposito della motivazione della sentenza, se agire o meno in via esecutiva nei confronti dei condannati per il recupero delle provvisionali irrogate e delle spese legali liquidate nonché se promuovere o meno eventuali ulteriori azioni nei confronti degli effettivi responsabili civili».