Il Tirreno

Prato

Le grandi opere

Prato, al Bastione delle Forche un altro cantiere infinito

di Paolo Nencioni

	L'ingresso del cantiere al Bastione delle Forche
L'ingresso del cantiere al Bastione delle Forche

I lavori sono stati consegnati nel 2019 ma non sono mai decollati. Il Comune spera nella conclusione entro il 2025

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PRATO. «Un giorno gli operai ci hanno detto che entro un paio di settimane avrebbero tolto i ponteggi. Sono passati due anni e il cantiere è ancora lì». I ragazzi che lavorano al Sushi Restaurant di piazza Mercatale non si fanno troppe illusioni sui lavori di rifacimento del Bastione delle Forche, la fortificazione trecentesca davanti al ponte alla Vittoria che ora può entrare di diritto nel club delle grandi opere di cui non si vede la fine (in certi casi nemmeno l’inizio), insieme al Parco centrale e al mitico Sottopasso del Soccorso.

I lavori (finanziati dal governo nel 2016 con 10,5 milioni nell’ambito del progetto che comprende il restauro di Palazzo Pacchiani e il parco fluviale) sono stati affidati a un’impresa di Pistoia nel dicembre del 2019 e in teoria avrebbero dovuto concludersi nel giro di 600 giorni, dunque, al netto dei piccoli imprevisti, verso la fine del 2021. Ma come si vede non è andata così. Per questo e per una infinità di altri cantieri edili che si sa quando cominciano ma non si sa quando finiscono. In questo caso però l’allungamento dei tempi è abnorme e all’inizio è stato giustificato, come per molti altri, dall’emergenza Covid, poi dall’aumento dei prezzi delle materie prime, poi dalle difficoltà tecniche a intervenire su un manufatto fragile e sottoposto al vincolo della Soprintendenza (in particolare dalla necessità di rinforzare il muro di sostegno della terrazza con pali d’acciaio). L’assessore ai Lavori pubblici Marco Sapia monitora l’avanzamento e spera che i lavori possano finire entro l’anno.

Prima dell’inizio dei lavori il Bastione sembrava destinato a diventare uno dei principali poli di attrazione delle serate estive dei pratesi, forte di quella terrazza che gode di un’invidiabile vista sul Bisenzio, l’ultima immagine che un tempo era offerta ai condannati a morte che venivano portati alle forche, appunto. Ora invece sulla pagina Facebook dei gestori del bar campeggia un messaggio risalente al 29 maggio 2020: “Ci dispiace comunicarvi che anche questa stagione rimarremo chiusi per lavori di ristrutturazione”. Poi più niente.

Il progetto originale di ristrutturazione prevedeva da una parte la realizzazione di un ristorante con belvedere panoramico in sostituzione di un vecchio capannone artigianale, dall’altra il recupero di una palazzina ottocentesca da destinare a uffici pubblici.

Nell’estate di due anni fa gli assessori Valerio Barberis e Giacomo Sbolgi (Urbanistica ed Edilizia monumentale) fecero il punto sui lavori spiegando le difficoltà del cantiere: «Si sono verificati rallentamenti e ritardi dovuti a tutte le dinamiche note prima della pandemia e poi del rialzo dei prezzi delle materie prime. È un cantiere complesso, sia per tipologia di lavorazione che per la logistica, su una struttura soggetta a vincolo storico-monumentale. Puntiamo a portare avanti i lavori utilizzando il ribasso d’asta sperando che non ci siano altri imprevisti». Un ribasso importante, visto che si partiva da una base d’asta di 2,6 milioni e si è scesi a 1,6 milioni. Il risparmio doveva servire a trovare i fondi per far fronte all’aumento del prezzo delle materie prime. Però di fatto il cantiere non è mai decollato e ora comincia a invecchiare anche il cartello nell’angolo di piazza Mercatale che mostra quello che dovrebbe diventare il Bastione. E che un giorno, forse, diventerà. 

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