La Finanza scopre a Prato 164 partite Iva irregolari e le chiude
Il bilancio dell’attività nel 2024 è un colpo al sistema delle imprese “apri e chiudi”
PRATO. La guardia di finanza di Prato ha scoperto e chiuso 164 partite Iva collegate a imprese di fatto inattive o inesistenti. E’ il bilancio dei controlli effettuati nel corso del 2024.
«Questa iniziativa – spiega una nota delle Fiamme gialle – si inserisce in un’azione più ampia volta a preservare la legalità nel settore produttivo, garantire condizioni di concorrenza trasparenti e contrastare le pratiche illecite che minano lo sviluppo e la crescita dell’economia locale».
L’indagine ha interessato centinaia di aziende con sede legale o attività dichiarata nella provincia pratese, con particolare attenzione a quelle registrate da meno di sei mesi. Attraverso un’analisi approfondita dei dati provenienti dalle banche dati istituzionali e dai flussi della fatturazione elettronica obbligatoria, oltre a verifiche dirette sul territorio, i finanzieri hanno rilevato numerose irregolarità. Questo approccio metodico ha consentito di impedire che le partite Iva potessero essere sfruttate per scopi illeciti. Le partite Iva individuate presentano caratteristiche che le rendono potenzialmente utilizzabili per attività come l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, il riciclaggio di denaro, il trasferimento di fondi all’estero o la monetizzazione indebita di crediti d’imposta. «Sebbene il loro utilizzo illecito non sia sempre dimostrabile nell’immediato – spiega ancora la Finanza – la loro natura inattiva o non tracciabile solleva significativi sospetti di finalità strumentali. Questi fenomeni, oltre a minare l’integrità fiscale, creano un danno al mercato competitivo e penalizzano le imprese regolari».
Le indagini hanno evidenziato che molte delle partite Iva analizzate risultavano collegate a società inattive da anni o costituite di recente con dati falsi o incompleti, rendendole difficilmente tracciabili. Grazie alla stretta collaborazione tra la Finanza e l’Agenzia delle Entrate è stato possibile procedere alla loro neutralizzazione, rendendole inutilizzabili per eventuali scopi fraudolenti e limitando così ogni possibile rischio per il sistema economico. L’operazione è un esempio concreto dell’impegno della Finanza nel monitoraggio del fenomeno delle “imprese apri e chiudi”. Queste entità, spesso intestate a prestanome, rappresentano una criticità per il sistema economico e richiedono un’attenta vigilanza per evitare che diventino strumenti di frodi complesse o trasferimenti irregolari di capitali. Il blocco delle loro attività costituisce un passo fondamentale per salvaguardare la trasparenza e la competitività del mercato.