«Rispetto sì, ma lo Stato è laico»: i tifosi criticano la sospensione del calcio per la morte del Papa
La Curva Ovest Ferrara esprime cordoglio ma contesta lo stop alle partite: "Mai rinvii per pandemie o tragedie, solo ora. L’articolo 7 della Costituzione va rispettato"
Alla morte di Papa Francesco, mentre si approntano cinque giorni di lutto nazionale e le partite di calcio vengono sospese per lutto, il richiamo alla laicità dello Stato arriva dai tifosi. Nessuna negazione o contrapposizione rispetto alla legittima e comprensibile ondata di commozione che ha investito il Paese, ma un invito a tenere separati ambiti che sono divisi, con un richiamo chiaro all’articolo 7 della Costituzione. A prendere parola in questo senso è un gruppo di tifosi organizzato emiliano, la Curva Ovest Ferrara, che dai suoi profili social scrive: “Esprimiamo cordoglio a tutto il mondo cristiano, orfano del suo leader. Comprendiamo la rilevanza istituzionale di questa perdita, ma non possiamo che rimarcare quanto la religione non riguardi tutti gli ambiti della vita, né la totalità degli individui. Meno che mai in uno stato che si professa laico, per Costituzione”.
«Nessun rinvio per pandemie, alluvioni, guerre e morti di ragazzi al seguito delle squadre”
I tifosi sostengono come il rinvio delle partite non sia stato preso in considerazione durante altri eventi che hanno investito il paese. “Ci sono state occasioni di ogni genere, negli anni, che ben si adattavano ad espressioni di cordoglio nazionale. Pandemie, alluvioni, terremoti, guerre, genocidi, morti di ragazzi giovani al seguito delle squadre. Ma non sono quasi mai state prese neppure in considerazione, perché il ritardo di anche solo un minuto sull’inizio delle gare rappresentava un problema”, aggiungono da Curva Ovest Ferrara. Va rilevato qui, che rispetto a quanto scritto dal gruppo, in occasione di alluvioni e maltempo, anche di recente, alcune partite sono state rinviate. Anche per evidenti cause di forza maggiore che rendevano impraticabili i campi.
La differenza tra l’Italia e altri paesi
La differenza in quest’occasione è la sospensione di tutti i match previsti lunedì 21 aprile, dalla serie A alla serie C, per un evento che per quanto abbia chiaramente una portata mondiale - sul piano mediatico, emotivo e sociale – riguarda comunque una parte della società, sebbene maggioritaria nel paese. Oltre al disinteresse che le istituzioni avrebbero mostrato nei confronti di chi aveva affrontato delle spese in vista delle partite.
"Ci troviamo ora di fronte ad un provvedimento di sospensione totale delle partite, con buona pace di tutti i tifosi che hanno speso tempo e denaro per organizzare la loro presenza sugli spalti. Provvedimento adottato, al momento, soltanto in Italia. Non in Vaticano, non in Spagna, o in Francia o in Inghilterra. Ma solo in Italia. Stato laico, per costituzione”.
Il lutto al braccio
Per i tifosi, insomma, c’erano altri modi per manifestare il cordoglio per la scomparsa del pontefice da parte del mondo del calcio. “Nel pieno rispetto di quanto accaduto, ci dissociamo fortemente dall’inutile teatralità di tutto questo, ritenendo che sarebbe stato assai più adeguato un tradizionale minuto di raccoglimento, o tutt’al più un lutto al braccio. Ma dobbiamo rimarcare, per l’ennesima volta, quanto i tifosi (veri motori economici di tutto il baraccone) siano sempre considerati l’ultima ruota del carro. Da istituzioni ipocrite, federazioni compiacenti e società di calcio asservite”.
L’articolo 7 della Costituzione
E benché la sovrapposizione tra lutto religioso e società non è certo una novità che irrompe adesso con la morte di Bergoglio, vale la pena riportare il già richiamato articolo 7 della Costituzione per inquadrare nella cornice più solida e chiara possibile la riflessione dei tifosi emiliani: “Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani”.