Il Tirreno

Prato

La città del futuro

Parco Centrale di Prato: un sogno sospeso da dieci anni tra intoppi e speranze di rinascita

di Paolo Nencioni
La demolizione del vecchio ospedale
La demolizione del vecchio ospedale

L’abbattimento del vecchio ospedale Misericordia e Dolce è terminato nel maggio del 2021

3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Ora che finalmente si è rimessa in moto la procedura per arrivare, un giorno, alla realizzazione del Sottopasso del Soccorso con la pubblicazione del bando di gara da parte di Anas, l’attenzione torna a rivolgersi all’altra grande opera di cui si parla da almeno 10 anni e che è un’altra grande incompiuta, il Parco centrale di Prato, sul quale da tre anni è calata una coltre di silenzio.

Se ne parla appunto dal 2014, quando il Comune, a Regione e l’Azienda sanitaria locale firmarono un accordo per la riqualificazione dell’area di tre ettari liberata grazie al trasferimento dell’ospedale Misericordia e Dolce nel nuovo ospedale Santo Stefano.

Il progetto prevedeva due lotti funzionali. Il primo per la realizzazione dell’area verde, il secondo per la realizzazione di altri fabbricati, fino a un massimo di 3.000 metri quadrati.

Il 1° gennaio 2016 il Comune ha indetto un concorso internazionale per la progettazione del parco, al quale hanno preso parte 230 gruppi, nominando una giuria composta di grandi nomi dell’architettura (Bernard Tschumi, la storica Michelle Provoost, lo studioso del paesaggio Sebastien Marot, tra gli altri) che ha selezionato i migliori 10 progetti e il 1° ottobre 2016 ha scelto quello del paesaggista Michel Desvigne coadiuvato dalla società Obr di Paolo Brescia e Tommaso Principi. Desvigne è un nome altisonante nel panorama dell’architettura mondiale, avendo lavorato oltre che in Francia, anche negli Stati Uniti, in Spagna e in Giappone, vincitore del Civic trust award per il Greenwich millennium project a Londra.

A quel punto i profani avevano pensato che i giochi fossero fatti. C’era il progetto di massima, si trattava di abbattere il vecchio ospedale e poi nel giro di un anno, forse due, avremmo avuto un Parco centrale che non sarà certo il Central park ma cambierebbe radicalmente, e in meglio, un bel pezzo di città.

Ma non è andata così. I lavori di abbattimento del vecchio ospedale (170mila metri cubi di cemento armato), iniziati il 25 agosto 2020, si sono trascinati a lungo per i soliti e prevedibili intoppi, compresa la pandemia Covid e la scoperta di circa 3 chilometri di condutture con tracce di amianto, che si è dovuto bonificare, e si sono conclusi nel maggio del 2021. Alla fine sono state tolte dall’area del Misericordia e Dolce la bellezza di 62.905 tonnellate di calcinacci, quasi tutte recuperate (solo 852 inviate allo smaltimento) e tra piazza dei Macelli e il Convitto Cicognini è rimasta una grande buca.

Questo accadeva, come detto, nel maggio di tre anni fa. Poi è seguita un’altra lunga pausa di riflessione, se così vogliamo chiamarla, dopo quella intercorsa dalla scelta del progetto e la demolizione del vecchio ospedale. E adesso dal Comune dicono che è in corso la redazione del progetto esecutivo, sui cui tempi al momento non si fanno previsioni.

I soldi per fare il parco ci sono, questo viene garantito. Si tratta solo di terminare questo progetto, individuare le imprese costruttrici e dare inizio ai lavori. Che secondo le stime di qualche anno fa (assessore Barberis) non dovrebbero essere molto lunghi, circa un anno. Nel frattempo sono state fatte piccole modifiche (meno siepi, più alberi) ed è stato un po’ ridotto il padiglione che dovrebbe accogliere le attività di ristorazione.

Il Parco centrale, insieme al Sottopasso del Soccorso, era uno dei due cavalli di battaglia dell’ex sindaco Matteo Biffoni, che non ne ha visti realizzati nemmeno uno. La sua erede Ilaria Bugetti spera di vederli finiti entrambi, ma per essere sicura forse dovrà ricandidarsi.
 

Primo piano
L’attacco

Attentato in Germania, la circolare: «Aumentare i controlli in Italia nei mercatini di Natale». A Magdeburgo 5 vittime e 200 feriti: il ritratto del killer

Sportello legale