Calenzano, un’altra vittima toscana: Carmelo Corso è entrato nel deposito quattro minuti prima del disastro
Originario di Catania, dal 1993 si era trasferito a San Giorgio a Colonica, a Prato. Lascia la moglie e due figli
PRATO. C’è un’altra vittima pratese tra le cinque provocate dall’esplosione che alle 10,20 di lunedì 9 dicembre, ha devastato il deposito Eni di Calenzano, in via Erbosa.
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Chi era Carmelo
Si chiamava Carmelo Corso, 57 anni ancora da compiere, era originario di Catania ma dal 1993 si era trasferito a Prato con la famiglia. Viveva a San Giorgio a Colonica e lascia la moglie Tamara e i due figli Elena e Dario.
Destino fatale
Carmelo Corso era dipendente della Rat, il Raggruppamento autotrasportatori toscani, in passato era stato alle dipendenze proprio dell’Eni come guardia giurata e lunedì mattina, insieme agli altri quattro autisti delle cisterne, stava facendo il pieno sotto la pensilina del deposito Eni. Era appena arrivato, visto che il suo ingresso è registrato alle 10,16 di lunedì 9 dicembre. Giusto il tempo di fermare l’autocisterna e si è verificata l’esplosione. Il suo corpo senza vita è stato trovato già ieri insieme a quello di Vincenzo Martinelli, l’altra vittima pratese della sciagura, e i familiari sono stati chiamati all’ospedale di Careggi per il riconoscimento.