Allagati per una grata provvisoria: i dubbi dei cittadini di Montemurlo e le possibili cause
E il sindaco convoca un incontro con Genio civile, Regione e Publiacqua
MONTEMURLO. Forse sarebbe avvenuto lo stesso, forse non sarebbe accaduto così. O forse non sarebbe avvenuto niente, nonostante la violenta perturbazione di domenica sera. La grata, si dice provvisoria, contro i fluttuanti, posizionata all’imbocco della tombatura del torrente Stregale a Montemurlo, nella zona del ponte di Morecci, messa con i lavori di massima urgenza nel rifacimento della “calza” finita a giugno scorso, sarebbe la causa principale dell’alluvionamento delle strade nel centro di Montemurlo avvenuto verso le 21 di domenica 8 settembre. Un video, pubblicato sui social media e dal nostro giornale, mostra con chiarezza che nel momento in cui, anche sotto la pioggia battente, la grata è stata rimossa, il deflusso dell’acqua piovana, nonostante l’eccezionalità del fenomeno meteorologico, è defluita velocemente.
L’interrogativo, quindi, sta tutto in quella grata posizionata prima della tombatura dello Stregale, su cui avrebbe fatto il progetto con quell’elemento aggiuntivo o avrebbe autorizzato il suo posizionamento e su chi, nonostante preoccupazioni e allarmi dei residenti resi noti già da tempo, non avrebbe preso in considerazione la pericolosità dei ferri collocati prima della tombatura. Proprio la grata, infatti, avrebbe bloccato il deflusso eccezionale dell’acqua piovana, ammassando su di essa detriti, legni, rami e terreno portati giù violentemente dalla pioggia dalla collina di Cicignano.
Cosa è successo
È a quel punto che il torrente Stregale è esondato, non riuscendo ad avere più una via d’uscita nella straordinarietà della portata di acqua. Via Giunti, via del Parco e via Fratelli Cervi sono così finite sott’acqua di nuovo e 70 famiglie, domenica sera, sono state evacuate immediatamente. Fra i residenti di Montemurlo, ora la polemica è ai massimi livelli. Anzi, è rabbia che cresce. Lunedì sera in piazza della Repubblica, in un incontro fra il sindaco Simone Calamai, la giunta e i cittadini, presente anche una delegazione del Comitato alluvionati di Bagnolo, i residenti hanno detto a chiare lettere che vogliono sapere dall’amministrazione comunale chi ha progettato il sistema di grate posizionate davanti alla tombatura del torrente, ma anche perché le fognature a Oste non sono state ripulite e infine come mai non è stata fatta nessuna opposizione alle motivazioni per cui Arpat da mesi non autorizza la pulizia della diga di Montacchiello ancora piena di grossi detriti. Per adesso non si sa molto: la grata posizionata prima della tombatura dello Stregale, era un oggetto provvisorio. Il vero e proprio filtro contro gli oggetti fluttuanti in acqua, già da progetto esecutivo, sarà da posizionare in alto, verso la collina di Cicignano per risolvere il problema dell’ingresso di detriti, rami e terreno dentro la tombatura. Ma così fino ad ora non è stato. Non c’è stato il tempo. O forse nessuno si aspettava che nei primi giorni di settembre si potessero abbattere delle perturbazioni di così alta intensità sul territorio; la seconda più forte dopo quella dello scorso 2 e 3 novembre.
La Pec
Rolando Valdiserri, che abita vicino allo Stregale prima che diventi un torrente tombato, lo scorso 5 settembre aveva inviato una mail pec all’Autorità idrica toscana e al comune di Montemurlo in cui segnalava l’estrema pericolosità di quella griglia posizionata sul torrente. Insomma, una email dai nefasti presagi. Perché è accaduto proprio quello che Valdiserri segnalava come grande pericolo. Intanto il comune di Montemurlo ha fissato già per i prossimi giorni incontri molto importanti tra la propria area tecnica, Publiacqua, la Regione e il Genio Civile. Le riunioni, alle quali prenderà parte anche l’assessore regionale alla protezione civile e difesa suolo, Monia Monni, hanno lo scopo di fare il punto della situazione e decidere le azioni necessarie a scongiurare definitivamente i problemi che si sono presentati nella giornata di domenica.
«Domenica, nel momento di maggiore intensità delle precipitazioni, ero a Oste con il direttore di Publiacqua, Cristiano Agostini – dice Calamai – che si è reso disponibile in prima persona a verificare la situazione della ricezione della rete fognaria nel momento di maggiore criticità, cioè quando si sono ripresentati gli allagamenti stradali. La rete fognaria di Oste deve essere adeguata e probabilmente ripensata alla luce delle nuove portate di pioggia, che sono sempre più intense».