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Figline di Prato, alluvione infinita: le transenne sono ancora lì. La sindaca: «Colpa del governo»
La spalletta del ponte sulla Bardena è stata portata via dalla piena di dieci mesi fa
PRATO. C’è un’immagine che più di altre colpisce nel lungo “dopo alluvione” del borgo di Figline, ed è quella delle transenne sul ponte in fondo a via di Cantagallo, nel cuore dell’abitato. La spalletta del ponte sul torrente Bardena è stata portata via dalla piena nella notte tra il 2 e il 3 novembre dell’anno scorso, ma ancora non è stata ricostruita. Possibile che dieci mesi non siano stati sufficienti per rimettere in sicurezza quel tratto di strada, oltretutto pericoloso perché ci si arriva dalla discesa e in caso di guasto o malore si finisce nel torrente? Evidentemente sì, perché le transenne sono ancora lì.
Quell’intervento apparentemente non avrebbe bisogno di grandi fondi, eppure il tempo sembra essersi fermato a quella maledetta notte che i pratesi ricorderanno a lungo.
Tre mesi fa, in campagna elettorale, ne parlò anche Gianni Cenni, candidato sindaco del centrodestra, ma la sollecitazione finora è caduta nel vuoto.
E così nei giorni scorsi i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Tommaso Cocci ed Eleonora Cioni, insieme al presidente dei giovani di FdI, Alberto Corsi, in seguito ad alcune segnalazioni dei residenti, sono andati a dare un’occhiata e hanno trovato una situazione a loro dire non soddisfacente.
«A quasi dieci mesi dall’alluvione dell’anno scorso – spiega Corsi, che tra l’altro abita proprio a Figline – ci sono ancora delle situazioni non risolte, come quelle che riguardano i sedimenti accumulati sul letto del Rio Balloni e Rio Bagni, tanto in un caso da ostruire un'intera campata di un ponte. La stagione autunnale è alle porte assieme al maltempo, è quindi importante intervenire il prima possibile».
«Dopo così tanto tempo ci sono ancora i parapetti sui torrenti da ricostruire e ci segnalano dei detriti ancora accumulati e presenti su terreni privati – gli fa eco Tommaso Cocci – Dei segnali di attenzione e di ritorno alla normalità devono essere dati, non è possibile ci siano ancora le transenne anche dove possono essere effettuati interventi di routine».
«Oltre ai mancati interventi per l'alluvione – dice Eleonora Cioni – a Figline sono state disattese le promesse ormai formulate nel 2021, come l'ampliamento del parcheggio Tintori. Eravamo stati rassicurati anche in commissione consiliare che entro il 2022 sarebbe stato realizzato. Ad oggi è ancora tutto fermo e si aggiungono anche i primi segni di incuria come gli autoveicoli bruciati».
Nei prossimi giorni in Comune verrà depositata un'interrogazione per chiedere conto dello stato degli interventi sia di competenza comunale sia per avere aggiornamenti su quelli del Consorzio di bonifica, che proprio in questi giorni sta inviando a migliaia di pratesi i bollettini per il pagamento della quota annuale.
Il Comune di Prato, in attesa dei ristori alle famiglie e alle aziende danneggiate dall’alluvione, ha impegnato ingenti risorse per gli interventi ritenuti più urgenti, dalle strade al cimitero della Chiesanuova, dalle scuole alle palestre, ma quelle transenne sul Bardena sono rimaste lì, rappresentazione plastica di una ripartenza che non sempre ha funzionato.
Pronta la replica della sindaca Ilaria Bugetti, che dà la colpa al governo. “Mi fa molto piacere che i consiglieri comunali di Fratelli d’Italia abbiano deciso di occuparsi delle zone alluvionate di Prato – dice la prima cittadina – Ora che hanno preso visione degli interventi da realizzare, auspico che chiedano ai propri parlamentari di riferimento e al governo, le risorse promesse che ancora stiamo aspettando per mettere in sicurezza il territorio”.
“Cocci e Cioni hanno fatto bene a verificare di persona lo stato dei luoghi – prosegue Bugetti – Spero che i due consiglieri comunali trovino il tempo anche per andare a Roma. Dopo il mio insediamento, in occasione della visita dell’onorevole Erica Mazzetti di Forza Italia, chiesi l’impegno di tutti i parlamentari per avere più attenzione da Roma per Prato. Da Fratelli d’Italia silenzio totale. Questo attivismo a due velocità stona, soprattutto quando si è la principale forza di governo, perciò li invito a unirsi a noi per chiedere al governo Meloni di tenere fede agli impegni presi. Hanno ragione entrambi nel dire che dopo 10 mesi dall’alluvione dei segnali di attenzione devono essere dati. E’ ciò che facciamo presente al governo ogni giorno mentre stiamo ultimando le progettazioni per passare dalle parole ai fatti. Al momento Roma ha stanziato per tutta la Toscana solo 66 milioni di euro ma il conto dei danni è di 2 miliardi e 700 milioni di danni. Anche l’Europa darà una mano alle popolazioni toscane. L’unico che fa finta che niente sia accaduto è l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Cocci e Cioni inviino alla loro leader le foto che hanno scattato al sopralluogo, magari riescono a convincerla. Noi non ci siamo riusciti al momento. Confidiamo in loro, ci tengano aggiornati”.
Al momento dalle casse comunali, fa sapere il Comune, sono usciti oltre 12 milioni per fronteggiare l'emergenza alluvione ma al momento l'ente ha ottenuto l'autorizzazione al rimborso, attraverso il fondo nazionale per l'emergenza, di soli 2.293.000 euro. “Numeri – conclude la sindaca – che dicono tutto sull’impegno di questo governo per i territori alluvionati tra cui Figline”.
Al contrario di quanto sostenuto dal gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, sostiene ancora il Comune, gli interventi programmati su Figline sono numerosi e a buon punto.
Il punto è stato fatto la scorsa settimana dall’assessore ai lavori pubblici Marco Sapia con gli uffici. Per il ponte sulla Bardena, nel centro del paese, la progettazione è in ultimazione e prevederà la sistemazione delle travi e della campata nonché l’installazione dei guard rail sul ponte. L’intervento ammonta a 80mila euro.
Quanto al ponte all’inizio di via di Malcantone è necessario intervenire per migliorare il deflusso del torrente. Il ponte sarà dunque demolito e ricostruito con un intervento da 130 mila euro. Da valutare come trattare la condotta del gas che passa di lì. Entrambi gli interventi devono essere fatti con la bella stagione perché è vietato lavorare nell’alveo quando il rischio pioggia è alto. A settembre il Comune sistemerà la sonda del torrente e il ciglio della strada dal cimitero alla cassa di espansione esistente. Il genio civile inoltre, sta per cominciare una serie di interventi all’alveo del fiume.
I lavori al cimitero sono finanziati per 350mila euro ed è prossima la gara. L’intervento al parcheggio invece era già finanziato ma proprio a causa dell’alluvione è stato necessario “congelarlo”. La coperta è corta e per far fronte all’emergenza è stato necessario fare una scelta. “L’indifferenza del governo comporta anche questo” chiosa la sindaca Bugetti.