Il Tirreno

Prato

Il caso

Pandoro Balocco e Ferragni, la procura di Prato ha aperto un'inchiesta

Pandoro Balocco e Ferragni, la procura di Prato ha aperto un'inchiesta

Il Codacons chiede di fare indagini sul territorio tese ad accertare la possibile truffa aggravata

3 MINUTI DI LETTURA





PRATO. Il caso Ferragni e pandoro Balocco “Pink Christmas” irrompe nella cronaca pratese: il procuratore facente funzione Laura Canovai ha infatti aperto un fascicolo d’inchiesta “modello 45”, ovvero al momento senza ipotesi di reato e senza indagati.

Un atto dovuto per l’obbligatorietà dell’azione penale, come fanno sapere dalla procura di Prato, che come tutte le altre procure d’Italia ha ricevuto un esposto da parte del Codacons, l’associazione dei consumatori, che ipotizza il reato di truffa aggravata per la vendita del tipico dolce natalizio sponsorizzato dall’influencer Chiara Ferragni per conto dell’azienda Balocco, che avrebbe dovuto sostenere l'ospedale Regina Margherita di Torino e in particolare la ricerca sull'osteosarcoma e sarcoma di Ewing per comprare un nuovo macchinario.

In realtà la somma donata era già stata stanziata dalla Balocco a maggio 2022, mentre le aziende Fenice e TBS Crew, che gestiscono i marchi e i diritti di Chiara Ferragni, insieme a Balocco, avrebbero pubblicizzato il pandoro, venduto a un costo superiore di quello “tradizionale” (due volte e mezzo in più: 9 euro invece che 3,70), in modo considerato ingannevole, facendo pensare alle persone che i soldi ricavati dalla vendita sarebbero andati in beneficenza all’ospedale di Torino. Ferragni, da questa operazione, come non bastasse ha guadagnato oltre un milione di euro.

Per questi motivi è intervenuto l’Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato) che ha sanzionato con un milione di euro l'imprenditrice e con 400mila euro l’azienda per la campagna promozionale natalizia considerata pubblicità ingannevole. Con la Ferragni che poi ha chiesto scusa in un video social, e si è presa ulteriori attacchi, suscitando nuove polemiche che ancora proseguono.

Da qui gli esposti del Codacons, che chiede alle procure di “valutare gli estremi per l'apertura di indagini sul territorio tese ad accertare la possibile fattispecie di truffa aggravata a danno dei consumatori sulla base dell'articolo 640 del Codice penale”. Associazione che ha anche richiesto alla guardia di finanza di "porre sotto sequestro i conti delle sue società a tutela delle azioni di rivalsa da parte dei consumatori che hanno acquistato il pandoro griffato".

Le motivazioni delle multe dell’Antitrust: “Far credere, nel comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa, che acquistando il “Pandoro Pink Christmas” i consumatori avrebbero contribuito alla donazione che, in realtà, era già stata fatta dalla sola Balocco; aver diffuso, tramite il cartiglio apposto su ogni singolo pandoro “griffato” Ferragni, informazioni idonee ad avvalorare la circostanza – non vera – che l’acquisto del prodotto avrebbe contribuito alla donazione pubblicizzata; aver pubblicato post e stories sui canali social della Ferragni in cui si lasciava intendere che comprando il pandoro si poteva contribuire alla donazione e che la signora Ferragni partecipava direttamente alla donazione, circostanze risultate non rispondenti al vero”.
 

Primo piano
L’attacco

Attentato in Germania, in Italia rafforzati i controlli ai mercatini di Natale. A Magdeburgo 5 vittime e 200 feriti: il ritratto del killer

Sportello legale