Il Tirreno

Prato

Nuova vita per i costumi della Turandot

Azelio Biagioni
Il costume dell'opera Turandot indossato dalla soprano Iva Pacetti
Il costume dell'opera Turandot indossato dalla soprano Iva Pacetti

Prato, sul portale Eppela ci cercano contributi per far tornare al loro splendore gli abiti appartenuti alla soprano pratese Iva Pacetti

01 novembre 2019
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PRATO. Era il 25 aprile 1926 quando al teatro alla Scala di Milano andava in scena la prima volta la Turandot di Giacomo Puccini. Ed i costumi che vennero indossati dal soprano per la prima assoluta ci sono ancora. Non tutti, però. Dei tre realizzati, uno è andato perso. Gli altri si trovano ora al Museo del Tessuto e sono in procinto di essere restaurati per essere poi fatti ammirare in tutto il loro splendore. È stato un privato a contattare il Museo spiegando di avere un baule con dentro degli abiti di scena appartenuti alla soprano pratese Iva Pacetti. Il Museo, vista l’importanza, ha quindi deciso di acquisire quel materiale.

Dopo quasi un secolo quegli abiti ci sono ancora ma hanno bisogno di essere restaurati ed ecco allora che dal 30 ottobre è partita la campagna di crowdfunding che durerà 40 giorni. Sono previste ricompense per i sostenitori in base alla cifra donata. Sul portale Eppela quanti vorranno potranno dare il proprio contributo per far tornare al loro splendore questi abiti che sono appartenuti alla celebre artista toscana, nata a Prato nel 1898 e morta a Milano nel 1981. La cifra da raccogliere è 12mila euro. Il progetto di restauro ha un costo di 35mila euro e la Regione ha dato un contributo di 15mila euro. Iva Pacetti era un soprano che si è esibita nei più prestigiosi teatri, come la Scala.

 «I costumi – racconta Daniela Degl’Innocenti conservatrice del museo – erano stati realizzati dal costumista della Scala Luigi Sapelli detto Caramba e servivano solo per le edizioni scaligere. La Pacetti ha avuto modo di cantare alla Scala diverse volte e probabilmente quegli abiti erano ancora utilizzati e poi sono passati nelle sue mani. Insieme ai vestiti ci sono pervenuti anche i gioielli di scena come una corona, un puntale che veniva messo sopra la parrucca ed anche questa ora è al museo». Lo stato di conservazione degli abiti non è buono e serve l’importante opera di restauro. E il presidente della fondazione museo del tessuto, Francesco Marini, annuncia che nel 2020, probabilmente a primavera, i costumi restaurati saranno al centro di una grande mostra su Turandot, proprio al museo. Intanto, il direttore Filippo Guarini parla dell’evento dell’11 novembre (ore 21) al museo quando in anteprima assoluta saranno mostrati.

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