Il Tirreno

Prato

I partigiani contro la commemorazione dei morti fascisti

Ennio Saccenti, presidente provinciale dell'Anpi
Ennio Saccenti, presidente provinciale dell'Anpi

Dura presa di posizione di Ennio Saccenti, presidente provinciale dell'Anpi: "E' un'offesa alla Resistenza, tornate nelle fogne". Polemico l'ex assessore Silli: "Ci dicano se Tofani era o non era un partigiano"

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PRATO. Il tentativo di rievocare i morti fascisti del 1944 ha provocato la dura reazione di Ennio Saccenti, presidente provinciale dell'Associazione nazionale partigiani italiani. "A 70 anni di distanza - scrive Saccenti - c’è chi non ha ancora capito (o vuole non comprendere ) che il 6 settembre 1944 il popolo pratese insieme ai partigiani festeggiava la ritrovata libertà insediando in Comune il nuovo sindaco della città Dino Saccenti, combattente per la libertà dal 1924, quando subì il primo carcere fascista. Ma soprattutto si ostinano a non capire che il 6 settembre 1944 a Prato il fascismo fu sconfitto definitivamente e nella stesura della Carta Costituzionale si legiferò che in Italia “è vietata sotto ogni forma la ricostituzione del partito fascista”."
 
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"Con il gesto che dodici persone hanno compiuto il 7 settembre, non solo hanno offeso la memoria della Resistenza, non solo hanno offeso le centinaia di persone che sul nostro territorio hanno combattuto e sconfitto una “genia” di squallidi personaggi al servizio dei nazisti compiendo atrocità inenarrabili e tuttavia conosciute e condannate dall’intera popolazione democratica e antifascista della nostra città, ma hanno ancora una volta dimostrato di quale squallida “feccia” è composto il misero mondo di chi si richiama a gesta che non si possono ripetere, non solo perché condannati nella Carta Costituzionale, ma perché condannati e isolati dalla stragrande maggioranza dei cittadini pratesi, toscani e italiani".
 
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"Nel riaffermare la ferma condanna di un gesto inqualificabile compiuto da dodici miseri soggetti - conclude Saccenti - non resta che concludere con uno slogan coniato all’indomani della liberazione: ”fascisti, carogne, tornate nelle fogne” e aggiungiamo che quello è l’unico posto dove possono trovare sede miserabili individui".
 
Polemico l'ex assessore Giorgio Silli, responsabile nazionale per l'immigrazione di Forza Italia. "Vorrei sapere da Saccenti se Marcello Tofani, detto Tantana (il responsabile dell'esecuzione sommaria) era o non era un partigiano - chiede Silli - Lo domando perché tanti partigiani lo hanno rinnegato dicendo che era semplicemente un sanguinario, mentre altri ora lo difendono. Servirebbe un po' di chiarezza. E ribadisco che non tutte le vittime dell'eccidio del Castello erano fascisti. Molti furono rastrellati a caso".
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