Piaggio e l’incubo dazi Usa, attesa per le scelte di Trump: i rischi e il “ruolo” dello stabilimento di Boston
Il pericolo non è tanto per gli scooter ma per la componentistica. La fabbrica della Vespa punta a far pesare all’amministrazione statunitense il sito produttivo aperto da anni a Boston
PONTEDERA. Un «no comment» con un doppio significato. Perché sbilanciarsi sulle scelte di politica commerciale effettuate da Donald Trump è come scommettere alla roulette. Così come è altrettanto vero che il mercato degli scooter negli Usa è marginale e di nicchia. Tuttavia per la Piaggio – al momento esclusa dai dazi trumpiani imposti solo sulle auto – le decisioni prese Oltreoceano hanno un peso non indifferente. Da qui il silenzio in questi giorni della fabbrica della Vespa, conscia di correre un rischio fortissimo se i dazi dovessero essere estesi alla componentistica, ma allo stesso tempo pronta a giocarsi la carta dello stabilimento produttivo aperto da anni negli Stati Uniti, per la precisione a Boston.
La casa dei robot
In realtà il “Piaggio Fast Forward” ha poco o nulla a che fare con scooter e motocicli. È più che altro un centro di ricerca sulla mobilità del futuro. La città del Massachusetts, del resto, è uno dei principali centri mondiali della tecnologia robotica. Alle attività di studio e sviluppo Piaggio ha però affiancato, a partire dal 2019, quella produttiva. Nel quartiere di Charlestown è stato infatti aperto uno stabilimento per la costruzione di robot. Un’area di circa mille metri quadri destinati all’assemblaggio e alla produzione di Gita e Kilo. Gita è un veicolo autonomo, intelligente, ideato per assistere le persone trasportando fino a 18 chili di prodotti. Kilo è il suo fratello maggiore con una capacità di carico può trasportare fino a 100 chili di peso.
Born in the Usa
Entrambi questi prodotti possono vantare la scritta “Designed and assembled in Boston, U. S. A. ” . Una “qualifica” che potrebbe avere un peso anche per gli scooter. Lo stabilimento di Boston permette infatti a Piaggio di non essere un’azienda “aliena” negli Stati Uniti. E proprio sul fatto di avere delle produzioni Oltreoceano è una delle carte che molte aziende – e con loro i governi nazionali – stanno cercando di utilizzare nelle trattative, difficilissime, con il governo americano per evitare i famigerati dazi del trio Trump-Vance-Musk.
Nicchia di mercato
La Piaggio ha nel paese a stelle e strisce una quota importante nel mercato degli scooter: vale a dire il 21% del settore. «Tuttavia – fanno sapere da Pontedera – si tratta di una quota marginale come ricavati». Questo perché quello degli scooter è un mercato di nicchia. Vuoi per le distanze che spesso rendono questi mezzi inutilizzabili per gli spostamenti. Vuoi per le regole all’interno delle città: al contrario di quanto accade in Europa non possono essere parcheggiati nei marciapiedi o lungo le strade e, soprattutto, è vietatissimo fare lo zig zag tra le automobili in coda ai semafori delle città.
La grande paura
I veri rischi per la fabbrica di Pontedera potrebbero però arrivare dal settore della componentistica. Vale a dire tutti quei pezzi che il costruttore acquista presso terzi e si limita a montare. Un settore in cui Piaggio tanto esporta quanto importa. Un do ut des che potrebbe costare carissimo qualora su cicli e motocicli si applicassero le regole – per altro non ancora del tutto chiarite – stabilite per le auto e che, per paradosso, hanno colpito anche i veicoli Tesla prodotti dallo stesso Musk.
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