Pontedera, molestava la nipote 14enne: nonno a processo dopo due tentativi di archiviazione
Nel telefono del pensionato numerose immagini pornografiche. Le indagini partite quando l’adolescente ha confidato il suo disagio
PONTEDERA. Una lunga indagine, due opposizioni alle richieste di archiviazione da parte della procura e infine per un pensionato di circa 75 anni, residente in un piccolo paese vicino a Pontedera, il giudice dell’udienza preliminare Susanna Messina ha disposto il rinvio a giudizio per il reato di molestie nei confronti della nipote che al momento del fatto aveva da poco compiuto i 14 anni. I fatti al centro della vicenda giudiziaria sono avvenuti tra il 2021 e il 2022, in provincia di Pisa.
Cercava di rimanere solo con lei e le mostrava video porno
L’indagine è iniziata dopo che la minorenne ha riferito ad una assistente sociale che il nonno, quando erano soli, in situazione diverse, sia in casa che sull’auto come in giardino, le rivolgeva attenzioni morbose. Comportamenti che l’avevano colpita: il nonno le mostrava fotografie e video sessualmente espliciti, come poi lei ha ripetuto anche nelle audizioni durante le fasi iniziali dell’inchiesta che inevitabilmente ha avuto conseguenze nel contesto familiare.
Prima la richiesta di archiviazione, poi la scoperta sul cellulare del nonno
Ne è seguita una denuncia alla procura che ha delegato per le indagini i carabinieri, ipotizzando in un primo momento il reato di corruzione di minorenne. Al termine della prima fase delle indagini la procura ha chiesto l’archiviazione in quanto non erano emersi elementi tali da fare ritenere che il nonno, difeso dall’avvocato Gino Doveri, avesse abusato della nipote. Con l’opposizione alla richiesta di archiviazione il legale della parte offesa, avvocato Massimo Nitto, ha rappresentato al giudice la necessità della prosecuzione delle indagini che fino a quel momento non avevano preso in considerazione la possibilità di verificare se nel telefono del nonno ci fossero o meno riscontri rispetto alle immagini pornografiche menzionate dalla minorenne. Dopo l’opposizione il giudice ha dunque ordinato il sequestro del telefono dell’imputato.
Una seconda richiesta di archiviazione
Ma anche questa seconda parte delle indagini non si è rivelata utile a convincere il pubblico ministero ad andare avanti per arrivare in giudizio. Ne è seguita una seconda richiesta di archiviazione a questo punto l’avvocato della parte offesa ha presentato una nuova opposizione chiedendo al giudice di verificare il contenuto della cache memory del telefono, secondo le indicazioni prospettate dal Ris di Roma nella propria relazione: nel telefono sono state trovate oltre quarantamila immagini gran parte delle quali con contenuti pornografici e immagini più che esplicite, sempre riferite alla sfera sessuale. Valutati questi elementi, nell’udienza di ieri, il Gup ha disposto il rinvio a giudizio modificando il capo di imputazione iniziale in quello di molestie, considerando che i fatti si sono svolti dopo che la parte offesa aveva compiuto i 14 anni.