Pontedera, ristorante celebra i 125 anni: i motivi del nome, i segreti del successo e i piatti più amati
L’Aeroscalo ha fatto la storia della ristorazione e dell’accoglienza a Pontedera: festa a brindisi con i clienti
PONTEDERA. Ultimi decenni del 1800. A Pontedera inizia a svilupparsi l'industri tessile e si gettano le basi di quello che poi sarà il Duomo. In quello stesso periodo, non distante dalla chiesa, all'inizio di corso Matteotti, dalla parte di piazza Martiri delle Libertà Emma Gabbani e Giuseppe Marianelli coronano il loro sogno e rilevano la gestione di una piccola trattoria dove fino a quel momento avevano lavorato, in sala e in cucina.
Qualche anno dopo, per l'esattezza il primo gennaio 1900 si trasferiscono all'angolo di via Primo Maggio, proprio davanti all'attuale bar Ferretti. Decidono di chiamarlo Aeroscalo perché è il punto di ristoro più vicino all'hangar da dove partono i dirigibili che pattugliano i cieli della Toscana. La gestione passa al figlio Brando, alla moglie Elsa Centoni e alla zia Assunta, presenza costante in cucina. Avanti veloce e il ristorante prende letteralmente il volo.
Diventa un luogo del cuore di tanti pontederesi, la prima scelta per la qualità del cibo e la genuinità dei prodotti. La consacrazione poi arriva con Francesco Marianelli, da tutti, anche in omaggio e nel ricordo del padre, ribattezzato Brando e la moglie Grazia. Maglietta rigorosamente nera, a mezza maniche e occhiali a goccia Francesco, scomparso a febbraio del 2023, sapeva dosare la simpatia e la discrezione, la gentilezza e la grande arte culinaria appresa in famiglia. Una capacità di soddisfare in tutto e per tutto i clienti che resta indimenticabile nelle pieghe della storia della città e che ha tramandato, insieme alla simbiosi con i fornelli, con gli ingredienti e con il giusto mix di tradizione e innovazione, alle figlie Silvia e Francesca che oggi dirigono il ristorante in via Roma, qualche metro più in là del precedente locale. E che festeggiano 125 anni di attività.
Tra il passato e il presente ci sono cinque generazioni di Marianelli, considerando i figli delle sorelle, Filippo e Rebecca, che danno una mano per far crescere un'eccellenza nel settore che ha attraversato due cinquantenni e mezzo in costante evoluzione ma sempre con i piedi ben saldi nelle proprie origini. «L'idea della ristorazione è partita dai nostri bisnonni Emma e Giuseppe. Poi è toccato ai nonni portare avanti la professione e a nostro padre, subentrato alla fine degli anni Settanta. Sin da piccolissime – raccontano Silvia e Francesca Marianelli – siamo cresciute qui dentro. Al ritorno da scuola ci fermavamo al ristorante perché i nostri genitori erano a lavoro. Ma ancora prima aiutavamo i nonni».
Silvia andava a prendere i caffè nel bar vicino, Francesca presidiava la cassetta di legno che una volta conteneva gli incassi, entrambe curiosavano in cucina, fra pentole e padelle e aiutavano a servire. Nel loro Dna scorrono piatti e ricette che affondano le radici in tempi lontani. Dalle classiche penne alla Santa Monica al baccalà coi porri, dai sapori della cacciagione all'osso buco. L'Aeroscalo è una garanzia. E non solo per gli innumerevoli premi di buona cucina ricevuti ma anche per la fila di clienti, abitudinari, occasionali e vip, che hanno sempre riempito i tavoli. «Da Dario Fo a Arisa, da Trapattoni a Silvio Orlando a Sergio Rubini. Da Riccardo Scamarcio a Andrea Bocelli, da Isabella Ferrari a Luca Zingaretti a Laura Morante che quando venne a pranzo da noi aveva mal di denti. Ricordarli tutti – aggiungono – è impossibile ma ci siamo tolte davvero tante soddisfazioni. Ci avevano anche proposto di aprire una filiale del locale a Boston».
Un viaggio del gusto inarrestabile, scandito anche da due riqualificazioni della location. La prima nel 1987, con la regia di Alberto Bartalini, la seconda ristrutturazione l'anno scorso, firmata da Home attitude di Barbara Ferretti e Marco Pasquinucci che segna anche il nuovo corso, con la passione e l'impegno di sempre. «Babbo piano piano – aggiungono le sorelle – ha lasciato a noi la guida anche se è rimasto presente fino all'ultimo. Stiamo pensando a come celebrare questo traguardo». E in effetti 125 anni sono una meta speciale. «Faremo dei gadget a forma di dirigibile e una festa con un brindisi collettivo in strada. Sarà un'occasione per stare insieme» concludono.