Rinascita per l’ex scuola con abitazioni e giardini
Fine dell’iter per l’acquisto all’asta della materna di via Corridoni Via ai lavori a breve, consegna degli appartamenti entro il 2025
PONTEDERA. Una volta c’era l’Omni, l’Opera nazionale per la protezione della maternità e dell’infanzia, l’ente assistenziale, istituito nel 1925, che aveva lo scopo di proteggere e tutelare le madri e i bimbi poveri e in difficoltà. Poi nacque l’asilo in via Corridoni che ha accolto intere generazioni di piccoli pontederesi. Adesso c’è invece una metamorfosi in corso che porterà, alla fine del 2025, alla realizzazione di undici unità immobiliari, di varie metrature, con giardini a piano terra e terrazze ai piani superiori, oltre alla riqualificazione dello spazio verde circostante e 22 posti auto. È la mini rivoluzione che sta investendo l’ex scuola materna e che ha preso il via ufficialmente l’altro ieri con la firma dell’atto notarile che ha sancito il passaggio di proprietà dell’immobile, dal Comune di Pontedera alla Galiano Group, una holding formata da diverse società aventi come scopo lo sviluppo e le costruzioni di immobili di prestigio. L’azienda, presente a livello internazionale da circa venti anni, con sede principale a Ponsacco e secondaria a Roma, si era aggiudicata l’asta a luglio, il decimo tentativo bandito, con un prezzo base di 769.500 euro. Così da una parte si conclude un percorso piuttosto travagliato, partito il 9 gennaio del 2023, quando per la prima volta l’edificio rosa che si affaccia sulla Tosco Romagnola all’altezza della passerella fu messo all’asta e dall’altra si apre un capitolo nuovo, tutto da scrivere. Con la consapevolezza che l’ex scuola di via Corridoni è un luogo del cuore di molti pontederesi, che racconta quasi un secolo di storia.
La storia
Tanto che i primi riferimenti al fabbricato, secondo le ricerche di Michele Quirici, rinvenuti negli archivi di Palazzo Stefanelli, sono in una lettera dell’avvocato Maglioli, datata 1941 e spedita al podestà di Pontedera, in cui il professionista metteva a disposizione la copertura finanziaria per l’acquisto del terreno per erigere l’immobile. Costruito dall’Onmi tra il 1940 e il 1942, l’edificio ha avuto la funzione di “assistenza e cura delle madri e delle donne gestanti bisognose e di protezione dell’infanzia e di fanciulli o minori abbandonati”, fino allo scioglimento dell’ente nel dicembre del 1975. Divenuto proprietà del Comune, è stato un asilo e la sede del giudice di pace. Nell’estate del 2020 ne è stata dichiarata l’inagibilità, con il trasloco urgente della scuola e degli alunni nella nuova sede in via dell’Olmo per poi cambiare ancora una volta, con l’ennesima trasformazione di qualche tempo fa, fra l’altro la più degradante, in un ricovero di senzatetto.
La svolta
Ma ora è arrivata la svolta. I 1.554 metri quadrati interni e gli 826 esterni risorgeranno a nuova vita. Con appartamenti al posto delle aule. «La nostra città ha numerosi immobili che hanno rappresentato nel corso degli anni una funzione sociale importate. Oggi alcuni di essi – dice l’architetto Lorenzo Bianchini, dell’omonimo studio che seguirà la riqualificazione della struttura – trovandosi in stato di abbandono, aumentano il degrado del tessuto urbano. La rigenerazione di questi “vortici neri” all’interno del contesto sociale è allora una condizione indispensabile per migliorare la città e la quotidianità. Per questo motivo è una grande soddisfazione per me poter lavorare al progetto per il recupero dell’Ex Omni, conosciuta dai veri “pontaderesi” come Maternità».
L’obiettivo
Per mesi uno dei simboli della città della Vespa non aveva trovato un lieto fine. Poi la cifra di partenza del bando, in origine fissata in un milione di euro, ha cominciato a scendere mentre saliva l’interesse legato alla struttura. Il cerchio si è chiuso ed ecco la nuova scommessa immobiliare, funzionale e all’avanguardia. «L’intervento di ristrutturazione – conclude – sarà realizzato con l’utilizzo di prodotti da costruzione a basso impatto ambientale, tecnologie avanzate per il risparmio energetico e fonti rinnovabili. Stiamo lavorando con l’obiettivo di riconsegnare l’edificio alla fine del 2025».
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