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A Lari il pastificio Martelli conquista un altro premio

di Paola Silvi
L’esterno del pastificio Martelli a Lari
L’esterno del pastificio Martelli a Lari

Il riconoscimento al “WineHunter Food Award” di Merano

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LARI. Fra due anni festeggerà un secolo tondo tondo di attività. Ma in attesa di un traguardo che racconta tradizione ed esperienza maturate nel tempo e altrettanta passione trasmessa di padre in figlio, il pastificio della famiglia Martelli ha incassato l'ennesimo premio. Stavolta si tratta del “WineHunter Food Award” di Merano.

Il riconoscimento viene attribuito a prodotti internazionali e nazionali che, a seguito di un'attenta valutazione e degustazione da parte di una commissione di esperti gastronomici, raggiungono un punteggio minimo di 90 punti su 100, garantendo al consumatore finale la qualità superiore del prodotto. Le penne classiche firmate Martelli hanno ottenuto questo merito, risultato di impegno e determinazione in ogni fase di preparazione del prodotto.

«Siamo felici – commenta il patron dell'azienda di Lari Dino Martelli – perché queste soddisfazioni confermano il nostro modo di lavorare». Una storia quella della famiglia Martelli che inizia nel 1926 ed è giunta oggi alla terza generazione. Da sempre collocata in pieno centro, nel piccolo paese immerso tra le colline pisane, l'azienda, in controtendenza, prosegue nella lavorazione artigianale senza nulla concedere a sistemi che, paradossalmente, faciliterebbero il processo, ma priverebbero il prodotto di caratteristiche che solo la cura e la costanza concedono alla qualità. E proprio per questi motivi, la pasta Martelli colleziona successi e attestati.

«Stavolta – spiega – il premio è andato alle penne lisce. Siamo l'unico pastificio che non accetta di produrle rigate, convinti che per legare il sugo non servano artifici”. Insomma il segreto dei Martelli sta “nei migliori grani della Maremma utilizzati e – continua il titolare - in un processo molto più lento di quello industriale». Una lavorazione e, in particolare un'essicazione più graduale che ovviamente consente una minor quantità di pasta realizzata ma una maggior qualità. «Il sapore del grano – aggiunge Martelli - è preponderante con una buona tenuta in cottura e con una porosità eccezionale che permette a ogni condimento di essere armoniosamente assorbito. Quando poi si mastica, la pasta senza righe è più delicata, ineguagliabile per il palato più pretenzioso. Senza dimenticare che è molto digeribile».

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