Il Tirreno

Pontedera

Il sogno dei “figli della Piaggio”: «Ricompriamo l’ex colonia»

di Paola Silvi
il gruppo in visita a metà luglio alla struttura in Liguria
il gruppo in visita a metà luglio alla struttura in Liguria

Appello agli imprenditori per la struttura di Santo Stefano d’Aveto

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PONTEDERA. La realtà a volte delude e traccia il profilo di un presente che sta lentamente sgretolando il passato. Ma per mantenere in vita i ricordi del cuore e dare una seconda possibilità a un luogo che ha accolto migliaia di pontederesi e che fino a metà degli anni Ottanta era un'istituzione quasi gemellata con la città, c'è ancora speranza. Dopo essere stati in visita, un mese fa, a Santo Stefano d'Aveto nell'ex colonia Piaggio dove, quando erano piccoli, come figli di dipendenti dell'azienda madre della Vespa, ci passavano intere settimane di vacanza, il gruppo formato da oltre 50 persone ha in mente un nuovo progetto su cui lavorare. Che scommette sulla riqualificazione di quella struttura, immersa tra le montagne che sovrastano Genova, in Liguria e che, per quasi mezzo secolo dal 1938 al 1984, ha ospitato tantissimi bimbi dai 6 ai 12 anni.

«Dopo la morte di Giovannino Agnelli l'immobile fu venduto e l'epoca dell'infanzia passata tra il verde dei prati e dei monti si chiuse. Quando siamo andati a vederlo siamo stati travolti da mille emozioni ma, allo stesso tempo, siamo rimasti molto dispiaciuti dallo stato di abbandono in cui si trova l'edificio», racconta Patrizia Ciampi, oggi maestra alla scuola primaria di Cascine di Buti ma che in colonia è entrata prima da bambina nel 1968, poi nei panni di “signorina” e alla fine anche come vicedirettrice. L'immobile attualmente è all'asta per un valore di 800mila euro, dopo il fallimento dell'ultima società che lo aveva rilevato «ma si trova nel degrado», aggiunge Pietro Tedesco, portavoce del gruppo.

Questi uomini e donne che quarant'anni fa trascorsero diverse estati tra passeggiate nel bosco, giochi, pomeriggi a colorare, uscite in paese per comprare i pensieri da regalare, al ritorno, alla mamma, non possono rassegnarsi all'incuria e alla decadenza che sta toccando all'ex colonia. Ed ecco l'idea. «Abbiamo pensato – continua – con il coinvolgimento dell'amministrazione pontederese, di quella di Lajatico e di quella di Santo Stefano D'Aveto, con la presenza di don Angelo Cuter, parroco dei Villaggi, con quella delle forze politiche di opposizione rappresentate da Gian Paolo Quercetani di organizzare un pranzo e lanciare la nostra proposta di recupero. Vorremmo cercare il sostegno di alcune imprese del territorio che tengano a questa storia e abbiano voglia di investire su questo simbolo così da rigenerarlo e dargli una nuova vocazione. Intanto ringraziamo il gruppo nato sui social che ha creato l'occasione per ritrovarci, la Fondazione Piaggio e Laura Battaglini».

L'appello insomma è rivolto agli imprenditori, da Pontedera alla Liguria, affinchè aiutino a concretizzare l'intenzione degli ex bambini Piaggio. «L'edificio potrebbe accogliere un centro ricreativo, di ricerca oppure sportivo», spiega Tedesco. Di fatto, dopo il tour di metà luglio all'insegna dell'amarcord, il percorso non si ferma. «Il pranzo – spieganoTedesco e Alessandra Anichini – fissato per il 22 settembre alle Officine Bocelli di Lajatico permette di incontrarci. Poi, con l'appoggio e la generosità di chi vorrà offrirsi cominceremo l'iter».

Un sogno collettivo da coltivare con intrapendenza e coraggio. «Un'occasione anche per la nostra comunità – conferma l'assessore del comune ligure Alessandro Badaracco – di cambiare volto a quello che è un mostro ecologico.Come amministrazione siamo pronti a rivalutare i vincoli sull'edificio». Chi fosse interessato a partecipare al pranzo può contattare il 345 0809131.
 

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