Il Tirreno

Pontedera

La ricostruzione

Diarra, morta a 3 anni nell’incendio in casa: il cortocircuito poi le fiamme mentre la bimba dormiva

di Francesco Turchi e Nilo di Modica

	L’interno dell’appartamento devastato dall’incendio (Foto Franco Silvi)
L’interno dell’appartamento devastato dall’incendio (Foto Franco Silvi)

Santa Croce sull’Arno, i soccorritori credevano di aver messo tutti al sicuro, ma non era così. E quando hanno raggiunto la piccola era tardi. Undici le persone intossicate

25 agosto 2024
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SANTA CROCE SULL’ARNO. È l’ora di pranzo. Il cuore di Santa Croce sull’Arno è quasi deserto in una domenica di fine agosto da godersi prima del ritorno al lavoro. In tanti sono al mare, altri sono rimasti qui, per vivere una giornata in serenità tra le mura di casa. Via Turi è una piccola traversa di corso Matteotti. È qui che una palazzina su tre piani si trasforma in un inferno di fiamme e fumo. Che avvolgono la casa di una famiglia senegalese. Tra loro c’è la piccola Diarra Sow. Ha soltanto 3 anni e nove mesi. E sta riposando nella sua cameretta. Forse neanche si accorge di quel maledetto incendio che la uccide.

Un destino maledetto al quale i soccorritori cercano di strapparla con la forza della disperazione. Ma non basta. Pensavano di aver salvato tutti. Ma soltanto in un secondo tempo sono stati avvertiti che all’appello mancava la piccolina. E quando l’hanno raggiunta, era troppo tardi. L’hanno rianimata, ma il suo cuoricino si è fermato ancora. L’hanno trasportata in ospedale a Empoli, sperando in un miracolo che non c’è stato.

Il cortocircuito

Sono le 12,10 quando nella palazzina divampa l’incendio. Probabilmente a innescarlo è stato un cortocircuito partito dal forno a microonde. L’appartamento è pieno di oggetti e suppellettili. Ai fornelli c’è il pranzo in cottura, con tanto olio. Condizioni che trasformano in pochi secondi le scintille in fiamme. In casa – secondo alcuni testimoni – ci sono diversi bimbi e due adulti. La mamma e la nonna. Ed è proprio quest’ultima a uscire in strada per prima, con due piccoli in braccio. Chiede disperatamente aiuto. E lo ottiene.

I soccorsi

Il dispiegamento di forze non si fa attendere. Arrivano i mezzi del 118, quelli dei vigili del fuoco e i carabinieri. Vengono portati in salvo altri bambini che erano nell’appartamento al secondo piano. E un’altra famiglia, che vive in quello accanto. Nel frattempo il corso si riempie di persone. Chi abita nelle vicinanze si riversa in strada per capire cosa sta accadendo, con la testa all’insù, rivolta costantemente verso quelle finestre dalle quali continua a uscire un fumo denso. Si contano undici intossicati, tutti trasportati negli ospedali di Empoli e Pontedera per accertamenti. Ma nessuno di loro è in pericolo di vita.

Le urla della nonna

Nel frattempo però la paura diventa tragedia. «Manca la bambina, manca la bambina», grida la nonna. Sono passati alcuni minuti dall’inizio dell’intervento. Sembrano pochi, ma si riveleranno troppi. Perché Diarra ha continuato a respirare fumo per tutti quei lunghissimi minuti. I soccorritori sfidano le fiamme, contro le quali stanno combattendo senza sosta i vigili del fuoco, arrivati con due mezzi. Riescono a raggiungere la cameretta, dove trovano la piccola priva di sensi. La tirano fuori dall’inferno. Nel frattempo viene allertato l’elisoccorso Pegaso. Ma la situazione è disperata. Si decide di trasportare la piccola all’ospedale San Giuseppe, dove purtroppo un’ora più tardi viene dichiarata morta. Santa Croce assiste in lacrime al completamento delle operazioni di spegnimento e di bonifica. Poi il triste iter giudiziario (verrà aperta un’inchiesta e sul corpicino sarà effettuata l’autopsia): l’appartamento viene sequestrato, mentre quello accanto e quello sopra vengono dichiarati inagibili.

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