Il Tirreno

Pontedera

La storia

Pontedera, nati nell’ospedale allagato: «Benvenuta Sofia, è la vita che si rinnova»

di Sabrina Chiellini
Karima Bouhaddaj con la figlia appena nata
Karima Bouhaddaj con la figlia appena nata

In ginecologia allestita una sala parto al primo piano, mamme trasferite in pediatria. «Abbiamo avuto due lieti eventi e un ricovero d’urgenza di una donna con le doglie»

04 novembre 2023
4 MINUTI DI LETTURA





PONTEDERA. La città è sconvolta dal nubifragio. Gli allagamenti sono alle porte dell’ospedale Lotti, l’acqua è già nei corridoi, nel reparto dell’emodialisi e nella radiologia al piano terreno. Non c’è tempo per stare troppo a pensare. «Alle 19, 30 abbiamo deciso di evacuare il reparto per prevenire situazioni a rischio – spiega la primaria Martina Liut – abbiamo diviso le donne da noi ricoverate. Quelle che avevano partorito sono state trasferite nel reparto di pediatria. Le quattro donne in attesa di partorire le abbiamo trasferite nei nostri ambulatori al primo piano. Qui, in pochissimo tempo e con l’aiuto della caposala e di tutto il personale, abbiamo allestito una sala parto per non farci cogliere alla sprovvista. Infatti nella notte abbiamo avuto due parti, un cesareo e uno naturale. E siamo riusciti a ricoverare d’urgenza una donna arrivata, tra l’altro, con mezzi propri e mille difficoltà. Alla fine è andato tutto bene, ma anche solo a vedere i video degli allagamenti viene l’ansia». C’è sempre speranza anche nei momenti difficili. A differenza della Farmacia dell’ospedale, andata sott’acqua, Ostetricia e Ginecologia, sempre sullo stesso corridoio su cui si affacciano ascensori e Dialisi danneggiati dall’alluvione, si salva dall’acqua. Già nella mattinata di ieri tutte le degenti sono rientrate nelle loro camere. Il pianto dei bambini, i sorrisi delle madri sono il segnale di un ospedale che ritrova la sua normalità. È qui che incontriamo Karima BouhaddaJ, 41 anni, di Ponsacco, dipendente di Amazon, mamma per la terza volta durante una notte di tempesta difficile da dimenticare. «So che è un brutto momento per la città, noi siamo felici, è nata Sofia. È la vita che si rinnova».

Nella stanza accanto ci sono Anna Bernardini, 28 anni di Vicopisano e Marco Spaziano, genitori di Lorenzo. «Se le strade e l’ingresso dell’ospedale non fossero stati allagati, forse non sarei riuscito a vedere nascere mio figlio. – ammette Spaziano – Non potendo lasciare l’ospedale a causa del nubifragio sono tornato indietro, ero qui quando Anna ha partorito». Una serata complicata per le due famiglie. «I genitori di Marco – aggiunge Anna – sono rimasti bloccati sull’auto in una delle strade vicine all’ospedale. Sono stati aiutati dalla protezione civile. Una notte in cui non ci siamo fatti mancare niente ».

Prove di normalità in tutto l’ospedale Lotti dove, a parte i danni per gli allagamenti per cifre sicuramente importanti. Sicuramente il Lotti oggi è in una condizione molto diversa da quella del 1966, così come lo è il contesto urbano. La giornata di ieri ha visto al lavoro numerose squadre di tecnici e operai, oltre ovviamente ai dipendenti dell’ospedale e al personale Asl che si occupa dei piani della protezione civile. Sopralluoghi anche di amministratori locali e regionali, come l’assessore comunale Mattia Belli, e il presidente del consiglio regionale, Antonio Mazzeo. Ambulatori deserti e tracce di umidità ovunque nel reparto della Dialisi. «In poco tempo l’acqua è salita a 20-30 centimetri – racconta Emiliano Carlotti, coordinatore degli infermieri – alle 19.20 i pazienti sono andati via a quel punto abbiamo evacuato il repato».

«Chi ha progettato l’ospedale – spiega il direttore sanitario Luca Nardi all’inizio di una lunga giornata in cui si comincia a fare la conta dei danni – ha valutato l’importanza di trasferire la maggior parte dei reparti al primo piano. Se penso alle immagini dell’altra sera, quando si è allagato il corridoio dell’ospedale ammetto che abbiamo avuto molti timori, ma siamo riusciti a contenere i disagi. L’ospedale è soggetto a questi eventi per cui non abbiamo degenze al piano terra se non in una parte più rialzata della ginecologia. Ma abbiamo alcuni servizi, come una delle due Dialisi, una delle due Radiologie».

In questa situazione avere una Dialisi all’interno di un container, nonostante le mille polemiche legate alla mancata realizzazione di un moderno reparto, è stato d’aiuto. «Abbiamo riprogrammato la Dialisi esterna su quattro turni per ridurre i disagi ai pazienti». Tac e altri macchinari per le diagnostiche situati nella Radiologia vicina all’ingresso sono fermi. «Abbiamo rinviato alla prossima settimana gli appuntamenti già programmati – continua Nardi – i blocchi operatori sono funzionanti ma solo per i pazienti già ricoverati, gli altri interventi sono stati rinviati. Tutta la parte della chirurgia ambulatoriale funziona invece regolarmente».

Se è stata pompata l’acqua nei vani degli ascensori rimasti bloccati per buona parte della giornata, se i pavimenti della mensa e degli spogliatoi sono stati asciugati, la situazione resta complessa per il locale Osmosi dove ci sono le pompe e le strumentazioni per la dialisi.

«Spero che quanto prima, forse già dalla prossima settimana, anche la Dialisi interna torni funzionante. I danni qui sono stati rilevanti. Per la farmacia invece si tratta di pulire il pavimento, non ci sono danni ai medicinali. Già domani (oggi per chi legge) potrà riaprire ai cittadini, mentre per le necessità dei reparti funziona regolarmente».
 

Primo piano
Lo studio

Cibo, benzina e bollette: quanto pesano al mese le spese “obbligate” sui bilanci delle famiglie

Sportello legale