L’operazione
Peccioli, ampliamento della discarica e nuovo impianto per i rifiuti: c’è il doppio “no” di Palaia
Le osservazioni in vista dell’inizio delle Conferenze dei servizi
PALAIA. «Abbiamo in mente un’idea di territorio diversa». Il sindaco di Palaia, Marco Gherardini, l’aveva sottolineato in un incontro pubblico a fine luglio, parlando dei progetti di Peccioli sul fronte ambiente e rifiuti. E ora la sua amministrazione ha formalizzato la presa di posizione presentando due osservazioni rispetto ad altrettanti progetti che stanno affrontando l’iter per l’ottenimento del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) : l’ampliamento della discarica di Legoli (piano presentato da Belvedere Spa) e la realizzazione di un nuovo impianto da 125 milioni di euro, un ossicombustore con tecnologia flamless (che vede in cabina di regia la newco Novatosc srl, partecipata all’85% da Belvedere e al 15% dalla società Oxoco) , basato su un particolare processo di ossidazione termica mediante una tecnologia di combustione senza fiamma e che riguarda quei rifiuti che attualmente non possono essere recuperati e sono destinati alla discarica; con questa tecnologia, verrebbero prodotte delle palline di vetro per il mercato dell’edilizia, per la produzione di asfalti o terreni drenanti.
L’iter
In entrambi i casi, dunque, tra le osservazioni arrivate alla Regione, ci sono anche quelle del Comune di Palaia. Tutta la documentazione farà parte del “dossier” che verrà analizzato in Conferenza dei servizi (che riunisce tutti i soggetti pubblici coinvolti nei procedimenti che prevedono il rilascio di autorizzazioni, nulla osta e pareri necessari per la realizzazione di nuovi interventi, sia pubblici che privati, analizzando progetti, osservazioni e controdeduzioni) , dove potranno essere presentate integrazioni e controdeduzioni, prima di passare la palla – insieme a un parere, comunque non vincolante – alla giunta regionale, che dovrà esprimersi.
Troppi rifiuti
Il primo “no” riguarda l’ampliamento della discarica: anche il piano-bis, seppur ridimensionato, non convince comunque l’amministrazione-Gherardini. Dopo la bocciatura da parte della Regione riguardo al primo progetto, la Belvedere ne ha presentato uno nuovo, con una volumetria scesa a 4,3 milioni di metri cubi di conferimenti e un taglio alla durata, passata da 25 a 18 anni. Tutto questo alla luce del fatto che, teoricamente, allo stato attuale il sito di Legoli dovrebbe chiudere tra 14 mesi. «La nuova richiesta – scrive il Comune di Palaia – differisce dalla precedente (rigettata solo un mese prima) solo per una limitata riduzione, meno del 20%, dei quantitativi di smaltimenti previsti (da 5,27 milioni di metri subi a 4,3 milioni) . E le criticità sono quelle identiche già rilevate nella prima fase: la proposta continua a costituire un sacrificio ambientale non giustificato da adeguate motivazioni relative ad esigenze da soddisfare e non si poneva e non si pone quindi in una logica di proporzionalità fra consumo delle risorse e benefici per la collettività». Secondo il Comune, tra le varie lacune, il progetto «manca di una valutazione corretta delle conseguenze ambientali e sanitarie. Nel corso degli ultimi anni numerose volte abbiamo evidenziato, così come i residenti di Montefoscoli, produzione di odori molesti che portano pregiudizio alla popolazione e ai turisti. Belvedere non esemplifica alcuna misura di contenimento delle emissioni e non prevede una rete permanente di monitoraggio e valutazione».
Inoltre «si ritengono assolutamente sottostimate le valutazioni sull’impatto del traffico». Alla luce di tutto questo «è evidente che ai fini della valutazione dell’impatto ambientale in tutti i suoi profili», l’esame del progetto di ampliamento dovrebbe avvenire in maniera congiunta, «e non separata» con la richiesta di Paur avanzata dalla Novatosc per la realizzazione di un impianto sperimentale di ossidazione termica nell’area della stessa discarica».
Nuovo impianto
Proprio in merito all’ossicombustore, l’amministrazione comunale di Palaia sottolinea che «la collocazione della struttura nel polo impiantistico della Belvedere consentirebbe, secondo i proponenti, importanti sinergie volte alla migliore interpretazione possibile della circolarità di settore. Nella relazione generale si richiama la sperimentazione in atto presso l’impianto della società Itea a Gioia del Colle (Bari) : ebbene, secondo quanto risulta, il provvedimento della Regione Puglia di proroga della sperimentazione è stato recentemente sospeso dal Tar. Non solo, la richiesta di un secondo impianto basato sulla stessa tecnologia da realizzare nella zona industriale di Bari è stata sospesa in sede di Conferenza dei servizi, anche in seguito al parere negativo del Comune di Bari: per questo secondo impianto, inoltre, la Regione Puglia, ha negato ogni finanziamento pubblico. Dunque la fase sperimentale in corso presenta esiti caratterizzati da incertezza e comunque non positivi».
Insomma, «l’impianto oggetto del presente atto autorizzativo non presenta una maturità sperimentale ed inoltre la letteratura e il dibattito scientifico al momento non risultano univoci visti i pochi dati a disposizione mentre le conseguenze sarebbero ambientalmente e socialmente impattanti in modo grave sull’intero territorio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA