Figlio disabile dimenticato alla Stella Maris dai genitori per cinque anni. Ma per la legge non è reato
Il Tribunale dice che non si tratta di abbandono di minori
FAUGLIA. Una scelta discutibile, ma non un reato. Aver lasciato il figlio disabile in un istituto di accoglienza e cura e poco alla volta essersi dimenticati di lui non configura il reato di abbandono di minori.
È una sentenza di cui sarà interessante conoscere le motivazioni quella pronunciata dal Tribunale di Pisa con cui è stato assolto un 48enne di origine straniera.
Il difensore, l’avvocato Gabriele Dell’Unto, ha concluso la sua arringa sostenendo che il comportamento dell’imputato per quanto biasimevole non comporta, comunque, la consumazione del reato di abbandono di minore.
La tesi è che sì, lo ha lasciato alla Stella Maris diradando sempre di più visite e interessamenti, ma non lo ha esposto a un pericolo per la sua incolumità. Lo ha lasciato in un luogo sicuro e dove poteva essere seguito al meglio.
Resta ancora irreperibile la mamma 41enne del ragazzo, da tempo maggiorenne e ancora ospite della struttura che si è trasferita a Marina di Pisa. Nell’ultima udienza il gip ha disposto il rinnovo delle ricerche fissando a luglio l’aggiornamento sulla rintracciabilità della donna, difesa dall’avvocato Roberto De Robertis. Da quello che è stato possibile stabilire, si era trasferita in Francia con il marito dopo aver lasciato il figlio nell’istituto di Montalto a Fauglia.
Una condizione di irreperibilità da valutare tra sei mesi circa. Le accuse sono le stesse contestate al marito.
Protagonista inconsapevole di una pagina triste di una rimozione familiare è il giovane con disabilità, ora 20enne, che dal luglio 2017 viene seguito alla Stella Maris.
La coppia per alcuni anni aveva vissuto a Santa Croce sull’Arno. L’unica traccia significativa è una piccola impresa edile intestata all’uomo. Intorno solo un’esistenza fantasma. Prima di partire per la Francia lasciano il figlio 15enne al centro di Montalto. Un contatto telefonico sempre più sporadico è l’unico momento di confronto con la dirigenza della struttura.
Un impegno che non obbliga più di tanto i genitori che ormai distanti migliaia di chilometri dal figlio. Un legame quasi inesistente che si concretizza, e sempre su sollecitazione del centro, una volta all’anno. In una forma che rende l’idea di quale fosse l’interesse di una padre e una madre nel dare sostanza al desiderio di riabbracciare un figlio in quelle condizioni: si trattengono per una mezz’ora, poi i saluti e arrivederci al prossimo anno.
Per il padre, invece, le visite sarebbero state più frequenti. E non sbrigative come sosteneva l’accusa. Non erano sotto processo i sentimenti di un padre verso il figlio disabile abbandonato da oltre cinque anni alla Stella Maris. È stato giudicato con il metro del codice penale il gesto di dimenticarsi di un figlio lasciato in un posto in cui alla fine ha ricevuto più amore di quanto avrebbe avuto dai due genitori che nel luglio del 2017 lo hanno accompagnato nel centro per poi sparire dalla sua vita.
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