La guida
La vecchia fonte sogna di tornare ai fasti del passato
Emilio Chiorazzo
La gente qui arrivava con il calesse Beveva qualche bicchiere e stava nel parco a leggere o ad ascoltare musica
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CASCIANA TERME. All’inizio del secolo scorso ci si arrivava con il calesse. Si faceva la spola tra lo stabilimento termale, nella piazza di Casciana Bagni e la sorgente di san Leopoldo. Si usciva dal paese, lungo il tragitto che portava verso Chianni. Poco più di due chilometri ed ecco la fonte e il suo parco. Qualcuno si faceva accompagnare dalle auto pubbliche, messe a disposizione dei viaggiatori ospiti. O dai pulmini che collegavano le due località. Qui si facevano feste, serate di intrattenimento. Ci si rilassava nella quiete del parco, tutto intorno alla sorgente. Questo fino a che, l’industria dell’imbottigliamento delle acque oligominerale e il sistema delle cure idroponiche, è andato in crisi. Qualche fonte, anche nella nostra zona, ha superato indenne il momento di difficoltà, altre, come la San Leopoldo, sono sparite. Ma l’intenzione di tentare un recupero, in questi anni, è sempre rimasta viva. Tanto che, nelle ultime estati, il parco intorno alla sorgente veniva tenuto aperto, ma le frequenze sono sempre state poche. Come pure l’idea dell’imbottigliamento, non è mai stata accantonata del tutto.
I calcoli sulla portata della sorgente, soprattutto dopo aver praticato una nuova perforazione, fanno ben sperare. E poi, c’è da dire che proprio per le sue qualità, quell’acqua “citola”, come la chiamavano i cascianesi, potrebbe benissimo essere usata come un integratore minerale, alla pari di quelli, tutti colorati e ammiccanti, delle pubblicità. La sorgente è pubblica, ma è data in concessione a un privato. E c’è un accordo con le Terme, che regola proprio il diritto di utilizzo delle acque. E proprio in base a questo accordo, nasce l’idea dell’utilizzo della sorgente. Tanto che il sindaco di Casciana Terme, Francesco Biasci, nel predisporre il piano urbanistico, lo strumento che disegna il futuro del paese, il suo sviluppo, la sua espansione, ha lasciato aperta più di una soluzione. Più di una via da percorrere. «Almeno due possibilità - dice il primo cittadino di Casciana - Intanto un eventuale rilancio dell’imbottigliamento e della sua commercializzazione. A patto che se ne faccia prima una verifica tecnica sulla buona riuscita dell’operazione».
E poi c’è l’altro progetto, forse quello che più dell’altro, sembra attuabile. «Lo strumento urbanistico - prosegue Biasci - prevede la possibilità di ristrutturare gli immobili presenti nel parco e adiacenti alla sorgente, trasformandoli in un alberghetto. Così, avremmo la struttura ricettiva, piccola ma accogliente, il parco e la sorgente idrominerale: un nuovo e complementare tassello, per completare l’offerta termale di Casciana. Questo progetto avrebbe anche il pregio di valorizzare ancora di più, sul fronte turistico e ricettivo, il territorio». Francesco Biasci si auspica che le decisioni prese dalla sua amministrazione nel piano urbanistico vengano catturate e rese realtà da qualcuno. «Questo - spiega - rafforza le occasioni di sviluppo di Casciana, in senso turistico. In un percorso che parte dal recupero della struttura esistente e dal rilancio di quella sorgente, per poi passare al recupero del teatro, per il quale c’è già la gara in corso». Gara alla quale hanno già presentato le proprie offerte almeno sei imprese edili. E che vanta anche un finanziamento regionale di tre milioni di euro.
«Poi - prosegue il sindaco - c’è da includere le nuove opportunità che abbiamo creato con la realizzazione di villa Borri. La sorgente di San Leopoldo è un pezzo di storia, un gioiellino che si trova in un ambiente suggestivo, sulle colline che guardano Volterra, o le terre che sembrano rimbalzare la voce di un concittadino illustre come Andrea Bocelli». Come dire, dalla fonte di san Leopoldo potrebbe partire quel tipo di sviluppo inquadrato in un territorio più grande e ampio come la Valdera, capace di esprimere e di catturare grandi risorse e anche grandi potenzialità.
I calcoli sulla portata della sorgente, soprattutto dopo aver praticato una nuova perforazione, fanno ben sperare. E poi, c’è da dire che proprio per le sue qualità, quell’acqua “citola”, come la chiamavano i cascianesi, potrebbe benissimo essere usata come un integratore minerale, alla pari di quelli, tutti colorati e ammiccanti, delle pubblicità. La sorgente è pubblica, ma è data in concessione a un privato. E c’è un accordo con le Terme, che regola proprio il diritto di utilizzo delle acque. E proprio in base a questo accordo, nasce l’idea dell’utilizzo della sorgente. Tanto che il sindaco di Casciana Terme, Francesco Biasci, nel predisporre il piano urbanistico, lo strumento che disegna il futuro del paese, il suo sviluppo, la sua espansione, ha lasciato aperta più di una soluzione. Più di una via da percorrere. «Almeno due possibilità - dice il primo cittadino di Casciana - Intanto un eventuale rilancio dell’imbottigliamento e della sua commercializzazione. A patto che se ne faccia prima una verifica tecnica sulla buona riuscita dell’operazione».
E poi c’è l’altro progetto, forse quello che più dell’altro, sembra attuabile. «Lo strumento urbanistico - prosegue Biasci - prevede la possibilità di ristrutturare gli immobili presenti nel parco e adiacenti alla sorgente, trasformandoli in un alberghetto. Così, avremmo la struttura ricettiva, piccola ma accogliente, il parco e la sorgente idrominerale: un nuovo e complementare tassello, per completare l’offerta termale di Casciana. Questo progetto avrebbe anche il pregio di valorizzare ancora di più, sul fronte turistico e ricettivo, il territorio». Francesco Biasci si auspica che le decisioni prese dalla sua amministrazione nel piano urbanistico vengano catturate e rese realtà da qualcuno. «Questo - spiega - rafforza le occasioni di sviluppo di Casciana, in senso turistico. In un percorso che parte dal recupero della struttura esistente e dal rilancio di quella sorgente, per poi passare al recupero del teatro, per il quale c’è già la gara in corso». Gara alla quale hanno già presentato le proprie offerte almeno sei imprese edili. E che vanta anche un finanziamento regionale di tre milioni di euro.
«Poi - prosegue il sindaco - c’è da includere le nuove opportunità che abbiamo creato con la realizzazione di villa Borri. La sorgente di San Leopoldo è un pezzo di storia, un gioiellino che si trova in un ambiente suggestivo, sulle colline che guardano Volterra, o le terre che sembrano rimbalzare la voce di un concittadino illustre come Andrea Bocelli». Come dire, dalla fonte di san Leopoldo potrebbe partire quel tipo di sviluppo inquadrato in un territorio più grande e ampio come la Valdera, capace di esprimere e di catturare grandi risorse e anche grandi potenzialità.