Pistoiese, il patron Iorio: «Episodio barbaro di alcuni tifosi». Cosa è successo ai familiari dei giocatori arancioni
Un’auto con a bordo quattro donne e una bambina insultate e minacciate: «Spero che i veri tifosi della Pistoiese non siano come questi vigliacchi»
PISTOIA. «Sono stato informato di un episodio vergognoso e barbaro, avvenuto dopo la fine della partita di Sasso Marconi». Inizia così un comunicato firmato da Sergio Iorio, patron della Pistoiese, che racconta quanto successo ai familiari di alcuni tesserati dal club arancione. «Un’auto con a bordo cinque donne, tra cui la figlia di due anni di Claudio Sparacello» oltre alle fidanzate e moglie di «Giacomarro, Sparacello, Tarabusi e Lauria, è stata fermata da un gruppo di tifosi (della Pistoiese, ndr) che ha insultato e minacciato pesantemente queste signore e colpito con violenza macchina e finestrini, facendo anche piangere la bambina».
L’amarezza
Iorio prosegue: «Il fatto è talmente grave che merita una riflessione profonda. Questi non sono tifosi, ma persone prive di dignità che si accaniscono contro i più deboli facendo spaventare una bambina di due anni che era venuta a vedere il babbo che giocava. L’amarezza che provo in questo momento mi fa dire che se un episodio simile di violenza e inciviltà si dovesse ripetere un’altra sola volta, e a prescindere da qualsivoglia risultato negativo, verso parenti di giocatori o tecnici, lascerò il giorno stesso la Pistoiese mettendo a disposizione le risorse per onorare gli impegni assunti fino ad oggi».
L’appello
Iorio conclude così il suo intervento: «Spero che i veri tifosi della Pistoiese non siano come questi vigliacchi e spero che sapranno stare vicini in modo civile alla squadra e al progetto FC Pistoiese, che deve essere vissuto come una passione sportiva, senza esasperazioni, rancori o insulti e assalti a persone indifese».