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Il caso

Agliana, anziano sfugge alla truffa grazie al vicino di casa carabiniere

di Massimo Donati

	Un intervento dei carabinieri (foto di archivio)
Un intervento dei carabinieri (foto di archivio)

«Suo figlio ha causato un incidente, ci vogliono 7mila euro per evitargli il carcere»: arrestato il giovane andato per ritirare il denaro

24 settembre 2024
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AGLIANA. «Suo figlio ha avuto un incidente. È in stato di arresto dai carabinieri. Per evitare che finisca in carcere c’è bisogno di 7.100 euro entro l’una e mezzo». E l’anziano vedovo, non appena ricevuta la telefonata da quel sedicente avvocato, è corso a racimolare tutti i contanti che aveva in casa, per poi infilarli, assieme agli ori della moglie scomparsa e alle loro fedi nuziali, in una busta da consegnare all’incaricato che, di lì a poco – gli era stato detto – sarebbe arrivato a prenderla. 
A salvare dalle grinfie dei truffatori il malcapitato pensionato è stato un vicino di casa, per l’appunto un carabiniere fuori servizio. Che, dal terrazzo del proprio appartamento, lo ha sentito parlare in modo agitato al telefono e, preoccupato, è accorso per capire cosa stava succedendo. Proprio nel momento in cui l’anziano vedovo, come gli era stato detto di fare al citofono, stava per lanciare in strada dalla finestra la busta con soldi e gioielli all’incaricato che avrebbe dovuto portarla in caserma. Un 19enne napoletano subito arrestato dal vicino-carabiniere, che ha immediatamente capito ciò che stava succedendo ed è corso giù per le scale per bloccarlo.

Cosa è successo

Erano all’incirca le 11,30 di venerdì 20 settembre. Teatro della sventata truffa, una via periferica di Agliana, nei pressi dell’Eurospin. Quella del “finto avvocato”, così come la variante del “finto avvocato” e quella che vede entrambe le figure assieme, come in questo caso, è una delle truffe messe a segno più di frequente in tutto il Paese. La tecnica è quella di fare telefonate a tappeto nelle case di persone anziane e, una volta capito che dall’altra parte della cornetta c’è la persona giusta, far credere alla vittima di turno che un familiare ha appena causato un grave incidente e che c’è bisogno di pagare immediatamente una grossa cauzione per evitare che possa finire in carcere. L’interlocutore a quel punto spiega all’anziano che di lì a poco riceverà la visita di una persona incaricata di prelevare il denaro (in mancanza di contanti, anche gioielli e preziosi vari vanno bene). Ed è questo il ruolo che aveva nel raggiro il 19enne napoletano finito in manette venerdì. Che, non appena aveva avuto il via libera telefonico dal complice, aveva suonato il campanello dell’anziano vedovo. Non facendo però i conti con il fatto che proprio lì davanti abitava un carabiniere della locale stazione dell’Arma dall’orecchio fino e dall’intuito pronto.

Il racconto

Come da lui raccontato in seguito, l’83enne pensionato ha ricevuto la chiamata in cui veniva informato del fantomatico incidente causato dal figlio sul telefono fisso di casa. Sgomento, ha detto al sedicente avvocato di non avere in casa tutti quei soldi ma solo 800 euro. Al che si è sentito rispondere che andavano bene anche dei gioielli. Così aveva messo insieme gli ori che erano stati della moglie (e anche le fedi nuziali) e, come gli era stato detto di fare, aveva messo il tutto in una busta , che avrebbe dovuto consegnare di lì a poco. Prima di riattaccare, il sedicente avvocato, gli ha chiesto il numero di cellulare, con la scusa che così avrebbe potuto contattarlo per le successive comunicazioni. Poche decine di secondi e, come da copione, sul cellulare arriva la telefonata del sedicente maresciallo dei carabinieri di Agliana, che ripete la stessa storia dell’incidente: se anche ci fosse stato, l’ultimo sospetto viene spazzato via.

Il carabiniere-vicino di casa

Ma come detto, i truffatori non avevano fatto i conti col carabiniere vicino di casa, che, sentendo l’anziano parlare al telefono in maniera concitata, era uscito sul balcone e aveva scorto il 19enne napoletano giù in strada che parlava al cellulare davanti al portone della vittima. Capito che c’era qualcosa che non andava, è sceso giù e ha salito le scale del palazzo di fronte per raggiungere l’appartamento dell’83enne, trovandone la porta aperta. Proprio nel momento in cui l’anziano stava per lanciare dalla finestra la busta con soldi e ori.

Poche parole scambiate con lui sono state sufficienti per capire che era in atto la classica truffa del finto incidente e che quello in strada era uno dei malviventi. E corso giù per le scale, lo ha bloccato mentre, forse insospettito, stava per uscire dal cancelletto del giardino condominiale. Dapprima confuso e balbettante e poi in lacrime, chiedendo scusa il giovane ha confermato i sospetti, confessando di essere lì per compiere una truffa. A quel punto, ha chiesto rinforzi telefonando ai suoi colleghi in caserma e il giovane è stato portato in carcere.

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