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Così Sandro Banchellini voleva cambiare la superstrada con i “Dannati della Fi-Pi-Li”: ecco le sue proposte (ancora attuali)

di Libero Red Dolce

	 Sandro Banchellini e Laura Anastasio amministratori del gruppo I dannati della Fi Pi LI (foto Silvi)
 Sandro Banchellini e Laura Anastasio amministratori del gruppo I dannati della Fi Pi LI (foto Silvi)

Il volontario, morto beffardamente sulla superstrada, aveva fondato le decine di gruppi Whatsapp bibbia dei pendolari. Dai cartelloni agli animali selvatici, tante le idee

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LATIGNANO. Per sapere cosa non andava sulla Fi-Pi-Li si poteva chiedere a Sandro Banchellini, ne avrebbe potuto parlare per ore. La conosceva bene, nei troppi, terribili difetti e nei pochi pregi. Uno dei meriti del volontario morto tragicamente sulla superstrada è stato proprio questo: creare una comunità, un punto di riferimento per migliaia di automobilisti che ogni giorno passano ore su quella strada. Da semplici incazzati a dannati. Non è un cambiamento da poco, pensateci un attimo.

Il suo regalo: “I dannati della Fi-Pi-Li”

“I dannati della Fi-Pi-Li”, come si chiamavano appunto le decine di chat Whatsapp che aveva fondato e che ogni giorno gli costavano tempo e fatica destinata alla comunità. E l’impegno non era da poco, come sa chiunque sia iscritto a quelle chat: aggiornamenti in tempo reale, precisi, attenzione alle bufale e verifiche delle segnalazioni. Un servizio gratuito e dal valore difficilmente quantificabile.

Le proposte di Sandro Banchellini

Adesso che Sandro è morto sulla strada che per anni ha contribuito a cambiare in meglio - quantomeno a rendere più facile da affrontare - è giusto ricordarlo, riprendendo un’intervista che rilasciò al Tirreno nel 2022 sulla Fi-Pi-Li (insieme a Laura Anastasio, altra amministratrice delle chat). Un’analisi, da pendolare storico, di quel che si dovrebbe fare per farla funzionare. Mantenendo un sano scetticismo, perché come diceva lui: <La Fi-Pi-Li doveva essere pronta per i mondiali del 1990>.

Il problema sicurezza per gli animali

«C’è un fronte sicurezza - raccontava allora Banchellini con Anastasio - che parte dal rafforzamento dei guard-rail e dal montare recinzioni alte per fermare animali selvatici come daini e cinghiali, ma non solo. I punti più critici sono Ginestra, Scandicci, San Miniato, Montelupo e Lastra».

I cartelloni e le troppe auto contromano

Quando due anni fa chiedemmo dei cartelloni la reazione di Banchellini fu stupita: ignoranza nostra, non sapere che è uno dei problemi storici della superstrada. Roba da parlarne per ore. Per fare sintesi questa fu la risposta: «I cartelloni devono essere più visibili. Due cartelloni, uno distanziato dall’altro, a ingresso e uscita della superstrada. E svincoli illuminati, le luci sono spente. In venti giorni (nel giugno 2022, ndr) abbiamo avuto otto persone contromano. C’è qualcosa che non va, a meno che non si voglia supporre che c’è una challenge o qualcosa di simile. Ma non ci pare proprio...».

Gli occhi sulla strada

«Più telecamere. Ad Avr (la società che si occupa della manutenzione, ndr) quando si fanno segnalazioni spesso chi risponde non ne sa nulla. "Laggiù la telecamera non c’è", ci rispondono. E ci ringraziano per l’avviso».

La paura per i cavalcavia

Banchellini, che pur con le istituzioni lavorava fianco a fianco, coltivata un certo (sano) scetticismo. Si prenda per esempio la risposta sullo stato dei cavalcavia che diede in quel 2022. «Scriva che devono ricontrollarli tutti, che poi fanno finta che uno va bene e l’altro no. Le condizioni dei cavalcavia e dei giunti sono cruciali. Così come quelle del manto stradale: interventi fatti per bene, programmando per non riavere i soliti problemi dopo poche settimane».

Il gruppo dei “Dannati” in questi due anni crebbe ancora, sempre più persone scoprivano della sua esistenza e venivano aggiunte in chat sempre nuove (c’è un limite agli iscritti). Il lavoro aumentava costantemente ma Sandro e i suoi compagni di avventura non si sono mai tirati indietro. Segno evidente che la Fi-Pi-Li non è migliorata da allora. E Banchellini, purtroppo, lo ha testimoniato con la sua fine. Come non avrebbe meritato.

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