Il Tirreno

Pistoia

Il delitto di Agliana

Colpito alla testa e al torace, poi il fuoco: l’atroce fine di Alessio Cini

di Lorenzo Carducci
I carabinieri in via Ponte dei Baldi davanti alla casa del delitto (foto Nucci)
I carabinieri in via Ponte dei Baldi davanti alla casa del delitto (foto Nucci)

La salma dell’operaio tessile è ancora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Acquisite dai carabinieri le registrazioni delle telecamere presenti in zona

11 gennaio 2024
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AGLIANA. Un forte colpo alla testa, forse con una spranga o un oggetto contundente ancora da identificare che spiegherebbe la presenza di una vasta pozza di sangue sul selciato del cortile di casa, proprio attorno alla testa della vittima. E poi le botte altrettanto violente scagliate al torace, causando diverse fratture alle costole.

Tutto questo prima che l’aggressore o gli aggressori dessero fuoco al corpo già riverso a terra di Alessio Cini, operaio tessile di 57 anni originario di Sant’Ippolito di Prato, brutalmente assassinato nella corte della sua abitazione al civico 56 di via Ponte dei Baldi tra la Ferruccia di Agliana e Ponte dei Bini nelle prime ore di lunedì.

Come è stato ucciso

L’autopsia effettuata martedì pomeriggio dai medici legali Walter Calugi e Ilaria Marradi avrebbe evidenziato una causa del decesso composta da più fattori concorrenti: la botta in testa avrebbe ridotto la vittima a uno stato d’incoscienza determinando lesioni importanti al cervello, condizioni aggravate dalle successive percosse e poi il colpo di grazia del fuoco appiccato, probabilmente un tentativo non riuscito di far sparire le tracce dell’omicidio, con il fumo nelle vie respiratorie e le fiamme a finire il corpo martoriato della vittima. Quando il fuoco lo ha cominciato a lambire (senza mai arrivare al volto) Alessio Cini non era ancora morto, ma era in fin di vita.

L'allarme al 118 è stato dato alle 6,32 di lunedì mattina, da parte di un vicino che si è accorto di quel corpo immobile avvolto dalle fiamme. Sul posto sono intervenute l'ambulanza della Misericordia e l'automedica di Agliana, assieme ai vigili del fuoco, ma non c’è stato nulla da fare se non constatare il decesso. Per un quadro completo ci vorranno verosimilmente diverse settimane, si attendono infatti i risultati dell’esame tossicologico e altri dettagli in base ai prelievi di materiale organico. La salma al momento risulta sempre a disposizione dell’autorità giudiziaria, lasciando in sospeso il funerale.

Un’aggressione e un crimine così efferati, in un luogo isolato dal trambusto, lungo i vivai e l’argine della Brana, possono sì passare inosservati, ma difficilmente possono rimanere senza tracce. Sull’omicidio la procura di Pistoia ha aperto un fascicolo che al momento risulta ancora contro ignoti, le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Leonardo De Gaudio ed eseguite dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Pistoia.

Da subito gli inquirenti hanno cominciato a raccogliere informazioni dalle persone vicine alla vittima, che abitava con la figlia di 14 anni nella villetta familiare di via Ponte dei Baldi, dove risiedono anche la cognata - sorella dell’ex moglie di Cini, Katiuscia Carrone - con suo marito.

La lite sentita dai vicini

Sembra che alcuni vicini, prima dell’aggressione, abbiano sentito le voci come di una lite. Sembrerebbe, peraltro, che ultimamente il 57enne avesse avuto anche un alterco con una persona. Sarebbero state inoltre acquisite le registrazioni delle telecamere presenti nei paraggi. S’indaga a tappeto, senza escludere nessuna pista o contatto recente della vittima.

Alessio Cini lavorava da sempre alla Microtex di Prato, si prendeva cura della sorella affetta da problemi di salute, che abitava a Sant’Ippolito assieme alla madre, scomparsa qualche mese fa.

Agli impegni familiari ha sempre abbinato quelli civici: si candidò come consigliere comunale nel 2004 con la lista Sinistra per Prato Viva. Appassionato ambientalista, aveva lottato contro la realizzazione dell’inceneritore a Case Passerini.

Ogni tanto, confidandosi con gli amici più cari, si diceva stanco per la propria situazione familiare. A preoccuparlo, infine, erano poi difficoltà economiche legate alla casa dove abitava ma non collegate a sue responsabilità dirette.

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