«Scuola e casa per i più deboli». L’appello di Rosy Bindi e don Ciotti dal palco di Pistoia
Alla trentesima “Marcia della giustizia” il racconto dei drammi della povertà
PISTOIA. La «Marcia per la giustizia» taglia il traguardo dei 30 anni senza Antonio Vermigli, deceduto nel luglio scorso dopo aver dedicato tutta la sua esistenza a questa manifestazione e, soprattutto, all’ascolto degli ultimi tramite la rete Radié Resch. Nella serata di sabato 9 settembre, sul palco del Settembre quarratino di piazza Risorgimento, suo figlio Tommaso ne ha raccolto idealmente il testimone, aiutando il pubblico che gremiva la piazza a ragionare sulla celebre frase di don Lorenzo Milani “l’obbedienza non è una virtù”. A dare il loro contributo, ospiti di grande spessore come l’onorevole Rosy Bindi, presidente del comitato per gli eventi legati al centenario della nascita del parroco di Barbiana.
Insieme a lei, don Luigi Ciotti, fondatore del gruppo Abele e di rete Libera, il missionario comboniano padre Alex Zanotelli, lo scrittore Erri De Luca e Loredana Minà. Quest’ultima ha declinato il tema dell’obbedienza nell’ottica dell’opera di Hannah Arendt, che confutò le tesi del gerarca nazista Adolf Eichmann che, al processo, continuava a sostenere che in guerra “gli ordini superiori non si potevano discutere”. E invece il motivo conduttore della serata è stato un altro: la morale interiore vince sempre su qualsiasi costrizione e un altro mondo è sempre e comunque possibile.
Questo è in definitiva il testamento spirituale, il vero lascito di Antonio Vermigli, il postino di Quarrata che, nella vita reale, è stato mentore e amico di un leader di grande spessore della sinistra sudamericana come, Ignazio Lula da Silva, presidente del Brasile.
Antonio è stato nella realtà quello che Massimo Troisi fu nella finzione cinematografica con Philip Noiret che vestiva i panni di Neruda: un filosofo sotto le spoglie di postino, come a simboleggiare che nella vita vera la virtù può trovarsi ovunque.
La serata è scivolata via lieve ma con toni accesi che hanno invitato tutti alla riflessione. Toccanti sono state le parole di Rosy Bindi sull’autentico dramma della dispersione scolastica che falcidia soprattutto i figli dei poveri e degli immigrati. Quelli che, negli anni Sessanta, don Milani avrebbe ospitato nella sua scuola di Barbiana, facendo entrare loro nell’universo del sapere da un accesso differente da quello a loro negato dalla scuola pubblica.
Commovente è stato infine poi l’appello del sindaco di Quarrata Gabriele Romiti che, alle prese con un’emergenza abitativa che sta strangolando il suo territorio, ha chiesto ai proprietari di case di mettere a disposizione le abitazioni sfitte affinché il Comune possa affittarle alle famiglie bisognose.
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