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Pisa, l’avviso dell’ex Calori: «Favoriti, ma attenzione perché il calcio non è una scienza esatta»

di Andrea Chiavacci
Il tecnico e un'esultanza del Pisa
Il tecnico e un'esultanza del Pisa

Ha militato anche nel Brescia e anticipa i temi della partita: «Una certa differenza di valori c’è, però...»

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PISA. Alessandro Calori sa come si vince sia a Pisa che a Brescia. Da calciatore ha conquistato la Serie A con i nerazzurri nel 1989/90 e con le Rondinelle è stato protagonista nel Brescia di Mazzone e Roberto Baggio di due grandi campionati in A. Il Brescia lo ha pure allenato e oggi segue con interesse il campionato cadetto.

Come arrivano secondo lei le due squadre a questo incontro?

«Quelle di Brescia e Pisa sono situazioni diametralmente opposte. A Pisa c’è un entusiasmo alle stelle perché finalmente c’è la possibilità concreta di conquistare la Serie A dopo 34 anni di assenza, il Brescia è in piena bagarre per salvarsi. E non è la prima volta che capita negli ultimi anni. Il Brescia ha perso un po’ di sprint negli ultimi tempi. Sarà comunque una partita difficile per entrambe ma a mio modo di vedere il Pisa resta leggermente favorito per il valore della squadra dimostrato durante il campionato e per un morale decisamente migliore rispetto ai lombardi. Detto questo la squadra di Maran ha la necessità di dover fare punti e in una gara singola ha le carte in regola per poter mettere in difficoltà la squadra di Filippo Inzaghi».

Quali sono le insidie che può trovare il Pisa?

«Il calcio non è una scienza esatta. Se sei più forte non è detto che vinci per forza una partita. Anche le assenze possono pesare da una parte e dall’altra. Di certo un insidia per il Pisa è dovuta al fatto che nelle ultime giornate le squadre che lottano per salvarsi fanno più punti. Non lo dico io ma lo dice la storia dei campionati di B».

Chi può decidere e dove si può decidere la partita?

«Secondo me daranno fondamentali le palle inattive. Nel Brescia se devo fare un nome dico Borrelli, che sta crescendo molto, e anche Moncini. Nel Pisa Tramoni è uno che spesso determina ma è il collettivo che può fare la differenza. In questa stagione ho visto un Pisa davvero tosto che se passa in vantaggio per primo poi fai fatica a recuperare».

Si aspettava un percorso del genere da parte dei nerazzurri?

«Alla vigilia del campionato in pochi pensavano a un campionato del genere da parte del Pisa. Ma non è lì per caso. Dietro c’è un grande lavoro e i risultati ottenuti finora sono meritati. Squadra tosta, quadrata. Segna tanto e subisce poco».

Quali sono i meriti di Inzaghi fino a questo momento?

«È stato bravo a ridare entusiasmo a tutto l’ambiente ed è riuscito a valorizzare alcuni giocatori al massimo. Penso a giovani come Angori che è la prima esperienza importante ma anche a ragazzi che erano già a Pisa come Canestrelli e Tramoni. Anche Lind è un giocatore che mi piace, un generoso. Secondo me è fondamentale anche l’esperienza che porta in difesa Caracciolo e il contributo dato da Touré in un ruolo nuovo per lui».

Pensa che Pisa e Brescia possono raggiungere i rispettivi obiettivi?

«Io credo di sì. Il Pisa adesso deve restare concentrato e cercare di gestire al meglio la situazione. Sette punti di vantaggio a cinque giornate dalla fine sono un buon vantaggio. Per il Brescia non sarà facile ma la squadra ha un potenziale importante rispetto ad altre squadre di bassa classifica. Io mi auguro che entrambe riescono a farcela».

Un ricordo di quelle due stagioni a Pisa?

«Ovviamente la promozione del 1989/90. Avevamo una difesa solidissima e perdevamo poco. Appena tre partite in tutto il campionato. Come il Pisa di quest'anno siamo partiti molto forte, credo sia un grosso merito. Perché, se perdi terreno, rincorrere diventa difficile anche se hai una squadra forte. Dopo la prima sconfitta a Catanzaro, con un vento impressionante, il presidente Anconetani si arrabbiò tantissimo ma poi non abbiamo sbagliato praticamente nulla e abbiamo dato una grande gioia a lui e ai tifosi».

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