Pisa, via al cantiere per la Stella Maris: l'ospedale sarà pronto in tre anni
La zona di Cisanello destinata a cambiare volto nel segno della sanità. La struttura ospiterà ambulatori e camere
PISA. Dodici mila metri quadri di superficie edificata, 44 camere per la degenza, altrettanti ambulatori, 50 sale per l'osservazione terapeutica e spazi per il gioco e l'apprendimento immersi in un parco di oltre 24mila metri quadrati. Ieri è stato il giorno della posa della prima pietra. Fra tre anni, se il cronoprogramma sarà rispettato, potrebbe esserci quello dell'inaugurazione del nuovo “Ospedale dei bambini e dei ragazzi” dell'Ircss Fondazione Stella Maris, una delle eccellenze sanitarie della città e punto di riferimento nazionale per la neuropsichiatria infantile, grazie a un investimento, totalmente privato, di oltre 33 milioni di euro (4,5 dei quali per l'acquisto dei terreni).
È lì in via Bargagna, a due passi dal nuovo Santa Chiara – «il più grande e importante ospedale dell'Italia centrale insieme a quello di “Careggi» ha sottolineato più volte il governatore Eugenio Giani – che si trasferiranno il centro ambulatoriale e l'ospedale dell'Istituto che dagli anni '50 ha sede a Calambrone, dove comunque resterà il centro direzionale e continuerà a operare la risonanza magnetica a 7 tesla. Tutto il resto, però, sarà a Cisanello: è qui, infatti, che saranno curati bambini e ragazzi con patologie neurologiche, psicologiche e psichiatriche particolarmente complesse: dall'autismo all'epilessia passando per le paralisi cerebrali e i disturbi del comportamento alimentare e del linguaggio.
«Oggi la Stella Maris entra nel futuro» spiega la Fondazione. E per farlo ha scelto volutamente quell'area a due passi dal nuovo ospedale e a tre dal Cnr. Nel cuore di quella “periferia” destinata a diventare sempre più centrale nel futuro del territorio pisano. Sono “sinergia” e “integrazione”, infatti, le parole chiave per interpretare l'intera operazione. Lo ha detto chiaramente il direttore scientifico della Fondazione Giovanni Cioni: «I nostri ricercatori clinici e dei laboratori già stanno sperimentando a Calambrone quelle tecnologie diagnostiche e terapeutiche innovative che saranno implementate e sviluppate nel contesto del costruendo ospedale anche grazie alle sinergie con gli enti di ricerca presenti a Pisa, a cominciare dall'università, le aziende sanitarie, l’area di ricerca del Cnr, la Scuola Normale Superiore, la Scuola Sant'Anna e altri».
Sul punto ha insistito anche il presiedente della Regione Eugenio Giani: «La vicinanza alla cittadella sanitaria di Cisanello, a cantieri chiusi un investimento pubblico complessivo di oltre 400 milioni, favorirà sinergie con le altre eccellenze sanitarie e di ricerca del territorio, rafforzando ulteriormente la rete assistenziale». Un aspetto che sta particolarmente a cuore anche al sindaco Michele Conti: «Nella nuova struttura che sorgerà qui a Cisanello, si potranno sviluppare servizi assistenziali in sinergia con il policlinico specialistico, il nuovo Santa Chiara e si potenzierà la collaborazione con gli enti di ricerca, in modo che bambini e famiglie troveranno un punto di riferimento unico per affrontare momenti difficili, trovare ascolto, cure e soluzioni che possano donare speranza per il futuro».
Sull'integrazione con il nuovo ospedale, però, insiste anche l'arcivescovo emerito di Pisa Giovanni Paolo Benotto: «È molto importante – per coltivare in modo ancora più efficace il valore della cultura della cura dei più fragili». Sorride il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo: «Forse è il giorno più bello da quando sono alla guida dell'assemblea legislativa della Toscana, ma da qui deve partire anche un messaggio indirizzato al governo: occorrono più investimenti nella sanità pubblica».
La replica è del consigliere regionale Diego Petrucci (Fdi): «Questo è un grandissimo investimento privato ed è la conferma di ciò che noi sosteniamo da tempo, ossia che la strategia vincente è l'integrazione fra pubblico e privato. Oggi ad applaudire, però, ci sono anche tanti esponenti della sinistra che vorrebbe una sanità esclusivamente pubblica». Poi gli interventi della prefetta Maria Luisa D'Alessandro e quelli del presidente e del direttore generale della Stella Maris, rispettivamente, Giuliano Maffei e Roberto Cutajar: «Grazie ad ognuna delle persone che hanno reso possibile tutto questo». Quindi la benedizione del vescovo di San Miniato Giovanni Paccosi che chiude la cerimonia della posa della prima pietra. E apre la prima pagina del nuovo capitolo della storia della Stella Maris.