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Pisa, via al cantiere per la Stella Maris: l'ospedale sarà pronto in tre anni

di Francesco Paletti

	Il taglio del nastro dei lavori per l’ospedale della Stella Maris (Foto Stick)
Il taglio del nastro dei lavori per l’ospedale della Stella Maris (Foto Stick)

La zona di Cisanello destinata a cambiare volto nel segno della sanità. La struttura ospiterà ambulatori e camere

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PISA. Dodici mila metri quadri di superficie edificata, 44 camere per la degenza, altrettanti ambulatori, 50 sale per l'osservazione terapeutica e spazi per il gioco e l'apprendimento immersi in un parco di oltre 24mila metri quadrati. Ieri è stato il giorno della posa della prima pietra. Fra tre anni, se il cronoprogramma sarà rispettato, potrebbe esserci quello dell'inaugurazione del nuovo “Ospedale dei bambini e dei ragazzi” dell'Ircss Fondazione Stella Maris, una delle eccellenze sanitarie della città e punto di riferimento nazionale per la neuropsichiatria infantile, grazie a un investimento, totalmente privato, di oltre 33 milioni di euro (4,5 dei quali per l'acquisto dei terreni).

È lì in via Bargagna, a due passi dal nuovo Santa Chiara – «il più grande e importante ospedale dell'Italia centrale insieme a quello di “Careggi» ha sottolineato più volte il governatore Eugenio Giani – che si trasferiranno il centro ambulatoriale e l'ospedale dell'Istituto che dagli anni '50 ha sede a Calambrone, dove comunque resterà il centro direzionale e continuerà a operare la risonanza magnetica a 7 tesla. Tutto il resto, però, sarà a Cisanello: è qui, infatti, che saranno curati bambini e ragazzi con patologie neurologiche, psicologiche e psichiatriche particolarmente complesse: dall'autismo all'epilessia passando per le paralisi cerebrali e i disturbi del comportamento alimentare e del linguaggio.

«Oggi la Stella Maris entra nel futuro» spiega la Fondazione. E per farlo ha scelto volutamente quell'area a due passi dal nuovo ospedale e a tre dal Cnr. Nel cuore di quella “periferia” destinata a diventare sempre più centrale nel futuro del territorio pisano. Sono “sinergia” e “integrazione”, infatti, le parole chiave per interpretare l'intera operazione. Lo ha detto chiaramente il direttore scientifico della Fondazione Giovanni Cioni: «I nostri ricercatori clinici e dei laboratori già stanno sperimentando a Calambrone quelle tecnologie diagnostiche e terapeutiche innovative che saranno implementate e sviluppate nel contesto del costruendo ospedale anche grazie alle sinergie con gli enti di ricerca presenti a Pisa, a cominciare dall'università, le aziende sanitarie, l’area di ricerca del Cnr, la Scuola Normale Superiore, la Scuola Sant'Anna e altri».

Sul punto ha insistito anche il presiedente della Regione Eugenio Giani: «La vicinanza alla cittadella sanitaria di Cisanello, a cantieri chiusi un investimento pubblico complessivo di oltre 400 milioni, favorirà sinergie con le altre eccellenze sanitarie e di ricerca del territorio, rafforzando ulteriormente la rete assistenziale». Un aspetto che sta particolarmente a cuore anche al sindaco Michele Conti: «Nella nuova struttura che sorgerà qui a Cisanello, si potranno sviluppare servizi assistenziali in sinergia con il policlinico specialistico, il nuovo Santa Chiara e si potenzierà la collaborazione con gli enti di ricerca, in modo che bambini e famiglie troveranno un punto di riferimento unico per affrontare momenti difficili, trovare ascolto, cure e soluzioni che possano donare speranza per il futuro».

Sull'integrazione con il nuovo ospedale, però, insiste anche l'arcivescovo emerito di Pisa Giovanni Paolo Benotto: «È molto importante – per coltivare in modo ancora più efficace il valore della cultura della cura dei più fragili». Sorride il presidente del consiglio regionale Antonio Mazzeo: «Forse è il giorno più bello da quando sono alla guida dell'assemblea legislativa della Toscana, ma da qui deve partire anche un messaggio indirizzato al governo: occorrono più investimenti nella sanità pubblica».

La replica è del consigliere regionale Diego Petrucci (Fdi): «Questo è un grandissimo investimento privato ed è la conferma di ciò che noi sosteniamo da tempo, ossia che la strategia vincente è l'integrazione fra pubblico e privato. Oggi ad applaudire, però, ci sono anche tanti esponenti della sinistra che vorrebbe una sanità esclusivamente pubblica». Poi gli interventi della prefetta Maria Luisa D'Alessandro e quelli del presidente e del direttore generale della Stella Maris, rispettivamente, Giuliano Maffei e Roberto Cutajar: «Grazie ad ognuna delle persone che hanno reso possibile tutto questo». Quindi la benedizione del vescovo di San Miniato Giovanni Paccosi che chiude la cerimonia della posa della prima pietra. E apre la prima pagina del nuovo capitolo della storia della Stella Maris.
 

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