A Pisa (e provincia) tutti si fermano per il maltempo, i corrieri Amazon no: «Continuate a consegnare i pacchi»
Le ditte dell’appalto della multinazionale si sono rifiutate di sospendere le attività
PISA. La provincia di Pisa si ferma, la provincia. Con strade bloccate, ponti chiusi e ogni attività sospesa per far fronte alla pioggia eccezionale e per attendere, prevenendo ogni possibile rischio, la piena dell’Arno che continua a spaventare mezza Toscana. La città di Pisa si ferma, buona parte delle attività produttive quasi sia in Valdera che nel Cuoio. Le scuole chiuse, ogni manifestazione rimandata o cancellata. Tutto sospeso. O quasi. Perché c’è chi, nonostante le strade e i ponti chiusi, nonostante smottamenti e allagamenti e nonostante l’invito delle autorità a non occupare le strade ha dovuto continuare a lavorare.
Non i volontari, non le squadre di soccorso schierate per far fronte o prevenire i danni, ma i corrieri Amazon. Obbligati dalla ditte che lavorano in appalto per la “multinazionale del pacco” a continuare a sfrecciare per le strade di tutta la provincia. Perché una consegna non può attendere. A costo di mettere in pericolo la sicurezza di centinaia di persone che anche ieri, 14 marzo, in piena emergenza e in piena allerta rossa, hanno dovuto portare a termine il lavoro. Citofonando a centinaia di appartamenti in tutta la provincia, molti dei quali sgomberati o lasciati dagli occupanti perché in grave pericolo, per lasciare quelle migliaia di pacchi che anche ieri sono stati caricati sui furgoni delle ditte in appalto del gigante americano per essere consegnati ai destinatari. Tutte le altre ditte e società di logistica hanno deciso di interrompere, almeno dal primo pomeriggio, le attività.
Le ditte che operano per Amazon no, nonostante le proteste dei corrieri, alcuni dei quali rientrati ai magazzini. Ai lavoratori è stato comunicato con un messaggio “l’ordine” di portare avanti il lavoro e la lista di ponti e strade chiuse e le alternative da percorrere, e l’invito – in ogni caso – «a mantenere la calma». Un pacco da consegnare a domicilio diventa più importante della sicurezza di un lavoratore. Anche in una situazione di grave emergenza.