Pisa, un’équipe al femminile è il fiore all’occhiello della Cardiochirurgia
L’Aoup e il reparto di Cisanello (quasi) tutto in “rosa”. Andrea Colli: «Ma non c’è alcuna eccezionalità da celebrare»
PISA. Fino a poco fa era appannaggio dei soli uomini, ora la sezione dipartimentale di Cardiochirurgia dell’Aoup è apripista nell’inversione di rotta nella sanità pisana, dove il gender gap o gli stereotipi di genere stanno diventando un lontano ricordo. Nel reparto diretto da Andrea Colli, molto spesso, capitano turni di sala operatoria e in reparto interamente al femminile. E, nel Marzo delle donne di Aoup, questa è senz’altro una notizia in linea con il leit-motiv del mese.
L’Azienda ospedaliera universitaria pisana negli anni ha investito molto nel contrastare ogni forma di discriminazione sul luogo di lavoro. Non solo valorizzando la diversità, ma adottando la Carta per le pari opportunità e ottenendo la certificazione di genere grazie a politiche improntate al rispetto del principio delle pari dignità. Il risultato è la riduzione del gender gap nei reparti. Fra questi l’area dell’emergenza e della chirurgia delle reti tempo-dipendenti, che stanno cominciando lentamente a raggiungere le discipline di area medica dove, da tempo, si registra una maggiore prevalenza di personale femminile.
In questo quadro la Cardiochirurgia dell’Aoup rappresenta un fiore all’occhiello. In una settimana, infatti, capita finanche tre volte una combinazione di turni e reperibilità, urgenze ed emergenze con una compresenza di profili sanitari accomunati dal genere, ossia un’equipe chirurgica multiprofessionale completa di sole giovani donne, con un’età media di 34 anni.
«Non c’è alcuna eccezionalità da celebrare – dichiara Colli – piuttosto è importante sottolineare che a Pisa questa organizzazione lavorativa basata sulla professionalità e sulle competenze è diventata la quotidianità. Il presente e il futuro ormai appartengono solo a professionisti competenti nella parte “tecnica” e “umani” nella parte relazionale, senza alcuna distinzione fra uomini e donne».
I nomi delle donne della cardiochirurgia sono: Laura Besola e Sara Michelotti cardiochirurghe, Chiara Mangifesta specializzanda in cardiochirurgia, Danila Trunfio anestesista, Valentina Lancellotti e Silvia Papini infermiere, Chiara Richichi e Giada Carelli, infermiere di anestesia, Giulia Pennisi tecnica di fisiopatologia cardiocircolatoria. Tutte lavorano insieme per trattare ogni tipo di patologia cardiaca che richieda un intervento a cuore aperto. Un lavoro di equipe complesso e rischioso, nel quale ognuna gioca un ruolo fondamentale e che regala grandi soddisfazioni dal momento che si curano patologie che possono compromettere la vita dei pazienti.
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