Il Tirreno

Pisa

Il lutto

Pisa, muore a 20 anni per una malattia: «Adele, sei stata un esempio per tutti»

di Luca Cinotti

	Adele Coloretti e il reparto di oncoematologia pediatrica al Santa Chiara
Adele Coloretti e il reparto di oncoematologia pediatrica al Santa Chiara

Diplomata al liceo musicale, suonava l’ukulele anche mentre aspettava le terapie coinvolgendo medici, infermieri e pazienti: «Per il personale del Santa Chiara era come una figlia»

3 MINUTI DI LETTURA





PISA. «È bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra». Così cantava Fabrizio De André e così pensava Adele Coloretti quando aspettava di entrare nella stanza dove l’avrebbero sottoposta a qualche terapia per il tumore che l’aveva aggredita: imbracciava l’ukulele e faceva risuonare le note nelle sale dell’oncologia pediatrica del Santa Chiara, trascinando in improvvisati concerti medici, infermieri e altri pazienti. Ora Adele non c’è più – è morta giovedì – ma la sua musica, la sua forza, il suo insegnamento rimangono attraverso le parole del padre Massimiliano, che la piange insieme a mamma Manola: «Adele nella malattia ha dato una grande testimonianza, combattendo un tumore così aggressivo, credendo nelle terapie che la mettevano a dura prova quotidianamente e nonostante tutto trasmetteva tanta forza a chi l’assisteva».

Adele avrebbe compiuto 21 anni domani, nel giorno che invece sarà quello del suo funerale, fissato per le 15 nella chiesa di Santa Maria Ausiliatrice a Marina di Pisa. Era un’esplosione di vita, Adele. Nella prima infanzia aveva giocato a calcio, poi la sua passione sportiva l’aveva portata verso il nuoto, il tennis e il motociclismo. Ma la ragione di vita era la musica: un’attività che aveva coltivato con le sorelle Agnese (sua gemella) e Tecla, di quattro anni più grande. Una passione che era diventata qualcosa di più: Adele ha infatti frequentato il liceo musicale “Passaglia” di Lucca, dove si è diplomata la scorsa estate in clarinetto e oboe.

Intanto, però, la malattia era entrata di prepotenza nella sua vita – e in quella degli affetti più cari.

«L’avevamo scoperto nel 2023, quando di ritorno da alcuni viaggi a Roma e Bologna aveva accusato dolori che non passavano anche con gli antidolorifici. L’ho portata da un osteopata che fece alcune manovre che causarono un gonfiore nelle gambe. Allora decisi di andare al pronto soccorso e fu lì che venne fatta la diagnosi».

Il verdetto è di quelli che fanno vacillare ogni certezza: sarcoma di Ewing, una rara forma tumorale che tende a colpire persone giovani, entro i 19 anni di età. Eppure, in qualche maniera, bisogna andare avanti. E Adele, avanti, c’è andata: mettendo tutta se stessa nel percorso terapeutico, per quanto pesante dal punto di vista fisico e psicologico.

«C’era stata anche un’ottima risposta ai trattamenti» continua il padre Massimiliano. Poi la scorsa primavera la situazione volge al peggio, anche a causa di un’infezione batterica che costringe i medici a utilizzare farmaci meno potenti nel trattamento del tumore.

Niente è stato lasciato di intentato, in un pellegrinaggio della speranza che ha toccato Siena, Bologna, Pavia. «Ho anche chiesto un parere allo Sheba Center, in Israele, che però non ha ancora risposto: a questo punto è meglio che non lo faccia, o quantomeno che non legga la mail».

Nei due anni di malattia Adele si era fatta voler bene da tutti coloro che erano entrati in contatto con lei. E che ora la famiglia vuole ringraziare: «L’intero reparto di oncologia pediatrica la considerava come una figlia. Questo è quello che noi genitori abbiamo percepito e per questo ringraziamo tutto il personale medico e paramedico per la grande vicinanza e amore nei confronti di Adele». Quel personale che ha rappresentato conforto ma che insieme rappresenta speranza: «Abbiamo constatato – conclude Massimiliano – il grande sforzo dei ricercatori per debellare queste malattie aggressive con terapie mirate. Auspichiamo che quanto prima si riesca nell’intento, per aiutare altri giovani pazienti».


 

In Primo Piano
Guerra

L’Ucraina dice sì a una tregua immediata di 30 giorni. Trump: «Spero che Putin accetti»

Sani e Belli