Il Tirreno

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Il caso

Ezio Corucci: «Da tre mesi sono senza pensione, vivo grazie agli amici». I (possibili) motivi del pasticcio

di Roberta Galli

	Ezio Corucci
Ezio Corucci

Appello all’Inps dell’ex presidente dell’aeroporto di Pisa, che vive a Cuba. La nostra intervista

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PISA. Da quasi tre mesi non riscuote la pensione. È una situazione molto difficile quella che sta vivendo Ezio Corucci, 87 anni, pisano, ex presidente dell’aeroporto Galilei, da più di 25 anni residente a Cuba. «Un incubo – spiega Corucci, telefonicamente, dalla sua abitazione cubana –. Vado avanti, e lo dico senza vergogna, grazie all’aiuto di amici che in questo periodo mi stanno sostenendo sia psicologicamente che materialmente. Sto affrontando un momento complesso e per questo motivo rivolgo un appello accorato all’Inps di Pisa affinché cerchi di capire che cosa esattamente abbia portato al blocco del mio assegno dalla fine di ottobre del 2024».

Di Corucci, socialista, si deve ricordare la lungimiranza nell’emancipare l’aeroporto civile da quello militare fino a iniziare a renderlo la porta della Toscana. Fu in effetti il primo, come riportato anche dalle cronache dell’epoca, a bucare l’embargo di Cuba e a creare un collegamento diretto dalla città della Torre con L’Avana.

Ma a un certo punto venne investito da un’accesa polemica politica, erano gli anni della fine della Prima Repubblica, sbatté la porta e concluse il suo mandato in Sat (Società Aeroporto Toscano) trasferendosi sull’isola caraibica.

Agli accomodamenti, dunque, preferì il taglio netto, non certo i compromessi di palazzo. Corucci lasciò quindi la sua Pisa. A Cuba negli anni si è occupato anche di import-export di prodotti tipici toscani.

Corucci, che cosa sta succedendo?

«In pratica da novembre non ricevo più dall’Italia la mia pensione, legata al mio lavoro. Pensavo fosse un semplice ritardo, ho atteso fiducioso, ma siamo a gennaio e sul mio conto corrente mancano ancora i bonifici di novembre, di dicembre con la tredicesima e a questo punto anche quello di gennaio».

Era mai accaduto?

«In passato sì. A causa di alcune certificazioni internazionali legate al mio stato in vita richieste dall’Inps di Pisa, ma poi tutto si è risolto nel giro di poco tempo. Questa volta la situazione è invece molto più complicata».

Si spieghi meglio...

«Ho contattato l’Inps di Pisa. Ho parlato con una funzionaria che mi ha assicurato che il mio assegno è stato accreditato regolarmente come sempre. Solo che per arrivare a Cuba è necessario un passaggio farraginoso».

Cosa succede in questi casi?

«La somma viene trasferita su un conto alla CityBank di Londra, da qui finisce sul Banco Bilbao, spagnolo, e infine, sempre con una transazione internazionale, arriva a Cuba sul Banco Metropolitano. Ed è in questi passaggi che è accaduto qualcosa».

Ha provato a darsi una spiegazione?

«Nei mesi scorsi sull’isola c’è stato un grande black out informatico. Anche altri italiani che vivono qui hanno subìto ritardi negli accrediti bancari, ma le loro posizioni, alla fine, si sono risolte. Io invece resto in sospeso e solo l’Inps di Pisa può capire, attraverso i suoi canali, dove esattamente è finita la mia pensione».

Secondo lei il pasticcio è legato alle banche?

«Credo proprio di sì. Ma io da solo, nonostante abbia bussato a molte porte, non riesco a arrivare a niente. Deve muoversi l’Inps di Pisa e capire con quale codice la CityBank di Londa ha eseguito il bonifico a mio favore, solo così possiamo cominciare a districare la matassa, ripeto molto intricata Per questo rivolgo ai funzionari pisani un accorato appello a darmi una mano. Senza la mia pensione non posso vivere. Questi mesi li ho affrontati con l’aiuto di amici cari che mi hanno sostenuto».

Si è rivolto anche all’ambasciata italiana?

«Sì, ma senza successo. Purtroppo non sono in grado di interagire con le banche. Sono a conoscenza del mio problema, ma non hanno competenze in materia. Anche in banca, qui a Cuba, è tutto fermo».


 

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