Rinforzi, a Pisa in arrivo 34 poliziotti: «Una risposta alle grida di aiuto»
L’intervista al deputato Edoardo Ziello: serve anche la riforma dei distaccamenti della Municipale
PISA. «Come avevo annunciato già dal mese di dicembre arriveranno tantissimi poliziotti in più alla nostra questura. Si parla di 34 poliziotti tra agenti e ispettori. Un numero che non si vedeva da molti anni grazie al mio personale impegno e al sottosegretario Nicola Molteni, che ancora una volta ha ascoltato il nostro territorio». Così il deputato Edoardo Ziello (Lega) sui rinforzi: 5 ispettori e 10 agenti per la questura, 3 ispettori e 12 agenti per la Polfer e 4 agenti per la Polaria (anche per compensare le uscite per i pensionamenti).
«Mi sono voluto spendere sul fronte numerico – aggiunge – per dare una risposta concreta di fronte a tutti questi fatti di cronaca che, purtroppo, hanno riguardato la nostra città e al grido di aiuto di alcuni genitori che si sono visti picchiare i propri figli dalla furia insensata di alcuni giovani».
Onorevole, da più parti si evidenzia il fallimento della giunta di centrodestra sulla sicurezza dopo le promesse elettorali: come risponde?
«Chi lo dice ha già fallito e ha dimostrato di non saper fare politica sulla sicurezza. Mi ricordo come era la città fino al 2018. Alla stazione c’erano bande di africani e nordafricani che se le davano in continuazione. Putignano, Riglione, Oratoio e Coltano vivevano nella paura dei furti a causa del campo nomadi di Ospedaletto che il Comune tollerava e al tempo stesso foraggiava con i contributi a diverse famiglie rom. Stessa situazione di tolleranza per il “Galeone” di Porta a Lucca, occupato da un gruppo pericoloso di anarchici. Se un cittadino chiedeva aiuto veniva minacciato di essere denunciato per procurato allarme perché l’insicurezza era solo percepita, dicevano gli amministratori del Pd di quel tempo».
Ma i fatti di cronaca, appunto, continuano...
«A molte questioni abbiamo posto rimedio come il campo rom di via Maggiore che abbiamo sgomberato così come il Galeone o l’aver predisposto una rete di presidi dinamici di controllo sul territorio. Il rischio zero non esiste, ma è importante fare di tutto per prevenire azioni criminose e ammettere che l’insicurezza esiste soprattutto a causa di un mix esplosivo caratterizzato dalla presenza di baby gang composte da immigrati di seconda e terza generazione, spacciatori nordafricani irregolari e sbandati. È ipocrita chi a livello nazionale vuole le frontiere aperte e poi punta il dito contro chi si batte per chiuderle a tutti tranne che ai regolari».
E cosa dice a chi lamenta assenza di azioni e risposte anche di carattere sociale?
«Chi lo dice è in malafede o non studia il bilancio del Comune di Pisa. Ogni anno si spendono migliaia di euro per le unità di strada che creano percorsi inclusivi per la marginalità insieme agli assistenti sociali. Il problema è che molti individui non accettano l’idea di vivere in modo ordinario. Ho visto più volte il rifiuto di fronte all’assegnazione di una casa popolare o di contribuiti capaci di garantire il superamento della fragilità. Per questi casi non c’è una soluzione sociale perché sono gli stessi individui a non volerla».
Lei cosa vorrebbe, in tale contesto, dalla polizia municipale?
«Credo che ogni sindaco debba investire molto sia in termini di organico che di strumentazione (divise anti trauma, mazzette distanziatrici, spray al peperoncino, taeser e body cam previo accordo con sindacati) e veicoli. Questo perché ci sono alcuni servizi su cui si presta meglio la municipale. Ad esempio, le attività di controllo in piazza della Pera sono più da municipale a differenza dei fenomeni presenti nelle piazze Dante, Vettovaglie e Sant’Omobono che richiedono la polizia o i militari dell’Arma o della Guardia di Finanza. Pisa dovrebbe avere almeno 160 agenti di polizia municipale e il coraggio di fare una riforma dei distaccamenti per avere una presenza capillare. Rifuggo dall’idea del Pd di impiegare la municipale solo per sanzioni amministrative e portare il gonfalone del Comune agli eventi pubblici».