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Alcol e movida a Pisa, altri tre mesi di divieti in piazza della Pera: cosa è previsto

Alcol e movida a Pisa, altri tre mesi di divieti in piazza della Pera: cosa è previsto

Replicata l’ordinanza di agosto: si beve solo ai tavolini

13 novembre 2024
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PISA. Non solo piazza Dante e piazza delle Vettovaglie. Nel risiko della sicurezza c’è anche piazza della Pera a tornare sotto i riflettori: il Comune ha infatti deciso di rinnovare fino a domenica 9 febbraio del 2025 l’ordinanza che impone di consumare bevande alcoliche soltanto dentro ai locali o seduti ai loro tavolini esterni. Il provvedimento firmato dal sindaco Michele Conti riprende quello di metà agosto che era stato sponsorizzato – tra gli altri – dal parlamentare leghista Esposito Ziello e che aveva visto scadere la sua validità lo scorso 2 novembre.

La maggior differenza tra le due ordinanze sta nell’orario della validità: quella estiva prevedeva i divieti tra le 18 e le 24, mentre quella firmata pochi giorni fa riduce il periodo tra le 21 e la mezzanotte. In queste tre ore i piazza della Pera ci sarà il divieto di vendere bevande alcoliche da asporto e , per i cittadini, di consumarle al di fuori dei locali e delle loro pertinenze. Dunque, non si potranno acquistare – per fare un esempio – lattine di birra al supermercato e berle seduti su una panchina della piazza. Decisioni che arrivano, come esplicitato nell’ordinanza da quanto «constatato e riferito dalla polizia municipale»: secondo i rapporti dei vigili, infatti, le situazione critiche in piazza Gambacorti si collocano soprattutto nella fascia serale e per queste tre ore è stato chiesto il rinnovo dell’ordinanza di agosto, dato che «gli episodi descritti sono sovente determinati da soggetti in stato di alterazione alcolica i quali sono solitop approvvigionarsi, per l’immediato consumo, di bevande alcoliche a prezzi contenuti, in particolar modo birra e mix superalcolici, presso i locali commerciali presenti in zona. Esercizi che rimangono aperti fino a tarda notte, venendo così a costituire una costante fonte di rifornimento». I trasgressori verranno puntiti con una sazione amministrativa da 25 a 500 euro e per i recidivi sarà disposta la chiusura dell’esercizio commerciale per un periodo tra cinque e 15 giorni. Il provvedimento del Comune, già in estate, scatenò le proteste politiche dell’opposizione. Il gruppo di “Una città in comune”, ad esempio, parlò di «uso strumentale» del tema della sicurezza «per realizzare un'operazione ben diversa: cancellare la socialità di una delle ultime piazze in città che ancora resiste alla totale mercificazione, in cui bambini e bambine, famiglie, studenti e studentesse si incontrano e vivono lo spazio pubblico».

Contro quel provvedimento, però, ci fu anche un’opposizione di tipo giudiziario. Furono in particolare due esercizi commerciali della piazza (“La tazzina” e “Anika”) a presentare un ricorso al Tar per la sua cancellazione. A settembre i giudici amministrativi negarono la sospensiva, senza però entrare nel merito e considerando comunque «prevalente l’esigenza di garantire la sicurezza dei luoghi». Piuttosto, nell’ordinanza del Tar si rilevava la necessità di dover approfondire l’utilizzo di uno strumento come l’ordinanza e per questo – anche tenuto conto che i divieti originari scandevano il 2 novembre – si fissava l’udienza per il 30 gennaio. 

L.C.


 

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