Addio al pittore pisano Fornaini: donò una sua opera a Madre Teresa di Calcutta
Allievo di Annigoni e Stefanelli, ha vissuto da sempre tra pennelli, tele e colori: molti affreschi si possono ammirare in numerose chiese
PISA. I colori e le tele sono stati la sua grande passione. È morto il noto pittore e affreschista pisano Enrico Fornaini. Aveva compiuto 80 anni il 15 agosto. Da alcune settimane non stava bene. Poi, improvvisamente, le sue condizioni di salute sono peggiorate e il suo cuore ha cessato di battere venerdì sera – 30 agosto – all’ospedale di Cisanello dove era ricoverato. Fornaini era un artista completo, una persona gentile e garbata, dal carattere solare, che ha praticamente vissuto per la sua arte, trasformandola nella sua professione, che lo ha accompagnato fin da bambino, quando di nascosto rubava i fogli al padre, geometra al Catasto, e con le estremità dei carboncini del braciere dava spazio alla sua fantasia. Una fantasia che non ha mai smesso di pulsare.
La carriera e la sua arte
Fornaini, allievo del grande Pietro Annigoni e di Romano Stefanelli, esponenti della cosiddetta Scuola fiorentina, ha vissuto da sempre tra pennelli e colori, mentre i suoi occhi si accendevano di una luce che solo chi ama il suo lavoro fino in fondo può capire. Un lavoro non semplice, quello di pittore di professione, che Fornaini ha portato avanti per tutta la vita, nella sua abitazione in via Mazzini nel quartiere di Sant’Antonio, dove aveva anche lo studio.
Le opere
I suoi affreschi ancora oggi si possono ammirare nella Cattedrale di San Martino a Lucca e nelle chiese di Filettole, Madonna dell’Acqua, San Martino Ulmiano, Calcinaia, Vetriano, Camaiore, Staffoli, Lappato, Chianni, Pagani e Picciorana. Altre opere si trovano a Genova, La Spezia, Pontremoli, Cascina, Santa Croce e presso il Circolo Ufficiali della 46ª Aerobrigata di Pisa con un omaggio particolare ai caduti di Kindu. E poi ci sono i quadri, una produzione vastissima. «Con la mia arte – commentò l’artista un paio di anni fa – non mi sono certo arricchito, ma ho dignitosamente mantenuto la mia famiglia e sfamato la mia anima».
I protagonisti ritratti
Un lungo viaggio fatto di grandi opere, commissionate da enti ecclesiastici e da privati, racchiuse anche in un libro. Una sorta di testamento che Fornaini volle scrivere nel 2020 per raccontare in modo semplice se stesso: l’artista e l’uomo. Nacque così “Dipingendo la vita”, un volume edito da Marchetti Editore. Ed Enrico la vita l’aveva dipinta davvero: dai paesaggi, molti ispirati al Parco di San Rossore, fino all’iconografia sacra, tanto cara all’artista. Opere che questo pittore dall’animo sensibile, nato a San Giuliano Terme, ma vissuto da sempre a Pisa, molte volte ne ha fatto dono agli stessi protagonisti ritratti. Come quando negli anni Settanta si recò a Roma per omaggiare Madre Teresa di Calcutta.
L’ultimo saluto
Una carriera intensa la sua, vissuta però con grande modestia, che gli ha regalato tantissime soddisfazioni. Nei suoi dipinti ha ritratto figure appartenenti a ogni ceto sociale e poi ci sono le composizioni affrescate sui muri e gli olii su tavola, oltre a vedute di infiniti paesaggi. Fornaini lascia la moglie Enrica, i figli Fabio e Francesco, le nuore Laura e Egla e i nipoti Leonardo e Lorenzo. La salma è esposta presso le cappelline della Misericordia in via Pietrasantina. L’ultimo saluto lunedì 2 settembre alle 17,30 nella chiesa di Madonna dell’Acqua.