Cancellata la strada intitolata al rettore fascista, Pisa decide di dedicarla ai Giusti tra le Nazioni
Il sindaco Michele Conti: «Oggi è un giorno nel quale si interviene nella storia»
È come se la storia avesse assegnato alla città di Pisa la responsabilità e il compito di fare più degli altri nell’assumere l’impegno nella commemorazione e nella lotta contro l’antisemitismo. Del resto il 5 settembre 1938, è nella sua residenza estiva a San Rossore che il re Vittorio Emanuele firmò le vergognose leggi razziali.
E così, ieri, vigilia del Giorno della Memoria, all’ombra della Torre è andata in scena una cerimonia che avuto il sapore di un risarcimento morale contro il male patito da milioni di ebrei sterminati nei campi di concentramento, molti dei quali partiti anche da Pisa. Ma soprattutto si è voluto non dimenticare.
L’amministrazione comunale ha mantenuto il suo impegno: via Giovanni D’Achiardi, la strada che ricordava il rettore fascista, è stata cancellata dalla toponomastica cittadina. Da ieri quella via porta il nome di “via Giusti tra le Nazioni”. La cerimonia voluta dal Comune, e in primis dal sindaco Michele Conti, dopo la raccolte di oltre 22mila firme e il pronunciamento a favore della cancellazione di quel nome anche da parte dell’Università di Pisa, della Scuola Normale e della Scuola Sant’Anna, ha posto definitivamente la parola fine ad un lungo iter.
Anche il luogo scelto per festeggiare il cambio di denominazione non è stato lasciato al caso: largo Raffaello Menasci, a pochi metri da via Giusti tra le Nazioni, ieri ha tenuto a battesimo il nuovo corso.
Menasci, medico pediatra livornese, venne arrestato il 16 ottobre 1943 a Roma e deportato ad Auschwitz, non prima di avere subito l’onta di essere espulso, come docente, dalla aule dell’Ateneo pisano, per colpa di una firma posta dal rettore D’Achiardi. Fu lui – anche podestà della città, poi senatore e direttore della Scuola Normale – a spedire al ministero la lista dei nomi che determinò l’allontanamento forzato dalle aule pisane di venti professori e di centinaia di studenti ebrei.
«Oggi per Pisa è un giorno importante – ha detto il sindaco Conti –. Un giorno nel quale non si fa solo una cerimonia di commemorazione o di ricordo, ma un giorno, come disse la senatrice Liliana Segre nella nostra città in occasione della cerimonia di scuse degli Atenei italiani, nel quale si interviene nella storia, per trasferire alle giovani generazioni la memoria di quel che accadde perché non si ripeta mai più».
E le giovani generazioni erano presenti ieri in largo Menasci. Due classi della scuola Nicola Pisano hanno intrattenuto i presenti con canti ed esibizioni musicali. Con loro, oltre al sindaco Conti, c’erano la viceprefetta vicaria Laura Motolese, il rettore Riccardo Zucchi, il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo, il presidente della Provincia, Massimiliano Angori, il presidente della Comunità Ebraica di Pisa, Andrea Gottfried, il presidente di Anpi, Bruno Possenti, il presidente del consiglio comunale, Alessandro Bargagna, e la vicepresidente Antonietta Scognamiglio.
«È una giornata importante per Pisa – ha sottolineato Mazzeo – ed è importante scegliere sempre la parte giusta della storia». Anche per il rettore Zucchi si è trattato di un passo doveroso. «Lo spirito critico dell’Università di Pisa – ha detto Zucchi – ha fallito per troppo tempo, ma adesso abbiamo recuperato e tolto quel nome dallo stradario cittadino». Soddisfatto anche il presidente della comunità ebraica pisana, pur denunciando ancora un sentimento antisemita nella realtà dei nostri giorni. «Gli ebrei vivono nell’anima e nel Dna lo spettro della Shoah – ha detto – e quello spettro è stato risvegliato come demone mostruoso dal massacro dei civili del 7 ottobre scorso».l
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