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Il Pisa con i suoi tifosi sugli spalti torna a vincere. Il "Canto di Natale" dei nerazzurri

Il Pisa con i suoi tifosi sugli spalti torna a vincere. Il "Canto di Natale" dei nerazzurri

Dall'orlo del baratro a una possibile svolta nel giorno del ritorno dei tifosi. Un punto di partenza per un 2024 si spera di crescita

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Ok, ormai il film di Natale per antonomasia è “Una poltrona per due”, che anche stasera, come ogni vigilia, sarà sicuramente in onda su qualche canale tv, ma alla fine Pisa-Ascoli ne ricorda un altro, un po’ più dotato e ugualmente considerato un cult. È “La vita è meravigliosa”, pellicola data 1946 e firmata da Frank Capra.

Per chi non lo conoscesse è qualcosa di più e di meglio di un dozzinale “cinepanettone”. Racconta la storia di George Bailey (interpretato da James Stewart) che proprio alla vigilia (del Natale 1945), oberato da problemi e preoccupazioni, si sta per suicidare gettandosi nel fiume. Le preghiere di familiari e amici manderanno un angelo custode a salvargli la vita.

Ovviamente i tre punti strappati con le unghie e con i denti all’Ascoli non salvano la vita al Pisa (non ce n’era bisogno, ci mancherebbe) ma consentono di vivere un 25 dicembre più sereno. E anche in questo caso sarebbe sbagliato paragonare l’acuto a un film da botteghino. Può e deve essere, infatti, un trampolino di rilancio. Soprattutto per il contesto in cui è maturato. Ovvero in un clima appesantito da una classifica decisamente peggiore del previsto, dalle ultime due sconfitte e più in generale da un clima diventato sicuramente pesante. Molto.

E, invece, ieri tanti tasselli sono tornati forse non proprio al loro posto ma sicuramente più vicini. Ad esempio, e non a caso, è tornato il popolo dell’Arena. Con la gradinata di nuovo quasi completamente aperte, con la Curva Nord di nuovo al suo posto. Non perfettamente, anche in questo caso, visto che i controlli all’ingresso - talvolta persino eccessivi secondo le testimonianze di alcuni dei diretti interessati - hanno permesso al settore di accogliere la sua gente solo intorno al 30’ di gioco.

Che sia tornata la spinta del pubblico, però, è determinante almeno quanto il valore della vittoria stessa. È il primo passo, dunque, a cui per forza dovranno seguirne altri. Sotto il profilo della struttura, che deve per forza diventare più moderna e accogliente, sotto il profilo della squadra. Vincere senza convincere va bene in questo caso, ma non può e non deve diventare la regola. Anche perché finisce per fare a pugni con l’idea di calcio sposata dalla società e portata avanti da Aquilani.

Il sospiro di sollievo non poteva essere rinviato ancora e, quindi, il canto di Natale che è risuonato all’Arena è bellissimo. Dietro l’angolo, però, c’è già un altro esame. Quello di Terni, da affrontare nel pomeriggio di Santo Stefano. Servirà un altro Pisa, è chiaro, con lo stesso spirito e la stessa determinazione esibite coi bianconeri ma anche con più idee, più coraggio, più qualità. Seguendo, magari, l’esempio di Mikhail Baryshnikov, probabilmente il più grande ballerino della storia: «Non cerco di danzare meglio di chiunque altro – diceva – cerco solo di danzare meglio di me stesso». Appunto.
 

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