Il Tirreno

Pisa

Il ricordo

Ginaccio, il dermatologo comunista che cancellò “il cimitero degli elefanti”

di Francesco Paletti
L’iniziativa dedicata a Gino Nunes, nell’auditorium del Polo tecnologico di Navacchio
L’iniziativa dedicata a Gino Nunes, nell’auditorium del Polo tecnologico di Navacchio

A 10 anni dalla scomparsa un evento dedicato all’ex presidente della Provincia Nunes

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PISA. La chiamavano «il cimitero degli elefanti». Negli ambienti politici, insomma, non godeva propriamente di grande prestigio l’amministrazione provinciale, quando, nel 1990, l’ex vicesindaco di Pisa Gino Nunes ne diventò presidente. Pure lui pagò gli anni traumatici della giunta guidata dal sindaco socialista Granchi. «Il Pci decise di non ricandidare le sue figure di spicco alle comunali convinto di dover dare un forte segnale di discontinuità» ha ricordato Carlo Scaramuzzino, il capo di gabinetto dell’amministrazione provinciale targata Nunes ma anche l’amico di una vita. Quella candidatura mancata, però, fu la fortuna della Provincia di Pisa: l’ha guidata per 14 anni Nunes, tre mandati consecutivi, il più longevo dei presidenti dell’ente di Piazza Vittorio Emanuele II e soprattutto l’amministratore che ne ha fatto un volano di sviluppo del territorio. «Basti pensare a questo luogo» ha detto il sindaco di Cascina Michelangelo Betti, aprendo, insieme all’attuale presidente della provincia Massimiliano Angori, l’incontro organizzato per ricordarne la figura a dieci anni esatti dalla sua scomparsa nell’auditorium del Polo tecnologico di Navacchio. «Prima era una distilleria in disuso: grazie ad una sua intuizione è diventato uno degli incubatori per aziende innovative più importanti d’Italia, un esempio di rigenerazione urbana molti anni prima che questo concetto entrasse nel vocabolario della politica».

Sarebbe sufficiente anche questo, forse. Ma Nunes è stato molto di più. «Basti ricordare il 400miliardi di lire di fondi strutturali per le aree a declino industriale arrivati in provincia, un terzo del totale regionale, o il protocollo d’intesa per la Piaggio che ne evitò il trasferimento a Nusco» ha detto ancora Scaramuzzino. Un’altra «chicca» l’ha aggiunta Aurelio Pellegrini, storico assessore provinciale alla cultura e alla pubblica istruzione: «Fu quando, dopo il ritrovamento delle navi romane, decidemmo di organizzare la mostra “Pisa e il Mediterraneo”, una pietra miliare nella storia culturale della città: quando gli dissi che l’unico in grado di organizzarla era Marco Tangheroni, storico e medievista di fama internazionale, ma anche il candidato del centro-destra alle ultime amministrative (quelle del ‘94, vinte da Piero Floriani, ndr), non batté ciglio. Anzi, mi disse: “Sono d’accordo, proponiglielo e convincilo”». Era un medico Nunes, dermatologo dell’ateneo pisano. Ed era pure bravo.

Nel ‘79, però, appese il camice al chiodo per dedicarsi al sindacato. «All’inizio degli anni ‘80 diventò anche segretario della Camera del Lavoro di Pontedera, il primo non operaio ad occupare quel ruolo» ha ricordato Paolo Graziani, storico sindacalista Cgil. Stargli accanto, però, non era facile. «Era ruvido e schietto, ma anche uno che giocava sempre a carte scoperte come quella volta in cui fu denunciato per abuso d’ufficio dal segretario generale della Provincia, accusa da cui, ovviamente, fu assolto con formula piena: “Impugnerò il tuo ricorso” gli disse pur non conoscendolo e così fece» ha ricordato Stefano Del Corso, il legale e un altro amico di una vita, oltreché l’attuale presidente della Fondazione Pisa.

Sarà stato anche burbero «Ginaccio» come ancora oggi lo chiamano i dipendenti della Provincia che lo hanno conosciuto. E anche complesso, «per quel suo essere spesso non allineato e dubbioso, pure nei confronti della linea dei partiti in cui ha militato, una delle tante eredità che ci lascia» come ha ricordato l’assessore regionale Alessandra Nardini. Eppure giovedì sera l’auditorium era affollato di gente, in prima fila la moglie Marna Carpita e il figlio Nicola. Molti con gli occhi arrossati e la voce rotta dalla commozione. Perché da dieci anni, da quando Nunes non c’è più, per tanti di loro il problema è sempre quello: «Ora che Gino se n’è andato, con chi ne parliamo?» per dirla con le parole di Ida Nicolini, già assessora provinciale allo sport. E anche lei amica di una vita.


 

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