Il Tirreno

Pisa

Il Pisa riparte di slancio e ringhia al campionato

di Massimo Berutto
Il Pisa riparte di slancio e ringhia al campionato

Tribuna affollata per il saluto al gruppo nerazzurro dopo un’estate difficile Applausi per tutti i nuovi acquisti, grandi aspettative sugli attaccanti

02 settembre 2015
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PISA. L’Arena Garibaldi torna a caricarsi di entusiasmo per salutare i nuovi ed i pochi vecchi beniamini. Almeno quattromila sostenitori in tribuna coperta per dare la prima carica ai ragazzi di Gattuso, che insieme a Lucchesi tocca nettamente l’apice degli applausi. Il grande pubblico giunge ben prima dell’appuntamento delle ore 21, quasi come trascinato dai ritmi, potenti e festosi, provenienti dagli altoparlanti adagiati sul campo di gioco, che però devono imporsi per prevalere sul vociare dei tifosi, molti in “divisa di ordinanza” (nerazzurra ovviamente) o muniti di bandiere. Marco Guidi, speaker dell’Arena e presentatore della serata, rivolge un pensiero a Paolo, tifoso di gradinata, assente perché colpito da un grave lutto. Cori e tamburi anticipano l’arrivo di giocatori, tecnici e dirigenti. In tribuna d’onore non si vede l'ex presidente Carlo Battini, mentre si riconoscono i suoi collaboratori Andrea Bargagna e Gabriele Minchella, oltre a Pietro Tomei e all’assessore allo sport Salvatore Sanzo.

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I calciatori si presentano in ordine di ruolo, partendo dai portieri. Rompe il ghiaccio Alessandro Bacci e la sua provenienza dalla Fiorentina è solo un pretesto per uno sfottò verso il capoluogo regionale. Questioni di campanile. Quanto ai calciatori confermati, scontati i consensi all’indirizzo del nuovo capitano Paolo Rozzio, meno scontati gli applausi a Stefano Dicuonzo e soprattutto ad Andrea Lisuzzo, salutato con un avvertimento che sa di recente passato: «Noi vogliamo gente che lotta». Affetto nei confronti di Daniele Mannini, al suo secondo ritorno nella città dove è nato ed è sboccato calcisticamente. Tra i giovani a far salire l’applausometro sono soprattutto Sanseverino e Frugoli.

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A chiudere il gruppo dei giocatori il tridente uscito dal pirotecnico ultimo giorno di mercato. Si parte con Arturo Lupoli, che fa una scorpacciata di entusiasmo. Lores Varela lo segue a ruota. Edgar Cani, già soprannominato il “colosso di Albania”, si gode il gran finale. Dopo il meritato riconoscimento al lavoro di sanitari e magazzinieri, si passa in rassegna lo staff-tecnico dirigenziale, dove si registrano gli ingressi del nuovo team manager Daniele Freggia e del match analyst William Mazzanti. Per completare la rassegna dei quadri tecnici tutti aspettano Rino Gattuso, ma devono attendere ancora qualche minuto.

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La scaletta prevede gli interventi di Fabrizio Lucchesi e del sindaco Marco Filippeschi, interrotto immediatamente dai fischi del pubblico. Un attimo di imbarazzo, superato di slancio calando l’asso di denari. Gattuso ha già conquistato il cuore dei tifosi, unendo grinta e modestia. Il pubblico sa già cosa cantagli: «Mister facci entra’, giocano gli ultrà». Il mister nerazzurro risponde con determinazione e pacatezza: «Non amo molto parlare, sono appena arrivato a Pisa. Solo da due anni faccio l’allenatore e spero di far parlare il campo. Ringrazio lo spogliatoio per come mi ha accolto e per il modo in cui si è messo a mia disposizione. Rinnovo la promessa del primo giorno: mangeremo l’erba e rispetteremo la maglia. Siamo una squadra nuova: non è una scusa, abbiamo bisogno di tempo. Qui all’Arena siamo in casa nostra: gli avversari per portare via i tre punti dovranno fare una grande partita. Speriamo di realizzare qualcosa di importante». Ancora canti dagli spalti (per «chi non salta è un livornese» il labronico Peralta ovviamente è esentato) e un carico di entusiasmo da scaricare sul rettangolo di gioco fin dall’esordio in campionato.

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