Il Tirreno

Il caso

Pontedera, stuprata e filmata fuori dalla discoteca: le ultime "mosse" sui social del 19enne arrestato per violenza sessuale

di Sabrina Chiellini
La violenza è stata ripresa col cellulare
La violenza è stata ripresa col cellulare

L'episodio risale all'inizio di giugno: il giovane è stato tratto in arresto dopo la testimonianza della 19enne vittima dell'orrore

03 luglio 2024
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PONTEDERA. Prima le risate in discoteca, lo scambio di informazioni sui rispettivi profili social, ore trascorse in allegria. Poi l’incubo che lascia profonde ferite, difficili da sanare. «Ci siamo conosciuti in discoteca, non lo avevo mai visto prima, mi ha invitato fuori e mi ha violentato». È la denuncia di una giovane di Pontedera, poi finita all’ospedale sotto choc e con lesioni agli organi genitali (la prognosi è di poco inferiore a 40 giorni). Lui intanto sparisce dai social (a parte un vecchio profilo Facebook, inattivo da anni). Un giovane, che ha lasciato gli studi da poco, ha vissuto a lungo a Pontedera e ora si è trasferito in un’altra città. Gli amici però sono rimasti quelli della Valdera come la discoteca frequentata.

Il silenzio e le indagini

Sul fatto c’è il massimo riserbo dato che le indagini preliminari vanno avanti e lentamente emergono nuovi dettagli. Procura e polizia stanno mettendo insieme i vari pezzi, cominciando dalle testimonianze delle amiche della giovane e dai ragazzi che erano in discoteca. Quella sera – il fatto è successo ai primi di giugno 2024 – la giovane è insieme a tre amiche, così come l’arrestato che ora deve rispondere del reato di violenza sessuale e lesioni gravissime. Una volta conosciuta la giovane, il 19enne la invita a uscire nel parcheggio della discoteca. Lei non ritiene di essere in pericolo. Invece è lì che il ragazzo inizia un approccio fisico, mentre lei cerca di respingerlo. Ma i «non voglio, lasciami», detti più volte, non bastano. Il ragazzo prosegue con violenza causandole lesioni e una consistente perdita di sangue. Non solo. In quei momenti «riprende il rapporto sessuale nelle sue diverse fasi con il proprio telefono cellulare» dirà la polizia. Dopo lascia la giovane fuori dalla discoteca, in piena notte, e se ne va. Lei aspetta le amiche rimaste nel locale. Subito chiede aiuto, è sconvolta, racconta l’incubo e cosa ha subito. Sta male, tanto che deve essere ricoverata per diversi giorni in ospedale. La paura e l’angoscia non offuscano la sua memoria: ricorda il nickname che l’aggressore usa su Instagram (se lo erano detti mentre ballavano) e fornisce alla polizia la descrizione dell’arrestato. Il profilo social che in quel momento non è ancora cancellato. Partono le verifiche sui social, si raccolgono le immagini del giovane. La vittima lo riconosce, aggiunge altri dettagli nella denuncia. Alcuni giorni dopo il 19enne viene arrestato in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Pisa su richiesta della procura di Pisa, del pubblico ministero Aldo Mantovani. In seguito all’interrogatorio di garanzia, durante il quale il giovane si sarebbe difeso – anche se non ci sono conferme ufficiali – parlando di un rapporto consenziente, il gip gli concede gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Siamo solo all’inizio di una drammatica storia che travolge le vite di due giovani.

Interrogatori

La polizia, oltre a sentire i ragazzi che erano in discoteca, ha sequestrato il cellulare dell’arrestato da cui spera di trovare preziose informazioni. Probabilmente si capirà come sono andati i fatti quella sera, all’esterno della discoteca. E cosa ha spinto l’arrestato a chiudere i profili social, prima ancora che gli venisse notificata l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. È probabile che la storia della violenza sia circolata tra i ragazzi, prima ancora di venire a sapere dell’arresto. Non è escluso che la vittima venga in seguito sentita in sede di incidente probatorio. Così come altri elementi potranno emergere dai reperti raccolti all’ospedale dove la giovane è stata ricoverata.

 

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