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Acque “nere”

Mare, dieci foci dei fiumi in Toscana sono «fortemente inquinate»: ecco quali sono


	 Veduta dall'alto del porto turistico di Marina di Pisa, alla foce dell'Arno 
 Veduta dall'alto del porto turistico di Marina di Pisa, alla foce dell'Arno 

Differenza importante tra sud/isole e parte nord della regione. I dati raccolti da Goletta Verde: su 20 campioni esaminati, solo 7 risultano non inquinati

03 luglio 2024
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La situazione nelle foci dei fiumi che gettano acqua in mare in Toscana "è stazionaria". Ovvero si ripetono, grossomodo, le criticità emerse negli scorsi anni. E Legambiente, anche quest'anno, presentando i dati raccolti con la 38esima edizione di 'Goletta Verde', lancia un nuovo campanello di allarme per una regione "a due velocità: la situazione della parte meridionale e insulare è veramente ottima, addirittura in miglioramento rispetto al 2022 e al 2023. Ma la parte a nord, soprattutto la conurbazione apuo-versiliese, registra i consueti parametri molto preoccupanti sull'inquinamento biologico.

Solo 7 su 20 non sono inquinati

E visto che stiamo parlando di una situazione storicizzata pensiamo che occorra aggredire il tema da cui il problema scaturisce: «il deficit di depurazione. I depuratori in quell'area devono funzionare meglio, devono essere più efficaci ed efficienti", sottolinea Fausta Ferruzza, presidente di Legambiente Toscana, nel corso di una conferenza stampa convocata a Firenze per presentare i dati dei campionamenti raccolti tra il 17 e il 19 giugno. Venti campioni esaminati (15 nelle foci di fiumi o nei canali, 5 in mare) di cui 13 "fuori dai limiti di legge, il 65%. Solo sette non inquinati», aggiunge Ferruzza. Di questi, stando alle analisi microbiologiche effettuate da laboratori specializzati, "10 punti sono stati giudicati fortemente inquinati, in quanto i campioni superano di più del doppio i limiti normativi considerati, spiega Legambiente. 

Quali sono le foci inquinate

Si tratta di quattro foci in provincia di Massa Carrara (torrente Carrione; torrente Lavello, fiume Brugiano; fiume Versilia), due in provincia di Lucca (fosso Fiumetto e fosso Abate), uno a Pisa (canale scolmatore); uno a Livorno (la foce-scarico Salivoli); due a Grosseto (fiume Gora e fosso Tagliata Etrusca). Altre due foci (l'Arno a Marina di Pisa, il fiume Osa a Grosseto) e una spiaggia (quella vicina al moletto del pesce, sul lato del porto di Livorno), risultano inquinati.

Arpat: «Acqua della costa è al 95% eccellente, problemi specifici per depurazione e scarichi abusivi»

l quadro, tratteggiato da Legambiente con la 38esima edizione di Goletta Verde, è noto ad Arpat, come spiega il direttore generale dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana, Pietro Rubellini. Che, prima di fare ulteriori osservazioni, sottolinea: "L'acqua della costa toscana al 95% è di qualità eccellente, come dimostrano i nostri monitoraggi. Siamo al top delle regioni italiane per la qualità delle acque nelle zone di balneazione", dice nel corso della conferenza stampa convocata a Firenze da Legambiente. Certo, prosegue accreditando i risultati dell'associazione ambientale, "ci sono delle problematicità soprattutto in corrispondenza delle foci dei fiumi: abbiamo, e il dato è stabile, 11 punti con divieti permanenti di balneazione per ragioni igienico sanitarie". E il fatto che i punti critici siano permanentemente in questa situazione «significa che a monte, evidentemente, ci sono carenze nei sistemi di collettamento degli impianti di depurazione. E magari anche scarichi abusivi che immettono direttamente nell'acqua dei fiumi materiali che non dovrebbero arrivarci», ragiona. 

Il ruolo del cambiamento climatico

Il problema specifico, inoltre, è rinforzato dal cambiamento climatico «che ha degli effetti anche sulla qualità delle acque superficiali e sotterranee», osserva Rubellini. «Cambiando completamente il regime delle piogge, che non sono più costanti, non troppo intense e dilazionate nel tempo, ma brevissime, improvvise e disastrose, si mettono in crisi gli impianti di depurazione. Che, per non esplodere, sono costretti ad aprire gli scarichi degli scolmatori". In più «queste piogge creano il cosiddetto 'effetto pistone': nei periodi di secca dei fiumi gli inquinanti si accumulano sul fondo ma poi, quando arrivano improvvisamente le piene, vengono 'sparati' tutti verso il mare. Ed è evidente che alla foce si crea una situazione qualitativa pazzesca, perché lì arriva tutta insieme, nello stesso momento, acqua di qualità pessima».

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