Piombino, l'imprenditore e la ricetta per uscire dai periodi difficili: «Nelle crisi s'investe e si rilancia»
Dalla Etrusca Profilati la proposta di sviluppo per l’area di Piombino. Enzo Grandi e i figli: «Creiamo un distretto dell’acciaio per i giovani e le piccole imprese»
PIOMBINO. Non chiedete a Enzo Grandi come ci si possa rialzare e continuare il proprio percorso. E neppure come scuotersi, come guardare avanti anche quando si è ko. La vita dell’imprenditore, fondatore della Etrusca Profilati di Piombino, è stata un susseguirsi di bandiere piantate alla meta, di piccoli fallimenti e sgomenti enormi, proprio come la morte di uno dei suoi tre figli, Gabriele.
Grandi nella sua vita non lo nasconde: ha tremato. E trema. E quando lo fa non cela le fragilità, da cui riemerge con l’amore per la famiglia, con la passione per il lavoro, con un entusiasmo così solido che pare di toccarlo.
Una storia di coraggio
Diventato imprenditore, dopo una mancata assunzione alle acciaierie, è riuscito sempre a trovare forza, coraggio, la voglia di scommettere. Ogni volta. Un percorso in cui ora, in azienda, ha, al proprio fianco i figli Lorenza e Giacomo, ma che non ha mai affrontato da solo perché «chiunque incontri sul tuo cammino lascia e insegna qualcosa». A partire da tutti i suoi soci. E da quel Fulvio Buccianti con cui tutto è cominciato.
Ecco quindi che questa la spinta verso una rinascita continua, il guardare sempre più su nella ricerca di una perfezione agognata e irraggiungibile, eppure conscia della normalità che tutto può essere rivisto, può diventare un simbolo anche per Piombino, città che Grandi mai è riuscito a lasciare trasferendo la sua attività altrove. E che ancora oggi guarda dalla finestra della sua Etrusca Profilati, 50 milioni di euro di fatturato all’anno, con affetto, senza recriminazioni.
«Negli anni – dice – ho imparato che il segreto è non lasciarsi trasportare dalle crisi ma, attraversarle, investendo nelle proprie attività, con la forza di rinnovare» . E aggiunge: «un’azienda che non innova ti fa, forse, risparmiare per un periodo ma poi, improvvisamente, scopri che tra le mani hai un ferrovecchio. Che non vale più nulla. È questo il concetto, il mio slogan, che ho sempre cercato di passare ai miei figli e a tutti i nostri importanti collaboratori».
Un concetto che vale per un’azienda, per gli affetti e perfino per una città. «Per quanto riguarda un’azienda privata – interviene il figlio Giacomo – trovare una soluzione ai problemi non rappresenta altro che lo spirito imprenditoriale per eccellenza. Piombino, avendo avuto grandi aziende industriali, probabilmente ha perso questo spirito ma ho la sensazione che in questo ultimo periodo si stia riscoprendo grazie a tante realtà e persone che hanno dovuto inventarsi qualcosa per sfruttare altri settori. Penso a chi per primo ha puntato sul turismo, penso ai paesi vicini che si sono reinventati potenziando le loro risorse. Quando c’è la tempesta, del resto, c’è da capire quale sia la rotta migliore per salvare la nave».
La ricetta per Piombino
Piombino, secondo la famiglia Grandi, non potrebbe riconvertirsi da zero e quindi, come un po’ tutti nell’area, auspicano tornino investimenti strutturali sulla siderurgia «ma senza abbandonare gli incentivi per creare altre attività esterne all’Industria. Continuare a scommettere sulla bellezza del territorio, ad esempio».
E una sfida da non perdere sarebbe quella di riuscire a far rimanere in zona i giovani. «Tante volte – aggiunge Enzo Grandi – anch’io ho pensato di andar via da qui: a Piombino c’è sempre stata la monocultura dell’acciaieria. Ho trovato tanti ostacoli per crescere come piccola azienda. Poi non me ne sono andato perché ero troppo legato a questo territorio e a quello che qui avevamo realizzato».
La figlia Lorenza, diplomata all’Accademia delle belle arti, esperienze fuori ne ha fatte ma poi ha deciso comunque di tornare e di rimanere , per lei è stato un passaggio naturale dal momento che è cresciuta come i suoi fratelli con l’azienda «che a quel punto era già ben strutturata». «Potenzieremo – raccontano i fratelli – il nostro parco macchine per poter ampliare le quantità e la varietà delle merci vendute: per noi i volumi sono fondamentali. Inoltre stiamo studiando la realizzazione di nuovi investimenti in aree dove poter crescere in maniera lineare e avere anche in futuro spazi per ulteriori sviluppi. Stiamo pensando a un nuovo stabilimento e a macchinari innovativi. Quest’anno inoltre parteciperemo con il nostro stand al Made In Steel 2025 Fieramilano, un evento internazionale molto importante dedicato alla filiera siderurgica».
Il messaggio positivo
Un messaggio di fiducia che parte dalla Etrusca Profilati e che vorrebbe estendersi anche al resto della città e alle istituzioni. «Uno spazio di sviluppo per Piombino – lanciano una proposta i tre imprenditori – sarebbe la nascita un distretto dell’acciaio: dove c’è chi lo produce, chi lo taglia, chi lo lavora e chi lo mette in opera. Mi piacerebbe che le competenze servissero a creare una filiera imprenditoriale Inoltre avere un distretto industriale ci aiuterebbe ad attrarre e a tenere qui i giovani che hanno studiato e che sono in grado di ricreare quell’hub di formazione e innovazione necessario al territorio. Noi riteniamo che si possa sempre essere in tempo».