Il Tirreno

Acciaio

Magona, il ministero studia le mosse ma il rischio fallimento è concreto

di Luca Centini
Magona, il ministero studia le mosse ma il rischio fallimento è concreto

Al Mimit incontro governo-sindacati: fronte comune per scongiurare l’amministrazione straordinaria

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PIOMBINO. Un’emergenza, una speranza e un’ansia crescente. E le soluzioni, al momento, sono tutte da costruire. Si può riassumere in questo modo il quadro attuale del polo siderurgico di Piombino, emerso dalla riunione che ieri mattina (mercoledì 16 aprile) i sindacati metalmeccanici hanno avuto con il ministero alle imprese e al Made in Italy, rappresentato dai dirigenti Castano e Losego e da altri funzionari e con Invitalia.

Nel corso del vertice ministeriale i sindacati hanno chiesto a rappresentanti del governo aggiornamenti sul polo siderurgico, con particolare riferimento alla vicenda di Liberty Magona e all’attesa per la sottoscrizione dei due accordi di programma tra le istituzioni e Metinvest Adria e Jsw Steel. «L’incontro era necessario e utile per fare il punto dettagliato e aggiornato sulla situazione Jsw, accordo di programma Metinvest, situazione Liberty Magona – spiegano i sindacati – Abbiamo chiesto al Ministero di organizzare incontri specifici al MiMit, con la presenza del ministro e delle proprietà, per un incontro al tavolo ufficiale per il rilancio del polo siderurgico piombinese. Nei prossimi giorni ci confronteremo con le Rsu Liberty Magona, Jsw Steel Italy, Gsi e Piombino Logistics per poi successivamente organizzare le assemblee negli stabilimenti Jsw e Liberty Magona».

L’emergenza Magona

Il vertice romano si è tenuto a poche ore dall’incontro che i sindacati metalmeccanici hanno avuto con il Ceo del gruppo anglo-indiano Liberty Toker Ozcan.

La situazione debitoria del gruppo, che si è generata in seguito a una sorta di effetto a catena con il fallimento della banca di affari Greensill, istituto di riferimento del gruppo anglo-indiano del magnate Sanjeev Gupta, rende complicata la conclusione della procedura di cessione del sito produttivo piombinese, ormai paralizzato.

Delle tre offerte presentate, sarebbe rimasta in campo solo quella del gruppo turco Yildiz. Non è escluso che possano concretizzarsi nuove soluzioni in corsa (si vocifera da tempo di un possibile interesse di Metinvest, mentre i rumors delle ultime ore parlano di un gruppo cinese).

Nel frattempo la preoccupazione è tanta e lo spettro che si fa sempre più incombente è quello del fallimento e dell’avvio della procedura di amministrazione straordinaria. «Uno scenario che vogliamo scongiurare in tutti i modo per evitare gravi conseguenze per le imprese dell’indotto, alcune delle quali pagarono già a caro prezzo per l’amministrazione straordinaria dell’ex Lucchini – spiega Lorenzo Fusco, segretario provinciale della Uilm – il ministero è d’accordo con noi: si farà di tutto per scongiurare l’ipotesi di un’amministrazione straordinaria esplorando tutti gli strumenti utili per favorire la procedura di cessione e l’uscita del gruppo Liberty. A tale proposito c’è la disponibilità del ministero a istituire un tavolo alla presenza della proprietà». Si conta, dunque, di trovare una soluzione che, ad oggi, non si è profilata.

La speranza Metinvest

Non è ancora arrivata la firma dell’accordo di programma tra le istituzioni e il gruppo italo-ucraino Metinvest Adria, passo fondamentale verso la realizzazione di una nuova acciaieria a Ischia di Crociano. L’ad Luca Villa, nel corso dell’ultima assemblea cittadina, aveva ipotizzato la metà di aprile per la sottoscrizione dell’intesa.

Lo stesso Villa, ieri, è stato avvistato negli uffici del ministero. Si cerca di limare gli ultimi dettagli, dunque. Ma, al momento, il piano stenta a decollare.

«Il ministero – racconta Paolo Cappelli, segretario provinciale della Fim Cisl – ci ha rassicurato sul fatto che si sta lavorando per definire l’accordo. In pratica si sta provvedendo a blindare il testo che dovrà essere firmato dalle istituzioni».

Ansia Jsw

Percorso simile, sensazioni opposte. Sì, perché se su Metinvest si spera in una firma imminente, non ci sono certezze – o almeno non sono emerse nel tavolo di ieri – sull’accordo di programma che le istituzioni devono firmare con il gruppo indiano Jsw Steel.

Così come non si segnalano progressi rispetto al percorso tecnico-autorizzativo che dovrà incanalare l’investimento annunciato per il revamping del treno rotaie. Un intervento indispensabile per garantire una produzione di qualità delle rotaie, l’asset che nel piano del governo dovrebbe essere garantito dal gruppo indiano, con la nuova acciaieria italo-ucraina che si dedicherebbe invece alla produzione di piani (coils grezzi). «L’impegno del ministero – fanno sapere Paolo Cappelli e Lorenzo Fusco – è di convocare al più presto un incontro dedicato tra il ministro e l’azienda».

In questa fase ciò che temono i sindacati è che le difficoltà di uno dei due dossier non finisca per fare da zavorra all’altro. «Crediamo sia necessario – spiegano i sindacalisti – è che si proceda su due tavoli separati».

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