Ex Hotel Massimo Conto aperto al Comune deve 288mila euro
Carte bollate, l’ente avvia la procedura per riscuotere
PORTOFERRAIO. Il conto è aperto. Al netto degli interessi legali, la Compagnia Alberghi Turismo Srl deve al Comune di Portoferraio 288mila euro. Lo ha stabilito il Tar della Toscana confermando l’obbligazione sottoscritta dalla società. Si deve riavvolgere il nastro al 2014, l’anno in cui la proprietà dell’Hotel Massimo presenta all’ente l’istanza per la trasformazione dello storico immobile turistico, che affaccia su calata Italia, in unità residenziali, direzionali e commerciali. Al cambio di destinazione d’uso si lega la firma della convenzione tra le parti con impegni che a distanza di anni non sono stati onorati. La misura della cifra è legata a quattro alloggi che sarebbero dovuti essere messi a disposizione del Comune di Portoferraio per fronteggiare l’emergenza abitativa.
Il presupposto
L’hotel Massimo è stato per decenni un punto di riferimento per l’accoglienza turistica della città di Portoferraio. La struttura ricettiva più vicina al porto che, oltre a lavorare con i turisti, ha ospitato tantissimi lavoratori pendolari che, in caso di maltempo, restavano in banchina senza poter prendere il traghetto. Il cambio di destinazione d’uso ha portato alla realizzazione di 24 appartamenti, alcuni uffici e una parte commerciale.
È il 23 dicembre 2014 quando tra Comune e Cat Srl viene stipulata la convenzione. All’articolo 4 si prevede che la proprietà ceda in locazione a canone concordato per un periodo di 12 anni quattro appartamenti sui 24 previsti. Il canone sarà pari al 75 per cento rispetto al valore previsto dall’Agenzia del territorio. Alla scadenza del contratto gli alloggi saranno restituiti alla proprietà. Ma si prevedeva anche che in caso di inadempimento dell’obbligazione la Cat Srl dovesse corrispondere al Comune, a titolo di penale, la somma di 72mila euro per ciascun alloggio che non sarà reso disponibile. Penale che avrebbe dovuto essere corrisposta entro dieci giorni dal ricevimento della formale messa in mora inoltrata dal Comune. Quindi un totale mai versato nelle casse dell’ente di 288mila euro.
L’inadempimento
Nel corso dei lavori di ristrutturazione dell’ex Hotel Massimo la consistenza di alcuni degli alloggi da concedere a canone agevolato è stata modificata e altri sono stati alienati. È quanto emerge dalla lettura del dispositivo della sentenza del Tar della Toscana.
Dalle carte che l’ente ha presentato nel ricorso al giudice amministrativo emerge che più volte il Comune ha sollecitatola Compagnia alberghi turismo Srl l’adempimento della obbligazione con formali diffide, dichiarandosi anche disponibile a individuare nell’immobile dell’ex Hotel Massimo nuove unità abitative in sostituzione di quelle originariamente individuate e indicate nella convenzione. Tra l’altro almeno alcune di queste negli anni sarebbero state vendute.
Il giudice amministrativo segnala nel dispositivo della sentenza il “comportamento ondivago ed elusivo” tenuto dalla Cat Srl. In pratica, passando dal dichiarare la volontà di pagare la penale al manifestare successivamente la disponibilità a concedere gli alloggi, ma a condizione del rilascio di una fidejussione che nella convenzione non è prevista. Fino a chiedere di rivedere la convenzione per poi addebitare la mancata attuazione della clausola all’ente, che non avrebbe indicato i nominativi dei locatari.
Lo scenario
La guerra di carte bollate non è chiusa. Contro la sentenza del Tar della Toscana la società Cat Srl ha promosso appello al Consiglio di Stato. E c’è già una prima tappa del percorso. Il giudice di secondo grado ha respinto, in attesa del giudizio di merito, la richiesta di sospendere gli effetti della decisione di primo grado, che di fatto ha messo il Comune nelle condizioni di avviare la procedura esecutiva per incassare i 288mila euro. Motivo: nel bilanciamento dei contrapposti interessi, è prevalente quello dell’ente. E quest’ultimo ha già affidato l’incarico per resistere in giudizio e anche per incassare il dovuto. Se ad assistere l’ente in giudizio sarà l’avvocato Mauro Montini, in continuità con la difesa già effettuata, l’azione esecutiva è affidata all’avvocato Anna Rosa Fontana a fronte di un preventivo, compreso gli oneri di legge e spese vive non imponibili, pari a 22.859,19 euro.
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