Un altro simbolo sparirà, giù le ciminiere a Tor del Sale. Quale futuro per l’ex area industriale? Gli scenari
Piombino: alte 195 metri, dopo oltre 40 anni con il loro abbattimento il paesaggio costiero recupererà un colpo d’occhio più naturale
PIOMBINO. Sono uno degli ultimi simboli. Sparito l’altoforno, restano in piedi le due ciminiere dell’ex centrale di Tor del Sale. Ma hanno i giorni contati. Dagli anni Settanta segnano l’orizzonte di quel tratto di costa piombinese. Alte 195 metri dopo oltre 40 anni con il loro abbattimento il paesaggio costiero recupererà un colpo d’occhio più naturale. È un ulteriore tappa del processo di riqualificazione dei 120 ettari del sito industriale in chiave turistica. Il periodo stabilito per la demolizione è la fine di ottobre. La data sarà cerchiata di rosso nella riunione che si terrà alla prefettura di Livorno il 28 settembre. L’incontro è previsto per definire i dettagli dell’operazione e gli aspetti di ordine pubblico.
Le attività di demolizione attuate dalla società di scopo Tor del Sale Spa marciano in parallelo a quelle di bonifica dell’impianto, in capo a Enel. L’orizzonte temporale per completare la bonifica e gli smantellamenti è il 2025. L’impianto Enel di Tor del Sale è ufficialmente fuori servizio dal 2015. La centrale a olio combustibile, entrata in servizio nel 1977 e chiamata per l’ultima volta in produzione nel 2013 per poi ottenere due anni dopo il nulla osta alla dismissione da parte del ministero dello Sviluppo economico, era costituita da quattro gruppi di produzione un totale di 1.280 Mw di potenza installata. Oltre alle strutture e alle apparecchiature connesse alla produzione, l’impianto era dotato di cinque serbatoi già bonificati e smantellati. Le quattro caldaie erano collegate ai due camini di 195 metri di altezza. Le demolizioni hanno già interessato anche la stazione di trasformazione attigua alla centrale, da dove l’energia elettrica prodotta veniva immessa nella rete nazionale. Mentre la Palazzina Focchi all’interno del perimetro dell’ex centrale verrà restaurata, è un esempio di architettura industriale anni’70, ospitava gli uffici direzionali Enel. Tra le ipotesi in pista ci sono funzioni pubbliche, tra cui quella di farne la porta del parco della Sterpaia.
Non ci gira intorno il sindaco di Piombino Francesco Ferrari. «È un passaggio epocale. La demolizione porta con sé un messaggio profondo, è il simbolo di un cambiamento economico e culturale con l’ex centrale elettrica smantellata per realizzare una struttura turistico ricettiva. La città, pur conservando il suo aspetto identitario, e in questo senso siamo impegnati per il rilancio dell’attività siderurgica, è impegnata in un forte cambiamento di paradigma». Che prosegue: «La decisione di abbattere le due ciminiere è stata presa di comune accordo con la proprietà dell’ex centrale, che ci chiese se fossimo interessati a mantenerle. Non abbiamo esitato un attimo a scegliere la strada dell’abbattimento. Dell’operazione parlammo con la prefettura alcuni mesi fa. A maggio c’era l’opzione di poterla fare a luglio su indicazione della società incaricata dell’intervento. Nell’occasione evidenziai il rischio per il periodo di nidificazione del balestruccio e l’opportunità di aspettare. Sono stati fatti tutti i necessari passaggi autorizzativi e adesso non resta che stabilire la data dell’abbattimento». Di sicuro, nell’ultima quindicina di ottobre non sarà in uno dei giorni in cui è aperta la caccia. È questa, infatti, una delle prescrizioni che sono state date dagli uffici regionali nell’autorizzare l’intervento che prevede delle micro-cariche per far implodere in modo controllato le due ciminiere.
Il Comune con il piano strutturale ha identificato la destinazione a turistico ricettivo di quel comparto, ma sarà il piano operativo a declinare maggiormente le caratteristiche dell’intervento. L’intera area è stata sottratta al perimetro urbano, dove era collocata dai vecchi strumenti urbanistici, e ciò in virtù della legge regionale 65 impedirà che nel sito si realizzino volumi a destinazione residenziale. Su un totale di 120 ettari sono 64 quelli su cui si svilupperà l’intervento di riqualificazione. La superficie utile massima di edificazione, che altro non è che il riuso di parte dei volumi esistenti, si attesta sui 35mila metri quadrati. In linea di massima ci saranno circa 3mila metri quadrati (mq) di piazzali e servizi, 3. 500 mq di strutture per la convegnistica, 6mila mq per lo sport e il benessere, 2. 500 mq per il centro benessere e altrettanti per bar e ristoranti, senza considerare il restauro conservativo della Torre del Sale, 4mila mq di servizi accessori al turistico ricettivo e circa 7mila mq di aree per funzioni tecniche, come il trattamento delle acque reflue. Il piano strutturale definisce anche il futuro del porticciolo a fini turistici e in collegamento con la struttura a terra, un massimo di 200 natanti e un’area di 4. 250 mq per rimessaggio.
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